domenica 30 maggio 2010

Notizie dal mondo ( notizie del 18, 24, 25 e 29 maggio 2010 )

Terza rassegna stampa, che vede 3/5 delle notizie incentrate sugli U.S.A. ,il primo quinto su notizie di "alta" scienza e il secondo quinto rimanente, pur ritornando sulla crisi dell'Euro, guarda alla Germania e al sondaggio del quotidiano "Bild" sulla fiducia della popolazione in merito all'Euro. C'è da sorprendersi ( ?? ).

18 maggio 2010
Dal sito de Il Corriere della Sera: "Le bolle di luce? Solo allucinazioni".

Che dire? Quando i "capoccioni" non ci capiscono nulla, la spiegazione a certi fenomeni, pur di mantenere le acque calme, la devono dare. O sono costretti a darla. Tanto il popolino non capisce e non capirà mai nulla.

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24 maggio 2010
Dal sito de Il Sole 24 Ore: "Il Pentagono nomina il primo cyber generale".

Gli Stati Uniti, purtroppo, pur cambiando Presidente che, apparentemente - come nel caso di Obama - sembra essere meno guerrafondaio del predecessore e più incline al dialogo e al rispetto delle altre nazioni non "amiche", continua a vedere nemici dappertutto. Ora addirittura nel web.
Qui sotto lo screenshot:



25 maggio 2010
Dal sito de Il Corriere della Sera: "Le missioni segrete del Pentagono".

Giusto per rimanere in casa "Pentagono" e giusto per leggere una notizia che non ci immaginavamao: il Pentagono, tramite una direttiva del generale David Petraeus, autorizzerà ed espanderà le proprie attività clandestine.
Per la precisione, le forse speciali "potranno compiere missioni per disarticolare gruppi terroristici e raccogliere informazioni di intelligence in paesi ritenuti una minaccia per gli Stati Uniti." Non mi sembra una novità.

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25 maggio 2010
Dal sito de Il Corriere della Sera: "La C.I.A. voleva screditare Saddam facendolo passare per gay".

Primo: dicimao che questa notizia, sembra essere un esempio di ciò che si può leggere in quella precedente. Ovvero, di ciò che hanno sempre fatto, o che immaginavano di fare, pur di screditare i paesi nemici;
Secondo: poco da commentare. La solita omofobia da usare anche in questi casi. Non ci bastano le menti bacate che possiamo incontrare per strada, ma si usano anche le prese in giro - infondate o no che siano - pur di raggiungere un risultato.

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29 maggio 2010
Dal sito dell'ANSA: "Oltre il 60% dei tedeschi rivuole il Marco".

Nonostanza una nazione che sembra non aver subito grossi problemi con l'avvento della moneta unica, il 60%, però, rivorrebbe la moneta nazionale.
Da come si vede, la sovranità nazionale - in questo caso economica - è un sentire comune a molte nazioni.

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mercoledì 26 maggio 2010

L'Italia messa in vendita. E fanno finta di nulla ( articolo di Ugo Gaudenzi - Rinascita ).

Il seguente articolo è tratto dal sito del quotidiano "Rinascita". Ed è a cura del direttore Ugo Gaudenzi.
di: Ugo Gaudenzi
direttore@rinascita.net

In principio era Maastricht, e Maastricht era presso di noi, e Maastricht fu noi... L’inizio europeo della Globalizzazione, l’inizio del Libero Mercato, l’inizio della Flessibilità, delle Privatizzazioni, della Sovranità economica-finanziaria ceduta alle banche centrali a e ai loro Regolatori: le agenzie di rating, la Banca dei Regolamenti Internazionali, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Era il 7 febbraio del 1992 e, non a caso, per l’Italia, la firma fu apposta dall’allora ministro “socialista” Gianni De Michelis. Per acquisire meriti con i padroni atlantici, con i Signori del denaro e per mandare avanti i suoi affari con la Cina. Un buon triplice paracadute - a pensarci oggi bene - per evitare l’ostracismo democratico lanciato sul suo capo-partito, Bettino Craxi, ritenuto un avversario da abbattere dai Regolatori Atlantici. Vi risparmiamo il declivio dei 18 anni trascorsi. Accenniamo appena alla gita sul Britannia degli Andreatta, Draghi, Soros e banchieri d’affari per la svendita in blocco del patrimonio pubblico italiano, delle migliori aziende nazionali, dalle telecomunicazioni all’energia, ai trasporti, ai gioielli dell’industria di trasformazione, al settore manufatturiero. Ricordiamo il varo, con Amato - dopo una svalutazione della lira non bloccata da Ciampi - della prima stangata lacrime e sangue che colpì le tasche degli italiani, “protetta” - sic - da un prestito a usura internazionale. Poi la folle decisione - ah: di Prodi, D’Alema, Ciampi & Co. - di lanciare una moneta unica, l’euro, senza gradualità, e senza alcuna difesa contro i raid della finanza usuraia internazionale. Quindi l’esplosione della speculazione finanziaria, con le nostre amministrazioni pubbliche - dalle comunità montane alle Regioni - in gara a contrarre più prestiti “facili” possibili, e con enti di diritto pubblico e privato - pensiamo ai fondi assistenziali e previdenziali, ma non soltanto a quelli - messi “sul mercato”. Ricordiamo il 2008 e il crollo della finanza derivata e dei mutui anglo-americani e le conseguenti misure di salvataggio delle maggiori banche ai danni dei cittadini. E, di recente, l’attacco speculativo ai “pigs” - ai “maiali” mediterranei: Portogallo, Italia, Grecia, Spagna - e cioè il crack dell’euro per rafforzare il dollaro, permettere la rivalutazione dello yuan cinese. E infine ricordiamoci dell’unanime Elogio al Trattato di Lisbona, firmato il 1 dicembre 2009, per “affrontare la globalizzazione”. Mescoliamo bene il tutto, et voilà, il desco è servito. Non soltanto da 18 anni siamo forzati a distruggere le nostre produzioni, delocalizzarle, per così comprare quello che producevamo all’estero; non soltanto abbiamo visto devastare il Lavoro e spingere la maggior parte dei nostri cittadini in un nuovo Lumpenproletariat; non soltanto ci hanno privato dell’elementare diritto di essere proprietari del denaro che guadagnamo; non soltanto ci hanno costretto in una spirale nella quale compriamo dalle banche il denaro per pagare le banche; non soltanto siamo diventati carne da cannone per le guerre anglo-americane di dominio delle risorse energetiche dei Paesi in via di sviluppo... Ma poi dobbiamo anche ringraziare i nostri salvatori, i liberatori. Come? Naturalmente adottando anche noi - come la Germania, come tutti i Paesi-colonia d’Europa - politiche di restrizione dei redditi che faranno ancora più stagnare la nostra economia, per lasciare qualche attimo di respiro a quelle dei padroni atlantici. E il ministro? E il ministro Tremonti? Non aveva forse negato, anzi “scommesso”, che non vi sarebbero state più stangate? Un altro Padoa Schioppa. Un altro Ciampi. Un altro Amato.


sabato 15 maggio 2010

Notizie dal mondo ( notizie del 14 maggio 2010 ).

Seconda rassegna stampa di questo blog, incentrata su di un unica giornata - quella di ieri, venerdì 14 maggio 2010 - e, come al solito, su notizie di vario contenuto.

Dal sito de Il Sole 24 Ore: "Padoa-Schioppa: l'Euro è incompatibile con la piena sovranità nazionale."

L'ex Ministro dell'Economia e delle Finanze del Governo Prodi II, Padoa Schioppa, economista e grande artefice della nascita dell'Euro - oltre ad aver dipinto, durante il suo mandato del Prodi bis, con grande sensibilità i giovani italiani come dei bamboccioni - se ne è uscito allo scoperto, in questo periodo travagliato per la moneta unica europea - affermando ciò che uno immaginava ma che non sente dire nè in tv e nè da nessuna parte "ufficiale", cioè: "è sbagliato credere che l'euro e la piena sovranità nazionale siano compatibili: questo credo impedisce all'Europa monetaria di andare fino in fondo con la "necessaria riforma", che comporta trasferimenti di sovranità."
Grazie Ministro, lo sapevamo che più una nazione non ha sovranità e meglio è per Lor Signori.
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Dal sito dell'Agenzia ANSA: "Crisi: Grecia, catena di suicidi."

Putroppo già dal titolo, la notizia si commenta da sola. Ma tanto, a coloro che generosamente hanno dato, o staranno per dare, miliardi di Euro per "aiutare" la Grecia, che gliene fregherà? Che gliene fregherà dell'austerity greca? Anzi, dell'auterity che dovranno subire i cittadini greci?
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Dal sito di notizie informatiche Zeus: "Il bancomat biometrico arriva in Europa".

Semplicemente, invece di inserire il PIN, si mette il dito su di un lettore di impronte digitali e il gioco è fatto.
Tra moneta elettronica - anche se qui si parla di ritiro del contante - e dati biometrici, il tutto incrociato e immagazzinato in database, non c'è da stare tranquilli.
Ok a mezzi di pagamento che possano facilitare le transazioni, ma l'uso combinato con i dati biometrici....
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lunedì 3 maggio 2010

In Grecia i "cattivi" protestano ( articolo di Marco Cedolin ).


Il seguente articolo è tratto dal blog di Marco Cedolin.

I giornali e le TV stanno da qualche settimana presentando quella che viene definita la “crisi finanziaria” della Grecia, in maniera estremamente didascalica, per molti versi simile ad un fumetto per bambini, alternando alle didascalie dotte disquisizioni e complesse calcolazioni esperite dai guru istituzionali della finanza che discettano ostentando un vernacolo per iniziati incomprensibile ai più.
Le didascalie hanno lo scopo di orientare il pensiero degli italiani, proponendo una lettura della questione tanto semplice quanto rassicurante. Le dotte disquisizioni sono indispensabili per dimostrare che questa è la lettura giusta, in quanto suffragata dal pensiero di chi conosce e domina una materia per “cervelli fini” con la quale le persone “normali” non possono certo nutrire la presunzione di confrontarsi.

La Grecia viene così dipinta nell’immaginario collettivo come un paese vittima di una grave crisi finanziaria, imputabile ad una cattiva gestione del debito pubblico da parte della classe politica che ha permesso il dilagare della corruzione e dell’evasione fiscale, garantendo a larga parte dei cittadini facili guadagni e “privilegi” a pioggia.
Proprio a causa di questo baccanale collettivo costruito a debito, il paese si è trovato così di fronte alla prospettiva di un crack di proporzioni gigantesche, dal quale solamente “l’amica UE” potrebbe essere in grado di sottrarlo. Prospettiva che naturalmente in Italia mai potrebbe verificarsi, poiché i nostri conti sono solidi e la nostra classe politica dall’avvento della seconda Repubblica cammina sulla retta via

I Paesi della UE, dall’alto della loro bonomia, ma anche per preservare intatta la salute dell’euro, si sono detti disposti a devolvere ai greci (a titolo di prestito) decine e decine di miliardi di euro nei prossimi tre anni, indispensabili per riportare a galla il loro equilibrio finanziario. Ma come ogni “buona banca” si sono visti costretti a pretendere alcune garanzie a tutela del loro “investimento”.
Tali garanzie sono costituite naturalmente dall’assicurazione che il governo greco chiuda i rubinetti dei “privilegi” imponendo ai suoi cittadini una serie di riforme “lacrime e sangue” che ne ridimensionino l’opulenza e contribuiscano a risanare i conti pubblici.

La UE ed il governo greco, dopo una serie di trattative, hanno “finalmente” raggiunto un accordo di comune soddisfazione. Ma una parte (peraltro minoritaria) dei cittadini, costituita da facinorosi, anarchici e frange dell’estrema sinistra sta protestando con veemenza, arrivando a scontrarsi con la polizia, perché abituata egoisticamente alla “bella vita” non è disposta a perdere i privilegi acquisiti.

Una rappresentazione molto semplice, convincente, rassicurante, ma tanto visionaria quanto distante dalla realtà.
Le cause della crisi finanziaria greca, oltre che derivare dalla corruzione e dall’evasione fiscale ad alti livelli, allignano in tutta una serie di speculazioni finanziarie internazionali studiate con tutta probabilità proprio allo scopo di condurre la Grecia sull’orlo di un baratro dal quale potrà salvarsi solamente “svendendo” quella sovranità limitata che ancora conservano i paesi della UE.

La sorte della Grecia sarà entro breve tempo seguita da tutti gli altri Paesi, ad iniziare dal Portogallo, dalla Spagna e dall’Italia, poiché il progetto messo in essere (per uno strano scherzo del destino) proprio all’indomani della ratifica del Trattato di Lisbona prevede l’annientamento dell’attuale sovranità limitata degli stati membri ed il trasferimento dell’intera sovranità nelle mani di una confraternita di organismi privati quali BCE, FMI, Banca Mondiale ecc.

Il denaro che verrà devoluto alla Grecia proviene dalla finanza pubblica e pertanto il finanziamento peserà sulle tasche dei contribuenti dei singoli stati. Tale denaro non sarà destinato ad offrire vantaggi ai cittadini greci ma entrerà in una partita di giro dove sarà utilizzato unicamente per coprire le voragini create dalla speculazione finanziaria.
Le garanzie imposte alla Grecia non sono state dettate dagli stati europei che offriranno il denaro, ma dalla confraternita privata di cui sopra. Confraternita che negli anni a venire si è arrogata il diritto di sovrintendere all’operato del governo greco (di fatto sostituendolo) imponendo tempi e modi delle riforme che dovrebbero iniziare la prossima settimana.

Le riforme lacrime e sangue non andranno a colpire i privilegi di un popolo opulento abituato a vivere nello sfarzo, ma metteranno alla fame cittadini con i salari fra i più bassi in Europa (insieme ad Italia e Portogallo) che già oggi vivono in condizione di estrema precarietà a causa della grave crisi economica e della disoccupazione.
Quella che viene dipinta (ed imposta) come un’operazione di risanamento dei conti pubblici, consiste semplicemente in un aumento indiscriminato della tassazione e nel taglio dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori. Aumento dell’IVA e della tassazione su molti prodotti, riduzione dell’assistenza sanitaria e pensionistica, tagli degli stipendi, ferie e tredicesime, licenziamento di una cospicua parte dei dipendenti pubblici.

I “cattivi” che protestano e stanno creando disordini nelle principali città greche non sono solamente uno sparuto manipolo di facinorosi, anarchici e professionisti della protesta che non vogliono fare i “giusti sacrifici”. Sono quella parte di cittadini che ha iniziato a prendere coscienza della realtà, realizzando la natura della strada senza ritorno sulla quale la Grecia (paese pilota in Europa) verrà costretto a camminare a partire dalla prossima settimana.
Una strada che in tempi brevi diverrà molto affollata, dal momento che dopo il successo dell’esperimento, gli altri paesi (compresa l’Italia) seguiranno a ruota, condividendo il regalo dello stesso futuro “lacrime e sangue”.
La confraternita di cui sopra sa bene che una volta messa in moto l’operazione è indispensabile fare in fretta e condurre in porto il Blitzkrieg prima che al di là del velo delle didascalie e delle dotte disquisizioni i cittadini percepiscano la realtà ed incomincino a reagire creando problemi che non possano essere risolti con l’ausilio dei lacrimogeni e di qualche manganellata.