giovedì 20 novembre 2008

Il falò delle banalità ( articolo di Eugenio Benetazzo )


L'articolo che segue è ad opera dell'operatore di borsa indipendente, Eugenio Benetazzo. Articolo, appena pubblicato, tratto dal suo sito web.

Le emittenti nazionali fanno ormai a gara ad organizzare nei loro palinsesti la tal puntata di turno incentrata sulla crisi finanziaria del 2008, invitando uno stuolo di politici e pseudo giornalisti finanziari improvvisati economisti che fino a qualche mese fa se ne uscivano con sparate del tipo "tanto l'economia europea è sana e la crisi dei mutui più di tanto non cagionerà danno al nostro sistema bancario". Opinionsiti degni di un titolo di laurea honoris causa rilasciato dall'Università per Barbieri di Paperopoli. Adesso sono diventati tutti catastrofisti e terroristi finanziari, alla faccia del falso ottimismo e garantismo che si sciorinava nei dibattiti pubblici sino a qualche semestre fa. Una fenomenale opera di banalizzazione e volgare semplificazione di quanto sta accadendo che non consente di spiegare in modo esaustivo a livello socioeconomico e macroeconomico l'attuale scenario di mercato.
Mi piace in particolar modo come vengono dipinti e rappresentati i mutui subprime (che tra l'altro esistono da decenni) ovvero come mutui erogati agli homeless che girano con le buste ed i carrelli della spesa rubati a qualche jet market. Niente di più fuorviante: quando in realtà rappresentano mutui erogati a soggetti che hanno un credit score (punteggio di merito creditizio) inferiore a 670 punti (su una scala valori che va da 500 a 850), in seguito a tardivi o mancati pagamenti su prestiti precedentemente concessi o impegni di pagamento verso utenze di servizi primari (bollette della luce, gas e telefono). Dai subprime si devono distinguere i mutui "nodocs" ovvero "no documents" quelli concessi a soggetti privi di un lavoro a tempo indeterminato e senza mezzi patrimoniali propri, mutui che erano sin dall'inizio destinati ad essere titolarizzati (faccio notare che questa tipologia di mutui ipotecari li hanno erogati anche in Italia ai cosi detti precari, i nuovi morti di fame in giacca e cravatta).
Sappiate comunque che oltre il 25 % della popolazione americana rientra nella categoria di affidamento subprime, mentre il restante 75 % si divide nelle altre due fasce: i soggetti prime e midprime. Tuttavia l'apoteosi di questo falò di banalità propinatoci dai media nazionali l'abbiamo con le spiegazioni sull'origine della crisi (secondo loro passeggera) riconducibili ad una semplice argomentazione: le banche americane che hanno prima concesso mutui a tutti e successivamente hanno cartolarizzato all'inverosimile. Niente di più fuorviante ! L'attuale scenario che stiamo vivendo non rappresenta infatti una crisi generale del sistema finanziario quanto piuttosto una fase terminale che scaturisce dalla convergenza delle conseguenze economiche e sociali causate dal WTO. L'Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization), nata dalle ceneri del GATT (un sistema multilaterale di accordi internazionali per favorire il commercio mondiale voluti dagli USA nel 1947 per controllare e dominare l'economia di tutto il pianeta) ha uno scopo principe ovvero promuovere la globalizzazione di tutti i mercati, tanto finanziari quanto alimentari. Un mercato globalizzato presuppone l'abbattimento di tutte le barriere commerciali (dazi e restrizioni doganali) unito all'abolizione dei sussidi all'agricoltura assieme alla libera circolazione dei capitali.
Proprio il WTO ha reso conveniente e possibile le tanto famigerate delocalizzazioni produttive che hanno rappresentato sia per gli USA quanto per l'Unione Europea un autentica emorragia di posti di lavoro e capitali a favore di paesi come la Cina e l'India che adesso vengono considerate le due fabbriche del pianeta. Le grandi corporations industriali, sfruttando le economie di scala attraverso i ridicoli costi di manodopera di questi paesi, hanno potuto in questo modo aumentare a dismisura i loro profitti a parità di output produttivo, il quale poteva venire assorbito solo dai mercati occidentali statunitensi ed europei. A fronte di questo diabolico arricchimento di pochi si è contrapposto un drammatico depauperamento in Occidente a causa della polverizzazione dei posti di lavoro ed a causa della concorrenza spietata di prodotti e beni di consumo importati che spazzano via per convenienza economica sul prezzo quelli autoctoni.
La trasformazione del tessuto sociale ed imprenditoriale tanto negli USA quanto in Europa, che adesso devono convivere con il mostro che hanno creato ovvero un esercito di impiegati ed operai senza alcuna prospettiva lavorativa ed una occupazione a singhiozzo, ha lentamente impoverito il paese creando nuove sacche di povertà e disagio sociale a ritmo costante. Solo con il ricorso al debito questi zombie globalizzati hanno potuto continuare a consumare come prima, fino a quando non si è raggiunta la saturazione finanziaria. Nessuno ha fatto ancora notare come in questi ultimi anni tutto è stato venduto a rate, dalle abitazioni alle vacanze alle isole tropicali, causa estinzione della capacità di risparmio, soprattutto nelle giovani generazioni. Il peggioramento dello scenario planetario porterà ad un consistente ridimensionamento dei fatturati delle imprese a cui faranno seguito un crollo del gettito fiscale ed un aumento vertiginoso della disoccupazione.
Le borse in questi termini ci possono aiutare a leggere il futuro: si comportano letteralmente come un termometro che misura la temperatura dello stato febbrile, i loro continui crolli rappresentano un sensibile ridimensionamento delle proiezioni degli utili attesi in futuro e quindi della capacità di fare profitto per le aziende nei prossimi anni. Dalla contrazione del credito bancario concesso alle imprese passando per il crollo del mercato dei consumi, le aspettative future sono tutt'altro che confortanti. Per comprendere la gravità di quanto stiamo vivendo vi voglio ricordare che durante la Grande Depressione degli anni Trenta oltre il 60 % della popolazione mondiale era impiegata nel settore primario (agricoltura) e le donne non avevano una presenza consistente nel mondo del lavoro visto che la società era organizzata attorno al modello della famiglia patriarcale. Oggi l'1 % del pianeta mantiene il restante 99 % sul piano alimentare, mentre la società è caratterizzata da una spiccata presenza della donna nel mondo lavorativo a cui si deve affiancare il modello di famiglia mononucleare che ha sostituito quella patriarcale. Se in futuro dovessimo descrivere all'interno di un libro quest'epoca infelice e la sua futura evoluzione, adesso ci troveremmo a leggere la prefazione.


A questo articolo, aggiungo uno degli ultimi video di Eugenio Benetazzo.

"Se fallisce la General Motors"




sabato 8 novembre 2008

L'Unione Europea e gli O.G.M.


Verso la fine del mese scorso, sono circolate delle notizie riguardanti gli Organismi Geneticamente Modificati ( O.G.M. ) e il ruolo dell’Unione Europea a favore della loro diffusione.
Il quotidiano “Indipendent on Sunday” riporta la notizia – visibile, dal 26 ottobre, sul sito web dell’Indipendent - secondo la quale nell’estate appena passata e il 10 ottobre, ci sono state delle riunioni segrete tra Joao Vale De Almeida, capo di gabinetto di Barroso ( Presidente della Commissione Europea ), e i 27 primi ministri degli Stati membri, ai quali è stato chiesto di nominare un rappresentante speciale. Rappresentanti, quindi, che parteciperanno, o hanno partecipato ( c’è poca chiarezza vista la segretezza dell’incontro ), agli incontri sugli o.g.m. Purtroppo non si hanno informazioni in merito a ciò di cui hanno parlato e i nomi dei 27 rappresentanti speciali. Ma qualcosa, grazie al quotidiano precedentemente citato, è trafilato: per l’Italia vi ha partecipato Massimo Gaiani, coordinatore della segreteria per la Commissione Interministeriale Affari Europei.
Lo scopo di tali incontri, come si può immaginare, è quello di accelerare l’introduzione degli Organismi Geneticamente Modificati nel mercato europeo. Quindi, la loro coltivazione e la loro commercializzazione. Secondo voci, “purtroppo”, noi europei siamo un pò troppo lumache nell’approvazione di una semente geneticamente modificata, ben due anni e questo, per qualche lobbista ( gli U.S.A. ), è un lasso di tempo troppo lungo.
Si presume, perciò, che Barroso, su dictat degli U.S.A. – patria delle Multinazionali biotech – voglia che la U.E. adotti tempi più brevi per l’ok ad un o.g.m., bene o male i 15 mesi che si impiegano negli Stati Uniti.
La Commissione Europea, in sostanza, dovrà scavalcare gli stati sovrani, e perciò i singoli Ministri dell’Agricoltura, della Sanità e dell’Ambiente, per l’introduzione degli o.g.m. Questi, poi, dovranno essere approvati dalla U.E. prima che vengano seminati o venduti in qualsiasi parte del nostro Continente. Dall’alto si farà lobby affinchè i singoli stati adottino una politica di convincimento della popolazione sull’utilità degli o.g.m. Utilità sia sul piano della loro importanza come metodo ( ormai obsoleto ) per combattere la fame nel mondo, ma anche come mezzo per convogliare medicine ( per dirla in due parole ) per sconfiggere malattie, in primis il cancro.
Coincidenza, poi, vuole che proprio il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo sull’indipendent, spulciando il sito del Corriere della Sera, mi imbattei nell’articolo “I pomodori OGM anticancro. Studio europeo con Veronesi.” Un titolo, un programma. Ripeto: coincidenza tempistica! Il 26 la diffusione della notizia sull’incontro tra i Rappresentanti speciali e il capo di gabinetto, e il giorno dopo – il 27 ottobre – questo articolo sui pomodori modificati come metodo per combattere il cancro. Subito la propaganda in azione?
Insomma, per difenderci da malanni più o meno gravi, dovremmo ingurgitare chili di o.g.m.? Troveremo sugli scaffali i famosi pomodori viola?
Qui sotto lo screenshot.



Lor Signori sono sicuri che con la loro propaganda riusciranno a spazzar via i dubbi di tutti noi cittadini, di qualsiasi stato, sulla sicurezza degli o.g.m.? Dovremmo credere, non solo ai politici, ma anche a medici e simili che gli organismi geneticamente modificati siano la cura contro cancro e malattie varie? Nessun dubbio su di un loro ( probabile ) conflitto d’interesse tra cure anticancro e o.g.m.? E quindi su di una loro mancata imparzialità in merito a tali problemi?
Agli agricoltori, cosa racconteranno? In merito alle sementi o.g.m., dette anche “terminetor”, come ci si comporterà? Ogni anno toccherà aprire il portafogli e riacquistarle dato che quelle ottenute da piante modificate non possono essere riutilizzate per dar vita ad un’altra pianta? I disserbanti, prodotti dalla stesse multinazionali delle sementi modificate, che impatto avranno sull’ambiente, dato che tutti saranno costretti a coltivare o.g.m.? Queste elementari domande, se le saranno poste?

Qui sotto, alcuni articoli critici sugli o.g.m.:
- "O.g.m., pomodori viola e i grandi disinformatori di professione" ( dal sito "Disinformazione.it" )
- "Il piano segreto dell'Europa per incrementare la produzione di colture ogm" ( dal sito "ComeDonChisciotte" )
- "Barroso trama. Per gli OGM" ( dal sito della casa editrice "EFFEDIEFFE" )
- "Piani segreti in Europa per spingere l'introduzione di ogm" ( dal sito della rivista "NEXUS" Edizione italiana )

...ed altri sugli incontri dei mesi scorsi e i pomodori viola anticancro:
- "Europes secret plan to boost gm crop production" ( dal sito del quotidiano "Indipendent" )
- "Steve Connor: purple tomatoes sow seeds of doubt" ( come sopra )
- "Purple tomatoe created to fight cancer" ( come sopra )
- "I pomodori ogm anticancro. Studio europeo con Veronesi" ( dal sito del quotidiano "Il Corriere della Sera" )


AGGIORNAMENTO DEL 25 NOVEMBRE 2008

- "La follia del pomodoro viola" ( dal sito "Disinformazione.it" del 23 novembre 2008 )
- "Nanotecnologia: la nuova minaccia per il cibo" ( dal sito "ComeDonChisciotte" del 23 novembre 2008 )