mercoledì 28 ottobre 2009

Influenza suina ( nona parte ) ( Rassegna stampa )

Quello che segue è un "copia/incolla" ad un articolo tratto dal sito della casa editrice Macroedizioni, in merito all'uscita di un loro e-book sull'influenza suina.
Nell'articolo vi è anche il collegamento alla loro conferenza sull'influenza suina tenutasi a settembre scorso.

Vi è anche il collegamento sulla sezione, del sito di Terra Nauta, dedicato alla suina.

Buona lettura e buona visione.

Qui sotto, subito lo screenshot della pagina di Macroedizioni. Successivamente il relativo copia/incolla del testo.



Vaccinazione Suina A/H1N1
Campagna di Informazione Nazionale



Vaccinazione Influenza Suina - Pro e Contro

A partire da metà ottobre il Ministero della Salute italiano ha distribuito alle Regioni il vaccino contro il virus A/H1N1, che sembra interesserà il 40% della popolazione italiana.

Ma ad oggi cosa sappiamo veramente
di questa vaccinazione?

L'influenza suina è ormai considerata da tutti più innocua di una normale influenza stagionale. Nell'emisfero australe, dove autunno e inverno vanno da marzo a settembre, e in ogni parte del mondo, la diffusione dell'influenza nell'inverno 2009 è stata simile o inferiore a qualunque precedente influenza.

Allora perché i governi e i mass media
continuano a consigliare la vaccinazione?

Le sperimentazioni del vaccino sono iniziate a luglio 2009 e nella letteratura scientifica non risulta ancora nessuna documentazione dell'efficacia e della sicurezza del vaccino. Per questo motivo possiamo affermare con tutta tranquillità che non esiste e non può esistere nessuna prova scientificamente e sperimentalmente valida che il vaccino contro il virus A/ H1N1 sia efficace e sicuro, in particolar modo per le donne in gravidanza e i bambini.

L’unica certezza è che le più potenti industrie farmaceutiche, appoggiate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e da gran parte della stampa, hanno ottenuto e stanno ottenendo ordini per miliardi di dosi di vaccino. Il giro d'affari finale si aggira intorno ai 50 miliardi di euro, una cifra da capogiro che alimenta molti dubbi.

Alla luce di tutto questo il Gruppo Editoriale Macro – che da oltre vent’anni è impegnato, in maniera indipendente e senza conflitti d’interesse, a rendere disponibili informazioni inusuali e difficilmente reperibili sulla salute e su metodi di cura non invasivi – ha avviato una capillare campagna di informazione nazionale per consentire ai cittadini di disporre di più ampie informazioni in modo da prendere scelte più consapevoli in tema di salute e libertà terapeutica.

Cosa prevede la campagna nazionale di informazione?

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la pubblicazione del volume L'influenza suina A/H1N1 e i pericoli della vaccinazione antinfluenzale del dottor Roberto Gava, un'opera completa e originale che fa chiarezza su tanti aspetti finora taciuti dai mass media. Disponibile anche in versione Ebook >>>

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la pubblicazione in formato Ebook del libro Sistema Immunitario e Vaccinazioni, del Dr. Heinrich Kremer

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una monografia sull’influenza suina con articoli di medici, avvocati e ricercatori, sul prossimo numero della rivista Consapevole

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l’organizzazione di conferenze e dibattiti pubblici sul tema

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la pubblicazione di materiale gratuito on line, tra cui la conferenza VIRUS H1N1: pensavo fosse suina invece era una "bufala" tenutasi alla Fiera SANA di Bologna il 13 settembre scorso:

Video della Conferenza sulla Vaccinazione per la Suina

Altre sezioni dello spazio web

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il Dossier Influenza su www.terranauta.it
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rassegna stampa (a breve)
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contatti: ebook@gruppomacro.net


SEGNALAZIONI
L'Influenza Suina A/H1N1 e i Pericoli della Vaccinazione Antinfluenzale

Roberto Gava

Criteri scientifici di orientamento
EBOOK - Sistema Immunitario e Vaccinazioni

Heinrich Kremer

Nuove conoscenze sul sistema immunitario e conseguenze dell'utilizzo dei vaccini a medio e lungo termine

domenica 18 ottobre 2009

Iran, assassinato un generale dei pasdaran Trentuno morti e ventotto feriti nell'attentato ( articolo della Repubblica.it )

E' avvenuto nel sud del paese. Ahamadinejad e il presidente del Parlamento
accusano esplicitamente: "Ci sono gli Stati Uniti dietro i terroristi"

Iran, assassinato un generale dei pasdaran
Trentuno morti e ventotto feriti nell'attentato


TEHERAN - Un uomo imbottito di tritolo si è fatto esplodere durante una assemblea di capi tribù nel Beluchistan. Ventinove i morti e 28 i feriti, il bilancio dell'attentato. Tra le vittime il comandante dei pasdaran Nour Ali Shoushstari, a capo del corpo d'elite delle forze di sicurezza iraniana, oltre ad altri alti ufficiali, numerosi civili ed esponenti di spicco del potere tribale. Il gruppo sunnita Jundallah
(Soldati di Dio) ha rivendicato l'attentato.

Ma il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha attribuito l'attentato a "agenti degli stranieri". Si è trattato di "un crimine da condannare, ma è anche fonte permanente d'onore per la rivoluzione islamica".
Per questo il presidente ha detto che invia alla Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, e alle famiglie delle vittime un messaggio "di condoglianze e congratulazioni" allo stesso tempo per il loro "martirio".

Ahmadinejad ha detto inoltre che "la sicurezza permanente verrà conseguita con la fiducia tra il popolo e il governo". Il presidente iraniano ha poi promesso rappresaglie contro i responsabili dell'attacco kamikaze di oggi: "I criminali avranno presto la loro risposta per i loro crimini disumani", ha tuonato Ahamdinejad.

Il concetto del coinvolgimento di "agenti stranieri" nell'attentato è stato ribadito più esplicitamente dal presidente del Parlamento, Ali Larijani, il quale ha accusato direttamente gli Stati Uniti di essere i mandanti del massacro, che - ha detto alla Tv di Stato - "è il risultato delle azioni degli americani".

"L'obiettivo dei terroristi - ha aggiunto il presidente del Parlamento - è di turbare la sicurezza nella provincia e impedirne lo sviluppo economico. Ma senza dubbio i guardiani della rivoluzione agiranno con più energia per ripristinare la sicurezza". Infine ha aggiunto: "Obama ha detto di averci teso la mano, ma con quest'azione se l'è bruciata". Poco prima la Tv aveva puntato il dito anche contro la Gran Bretagna, accusando Londra di essere "direttamente coinvolta".

L'attacco, il più grave degli ultimi anni in Iran, è stato compiuto a Pisheen, al confine con il Pakistan, nella provincia del Sistan-Beluchistan. Il comando dei guardiani della rivoluzione ha subito puntato il dito contro "elementi stranieri" legati agli Usa.

Tuttavia, secondo altre autorità, l'attacco potrebbe invece essere opera di un gruppo di estremisti coinvolti nel traffico di droga lungo il confine con Afghanistan e Pakistan.

L'attentatore ha colpito alle 8,30 locali (le 6,30 del mattino in Italia) di fronte a una palestra nella quale i gli alti ufficiali stavano completando i preparativi per il meeting tra leader locali sciiti e sunniti. Tra le vittime anche alcuni alti gradi del corpo d'elite: oltre il generale Nur-Ali Shushtari, vicecomandante delle forze di terra dei Guardiani; il generale Mohammad-Zadeh, comandante nella provincia del Sistan-Beluchistan; il comandante per la città di Iranshahr e quello dell'unità Amir al-Momenin.

I quattro alti comandanti pasdaran si trovavano all'interno di un'auto mentre si avvicinavano alla palestra dove si sarebbe dovuta svolgere una riunione. E' stato quello il momento in cui un attentatore si è fatto saltare in aria. Una sessantina di persone nei dintorni sono rimaste uccise o ferite.

Si tratta in assoluto dell'attentato più grave mai compiuto ai danni di questo potentissimo corpo d'elite.
Il più grave attentato avvenuto nel Sistan-Baluchistan prima di quello di oggi risale al febbraio del 2007, quando 11 Pasdaran furono uccisi e una trentina feriti con una bomba che fu fatta esplodere contro l'autobus su cui viaggiavano.

I guardiani della rivoluzione sono il corpo militare d'elite del regime iraniano, in prima linea contro i movimenti di opposizione al governo di teheran.
Il generale Shoushtari, che era anche comandante vicario delle forze di terra dei Pasdaran, si trovava nella città di Sarbaz, nella provincia sud-orientale del Sistan-Baluchistan, per prendere parte ad un incontro tra i capi di diversi clan con lo scopo di favorire una riconciliazione tra popolazione sciita e sunnita.

Questa provincia è da anni scossa da violenze interconfessionali, dove opera un gruppo armato separatista, il Jundullah (Soldati di Dio), che mette a segno attentati e rapimenti di agenti di forze di sicurezza.

"L'arroganza globale ha provocato i mercenari che hanno compiuto l'attacco terroristico contro i Pasdaran e i notabili dei gruppi etnici locali", si afferma in un comunicato dei guardiani della rivoluzione, letto alla televisione di Stato. Nel linguaggio del regime iraniano "arroganza globale" sta ad indicare in genere le potenze occidentali e in particolare gli Stati Uniti.

In passato Teheran ha accusato gli Usa e la Gran Bretagna di avere armato e organizzato gruppi separatisti iraniani attivi nelle regioni di frontiera.
"Senza dubbio - affermano ancora i pasdaran nella nota - rientra nella strategia degli stranieri e di nemici dell'establishment e della rivoluzione minare l'unità fra sciiti e sunniti e mostrare che i guardiani della rivoluzione sono incapaci di garantire la sicurezza di questa provincia", cioè del Sistan-Baluchistan, nel sud-est dell'Iran, vicino al confine con il Pakistan.

Il corpo dei pasdaran (guardiani della rivoluzione) è la guardia d'elite della Repubblica islamica, nata con la rivoluzione del 1979. Conta oggi dai 120.000 ai 300.000 uomini (il numero esatto non è noto), molto temuti e molto motivati ideologicamente, posti direttamente sotto il comando della Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, come le altre forze di sicurezza iraniane.

I Pasdaran dispongono di forze di terra - tra cui unità anti-sommossa - aeree e navali. Dai Guardiani della rivoluzione dipendono i 'basiji', un corpo di volontari istituito dall'ayatollah Khomeini all'inizio della guerra Iran-Iraq, nel 1980, per organizzare la resistenza popolare contro il nemico. Attualmente tale milizia conta dai cinque agli 11 milioni di persone, tra cui centinaia di migliaia di donne, e costituisce una forza di intervento popolare rapida.

Negli anni recenti i pasdaran sono diventati una potenza economico-militare, attiva nei settori del petrolio e del gas, delle telecomunicazioni e dell'agricoltura, e hanno costituito una rete di potere politico ed economico che si estende su tutta la società iraniana.

L'attuale presidente Mahmud Ahmadinejad ha fatto parte dei volontari Basiji durante la guerra con l'Iraq nei primi anni Ottanta. Sotto il suo governo, i pasdaran hanno aumentato considerevolmente la loro influenza sul paese e sono stati protagonisti della repressione delle manifestazioni di protesta dopo le elezioni presidenziali dell'estate scorsa.

(18 ottobre 2009) Tutti gli articoli di esteri

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P.S.

Quante coincidenze in questo mondo; qualche giorno fa, le voci - non ancora confermate - che davano per morta la guida suprema dei Pasdaran l'ayatollah Ali Khamenei, ed oggi ( notizia sicura e confermata ) questo attentato contro i Pasdaran. Ripeto: quante coincidenze; prima ammazzi la loro guida, poi uccidi qualche capo, e poi....

Link vari attinenti all'accaduto:

- Chi sono i pasdaran ( articolo tratto dall'ANSA )
- Bagliori di una guerra segreta ( articolo tratto da ComeDonChisciotte )

lunedì 12 ottobre 2009

Where is your rising star ? ( articolo di Eugenio Benetazzo )


L'articolo che segue è ad opera dell'operatore di borsa indipendente, Eugenio Benetazzo. Articolo tratto dal suo sito web.


Il momento più freddo di ogni giornata si verifica al sorgere del sole: questa è stata una delle più curiose esternazioni citata da un europarlamentare della Lega durante l'Assemblea Annuale di Apindustria Vicenza a cui sono stato invitato a partecipare lo scorso sabato come auditor esterno. Sostanzialmente questo periodo funesto sarebbe ormai terminato in quanto all'orizzonte si intravede il sole sorgere. Premesso il fatto che mi sento molto vicino ed in sintonia con il sentiment delle piccole e medie mprese devo dire che non sono stato più di tanto sorpreso nell'udire alcuni rappresentati del mondo politico della mia regione inviare tali rassicurazioni, partendo dal fatto che ormai mediaticamente si persiste a paventare una luce in fondo al tunnel. L'establishment politico italiano ritengo che non sia molto attendibile nelle sue esternazioni e nelle sue valutazioni, questo non per mia diffidenza congenita nei confronti di questi soggetti, quanto piuttosto perchè li ritengo quasi tutti dei cloni replicanti il dictat del tal partito di turno.

Anche se da alcune settimane riceviamo timidi segnali di ripresa da vari organismi istituzionali, rimane a mio avviso il fatto che "la cosidetta crisi" non è terminata, quanto piuttosto ha semplicemente rallentato nella sua rovinosa evoluzione. Non mi sentirei nemmeno tanto più sicuro che il peggio forse è passato dal punto di vista dello scenario finanziario e bancario, in quanto governi e banche centrali non hanno fatto altro che salvare un debito facendone un altro: mi riferisco al peso non indifferente che grava sui conti di molte nazioni occidentali. Contabilmente si è spostato una perdita o presunta tale dai bilanci degli istituti di credito in sofferenza ai bilanci degli stati. A distanza di un anno dal fallimento Lehman Brothers si assume per certo che non assisteremo mai più ad altri fenomeni di polverizzazione finanziaria potendo contare su un maggiore controllo da parte delle autorità monetarie.

Personalmente mi sentirei invece di mantenere ancora alta la tensione e lo stato di veglia in quanto potrebbero verificarsi nei prossimi semestri altri episodi di default finanziario, immaginateli per questo come scosse di assestamento dopo un primo grande shock (il fallimento Lehman appunto). Purtroppo a distanza di dodici mesi non è ancora stata fatta sufficiente chiarezza sull'effettiva esposizione di molte banche e sulla consistenza a consuntivo di perdite su crediti e mutui, di certo abbiamo l'attuale indifferenza dei media nei confronti di altre tipologie di rischio finanziario che si apprestano ad arrivare proprio dagli USA dopo il terremoto dei subprime. Mi sto riferendo ai Option ARMs ovvero una tipologia di mutui a rientro discrezionale del capitale che è stata erogata alle fasce sociale benestanti negli ultimi anni: sono tipologie di mutuo in cui la rata mensile è composta della sola quota interessi, lasciando al mutuatario la libertà di abbattere il capitale in base alle sue entrate finanziarie.

Questi mutui si preparano ad esplodere proprio come i subprime, con tuttavia un particolare di rilievo, in primis non hanno generato processi di cartolarizzazione ed in secondo luogo sono stati erogati a soggetti solitamente "prime" i quali anche loro in questo momento hanno iniziato a dare segnali di insolvenza finanziaria in seguito all'esplosione della disoccupazione negli States. Mi piacerà capire come si interverrà per tamponare questa tipologia di mutui che soggiace attualmente nei bilanci delle banche già in difficoltà. Sempre sabato scorso ho udito grandi lamentele nei confronti del sistema bancario il quale adesso in pieno credit crunch anzichè aiutare le aziende per sostenersi in questo momento buio le porta direttamente all'asfissia revocando fidi e negando anticipazioni di credito. Il governo guarda inerme questa carneficina sottolineando come i grandi gruppi bancari abbiamo preferito ricorrere al mercato piuttosto che accettare l'opportunità dei Tremonti Bond ed il loro dictat di governance.

Questa è la reale causa che provoca sofferenza al sistema della piccola impresa, al di là della congiuntura macroeconomica che stiamo vivendo ovvero la mancanza di sovranità monetaria nel nostro paese. La scelta sconsiderata in passato di privatizzare sino all'estremo gli istituti di credito e le banche a partecipazione pubblica ha sottratto a chi governa il paese un efficace strumento di controllo dell'economia: la creazione e concessione di massa monetaria. Ad esempio il Brasile è riuscito a togliersi di dosso l'etichetta di paese povero e trasformarsi in un grande player mondiale che ora presta addirittura denaro al Fondo Monetario Internazionale grazie alla sua struttura bancaria interamente nazionalizzata: le banche prestano alle imprese in base a quello che decide Lula & Company. Solo con una trasformazione e ridefinizione del nostro sistema bancario sarà possibile impostare una politica di governo volta al salvataggio del nostro hinterland imprenditoriale, basta con banche ed istituti di credito in mano a soggetti privati. Solo così si riuscirà a dare un vantaggio competitivo ad aziende ed imprese che rischiano l'estinzione assieme ai distretti industriali trasformati in prede della globalizzazione. Solo se guarderete all'economia italiana con questi presupposti e con questo spirito evolutivo forse potremmo vedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Altrimenti sarà stato solo un abbaglio dello specchietto retrovisore.


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EugenioBenetazzo.com