sabato 24 dicembre 2011

Le banche si preparano al ritorno della Lira ( articolo di RaiNews 24 )

Il seguente articolo è tratto dal sito web del canale "all news", RaiNews 24. Appena pubblicato, l'ho voluto riportare su questo mio blog. La notizia sembra importante e quindi da seguire con attenzione.

La fonte alla base del pezzo è stata presa dal sito del "The Wall Street Journal", nell'articolo "Banks Struggle with the Euro Contingencies".


Almeno due banche di caratura mondiale "hanno preso delle misure" per ritornare ad effettuare transazioni in vecchie valute della zona euro tra cui lira, dracma e escudo. Lo scrive il Wall Street Journal citando fonti ben informate.

Le banche in questione hanno gia' contattato Swift, l'azienda belga che gestisce i sistemi per le transazioni finanziarie internazionali, per avere la tecnologia e i codici necessari, riferiscono le fonti.

Un portavoce di Swift ha detto al quotidiano finanziario che l'azienda e' pronta a fare tutto quanto sara' necessario per garantire il regolare svolgimento delle transazioni, ma che "non e' il caso fare commenti su questioni specificamente legate alla zona euro".

Secondo il Wall Street Journal, le banche stanno studiando tutti gli aspetti del possibile impatto che avrebbe l'uscita di uno o piu' paesi dalla zona euro.






venerdì 2 dicembre 2011

La crisi dell'euro non è sanabile ( articolo di Ida Magli )

Il seguente articolo, è a firma di Ida Magli ed è pubblicato sul suo sito Italiani liberi.

La crisi dell’euro non è sanabile. Nessuno vi può riuscire, che sia o non sia un esperto banchiere o persona di fiducia del mondo intero. Non vi può riuscire neanche bruciando nel crogiolo dell’euro tutti i beni che gli Italiani e gli altri popoli d’Europa possiedono. Si sente dire in questi giorni che alcune grandi banche americane stanno preparandosi al crollo della moneta unica: non è possibile che i capi dei governi europei, responsabili della vita e dei beni di centinaia di milioni di persone, si rifiutino di ammettere questa possibilità preparando una qualche via di fuga, un’estrema uscita d’emergenza. E’ un loro preciso dovere predisporre un ordinato ritorno alla moneta nazionale in caso di necessità, invece di aspettare il caos del crollo globale. Gli strumenti a disposizione non mancano. Faccio un solo esempio: la lira non è ancora andata fuori corso. Si può cominciare ad emettere una parte dei titoli di Stato in lire esclusivamente per il mercato italiano e a far circolare la doppia moneta, così come si è fatto nel primo periodo del passaggio all’euro. Sappiamo bene quanto siano capaci di creatività i tecnici della finanza: la mettano all’opera.
  L’importante, tuttavia, è che si riconosca il fallimento del progetto di unificazione europea e della moneta unica. Soltanto se ci si convince che l’euro è debole perché è privo della forza degli Stati che lo dovrebbero garantire, si capirà che nessuna terapia lo può guarire. La forza degli Stati non è costituita dal nome dei governanti, ma dai loro popoli, dalla loro storia, lingua, arte, religione, civiltà. Perfino il mercato, idolo dei banchieri, si è indebolito in Europa perché, con l’unificazione, si è trovato ridotto al minimo comune denominatore. E’ una delle prime cose che ci hanno insegnato a scuola: non si possono sommare le mele con le pere. E’ proprio quello che hanno voluto fare i progettisti dell’Unione: francesi più tedeschi più spagnoli più italiani ecc., tutti mele o tutti pere, come se la ricchezza dei popoli d’Europa non consistesse soprattutto nella loro straordinaria diversità creativa. Tragica ignoranza o spaventosa presunzione del potere? Sarà la storia a rispondere a questa domanda.
  La crisi dell’euro è dovuta quindi, a parte i numerosi motivi specificamente tecnici del mercato e della finanza, al fatto che era sbagliato il progetto di unificazione europea entro il quale l’euro doveva vivere. Unificare i popoli, però, è un’operazione antropologica. Per questo è stato evidente fin dal primo momento ad una persona come me che fa di professione l’antropologo, vederne tutti gli errori e rendersi conto che l’euro, frutto principale dell’unificazione, sarebbe fallito. Ne avevo previsto il crollo, infatti, fin da prima che entrasse in circolazione, ossia nel 1997, quando ho pubblicato per l’editore Rizzoli il libro “Contro l’Europa”. Gli anni sono passati, ho scritto decine di articoli (molti pubblicati anche sul “Giornale”) sempre ripetendo che la costruzione europea era sbagliata e che le conseguenze negative, per l’Italia in particolar modo, sarebbero state gravissime, ma sono stata purtroppo costretta ad assistere nell’impotenza al sicuro disastro. Nell’estate dell’anno scorso Rizzoli mi ha chiesto di scrivere un secondo libro sull’Europa. A novembre è uscito “La Dittatura europea” dove si trovano descritti passo per passo, tutti gli avvenimenti cui stiamo assistendo. Soltanto un nome è diverso: prevedendo che un banchiere sarebbe diventato capo del governo, facevo il nome di Draghi. Allora Draghi non era ancora stato nominato alla Bce, ma si tratta di personaggi interscambiabili. Qualche giorno dopo avrei fatto sicuramente il nome di Monti.
  Non sta bene dire “Ve lo avevo detto?”. E’ compito specifico dello scienziato fare delle previsioni il più possibile vicine alla realtà e per un antropologo era facilissimo capire che si stavano compiendo macroscopici errori. Se adesso lo metto in rilievo è nella speranza che finalmente qualcuno lo creda e corra ai ripari. Siamo ancora in tempo a salvare l’Italia e la civiltà europea.

Ida Magli
www.italianiliberi.it
Roma, 27 novembre 2011

mercoledì 30 novembre 2011

Germanesi & Company

Il seguente articolo, è tratto dal sito web dell'economista Eugenio Benetazzo.


Se avete notato in queste ultime settimane non ho prodotto alcun redazionale su quanto è accaduto in Italia, mi sono limitato ad ascoltare e leggere il dilagante pressapochismo giornalistico di cui si sono caratterizzati i principali media nazionali. Ho rifiutato senza esitazione alcuna anche inviti di partecipazione a talk show televisivi molto popolari che hanno messo in scena la solita caccia “dalli all'untore” con dietro le quinte i tre re magi (Franceschini, Bersani e Finocchiaro) che brindavano per la tanto attesa dipartita di Berlusconi. Per questo motivo abbiamo avuto bisogno di Gandalf il Bianco (Mario Monti) in quanto la politica italiana degli ultimi quindici anni si è solo occupata di appoggiare e sostenere il dictat di Berlusconi oppure nel condannarlo.


Chi guardava invece l'Italia da oltre confine vedeva una dozzina di partiti ognuno diverso ideologicamente dall'altro, ma tutti accomunati dall'esigenza di compiacere a logiche di consenso elettorale. Nessuno di questi partiti sarebbe mai andato davanti alla nazione a dire la verità e cioè che per riformare il paese si sarebbero dovuti eliminare privilegi e benefits a milioni di italiani. Per questo vi invito ad immaginare al paese come ad un condominio che sta andando a fuoco (lotta di classe, perdita di competitività, oneri insostenibili sullo stock di debito, disoccupazione dilagante, mancanza di una politica industriale): che cosa si poteva fare allora in questo caso ? Chiamare l'amministratore del condominio (andare alle elezioni) oppure chiamare i vigili del fuoco (governo tecnico) ?

Il buon senso e lungimiranza dei condomini dovrebbe indurre ad allertare i vigili del fuoco, purtroppo nell'anomalia di quest'epoca i vigili del fuoco sono stati urgentemente invocati dai vicini di casa del condominio (germanesi & company) che temono il propagarsi delle fiamme anche nello loro rispettive abitazioni. L'Italia oggi rischia di portare in default o peggio al crash l'intera Unione Europea e con essa la sua giovane creature, l'euro. Sono numerose ormai le voci che danno la disfatta della moneta unica sempre più prossima: oggettivamente l'euro è ormai un progetto fallimentare, che senso ha una divisa (imposta dall'alto) in comune, con la presenza di oltre una dozzina di tassi di interesse diversi uno dall'altro.

L'Italia si deve rifinanziare ad un tasso di interesse simile a quello in cui vigeva la lira, perciò ministri dell'Ecofin fate presto e predisponete quanto prima questi tanto sospirati eurobond ed evitate a tutta Europa di piombare nella peggiore depressione economica di tutta la storia economica occidentale. Per l'Italia comunque non c'è bisogno di tanta immaginazione per comprendere che cosa ci aspetta, e non parlo della patrimoniale sulla prima casa, della nuova mobilità sul lavoro (leggasi licenziamenti coatti), del ridimensionamento del protezionismo sociale, dell'aumento delle imposte indirette o del monitoraggio esasperato di tutte le transazioni di pagamento (lotta all'evasione).

Per quanto infatti potrà essere saggio e risolutivo il governo Monti, potrà solo mitigare l'inesorabile processo di rallentamento e declino economico che caratterizza il nostro paese manifestandosi attraverso  due fenomeni ben distinti: sul piano economico, la giapponesizzazione dell'Italia (crescita molto bassa ed invecchiamento della popolazione) mentre sul piano sociale, la sudamericanizzazione del paese (aumento della conflittualità e del disagio sociale, criminalità dilagante e schiacciamento verso il basso dei livelli di reddito personale). Cari genitori, valutate pertanto con profonda attenzione cosa far studiare ai vostri figli e soprattutto a chi e dove rivolgere le loro attenzioni ed interessi. L'Italia ormai è un paese in via di sottosviluppo, non ha più senso spendere energie, risorse, tempo e denaro per un paese morente. Monti o Tremonti il risultato non cambia.

domenica 27 novembre 2011

Così iniziano le dittature ( articolo/intervista a Nigel Farage di Claudio Messora )


Il seguente articolo con relativa intervista all'europarlamentare Nigel Farage, è tratta dal sito del giornalista Claudio Messora, Byoblu
Il 16 novembre Nigel Farage, in un discorso al Parlamento Europeo largamente ripreso e diffuso in Italia, ha accusato i burocrati europei di avere rimpiazzato il governo greco con un governo marionetta e di avere sostituito il governo Berlusconi con il governo Monti. Ha terminato il suo discorso chiedendo cosa, in nome di Dio, avesse dato loro il diritto di farlo. Questo blog aveva ripreso e tradotto il discorso di Farage.
Per approfondire la questione, ho intervistato Nigel Farage per  il blog. Enjoy.
CLAUDIO MESSORA: Mr.Nigel. due governi di due stati democratici si sono dimessi a distanza di un giorno l'uno dall'altro, e sono stati rimpiazzati da due governi tecnici, guidati da uomini provenienti dagli uffici internazionali dell'alta finanza e dalla Commissione Trilaterale. Mario Monti e Lucas Papademos. Si tratta di una coincidenza?


NIGEL FARAGE: Beh, si sentono molte teorie sul perche' le cose in Grecia e in Italia sono andate come sono andate. Non potremo mai avere una certezza. Cio' che sappiamo e' che due premier eletti democraticamente sono stati rimossi dai bulli di Bruxelles. Non erano piu' accettabili. Certo e' che, nel caso del signor Papandreou, egli ha osato bestemmiare in pubblico. Si, ha utilizzato la parola che inizia con “r”, la parola referendum. Inaccettabile, doveva andarsene. Il signor Berlusconi era irrecuperabile e le cose in Grecia possono sembrare gravi ma in Italia abbiamo il signor Monti, ex commissario europeo, uno degli architetti della zona euro, disastro! Un non eletto che non era neanche membro del parlamento quando tutta questa storia ebbe inizio. E, per finire, per mettere insieme tutti i pezzi ha composto una vetrina di persone, nessuna delle quali possiamo definire come politico eletto democraticamente. Indipendentemente dalla causa di tutto cio', se crediamo nella liberta' e nella democrazia dobbiamo dire che siamo davanti ad una mostruosita'. E' tutta una coincidenza? No, si tratta di CONTROLLO.


CLAUDIO MESSORA: Nonostante uno stato di crisi di gravità comparabile, a differenza dell'Italia la Spagna è andata incontro a regolari elezioni. Quali sono le differenze reali tra i due approcci?


NIGEL FARAGE: Beh, certamente domenica scorsa gli spagnoli hanno avuto le elezioni. Molto interessante: ero in un dibattito alla tv inglese quando i risultati sono arrivati e ho detto: perché si sono disturbati? Perché avere un elezione, visto che dopotutto, effettivamente, hanno le mani legate, e abbiamo visto oggi nei giornali, che la prima cosa il signor Rajoy ha fatto é andare dalla Merkel per farsi dare istruzioni, e certo se tra qualche mese loro non sono contenti, sará "licenziato" e rimpiazzato da qualcun altro. Ció che sta accadendo realmente con la crisi dell'Eurozona, é che la democrazia viene deliberatamente e volontariamente distrutta da persone che faranno di tutto per sostenere il loro fallimentare e fallito Euro-sogno.


CLAUDIO MESSORA: Cosa pensa della soddisfazione di una parte del popolo italiano per la sostituzione del governo Berlusconi con un Governo Tecnico? Vi è un sentimento diffuso, tra la popolazione, di rassegnazione all'incapacità di esprimere una buona classe dirigente dal basso, per cui molti preferiscono una soluzione imposta dall'alto.


NIGEL FARAGE: Ok, c'è questo argomento che il signor Berlusconi non era un buon premier. Questo può essere vero oppure falso. Ma l'essenza di una democrazia parlamentare è che per quanto un governo possa essere cattivo, voi, il popolo, avete un'occasione, un'opportunità di rimuoverlo in regolari elezioni politiche e sostituirlo con qualcun altro. L'argomento che Berlusconi non fosse all'altezza, che un governo tecnico sia in qualche modo meglio, penso sia sbagliato da due punti di vista. Primo, il signor Monti è uno dei principali artefici, personalmente, di questo fallimento. Secondo, questo è esattamente il modo in cui inizia una dittatura. Si dichiara uno stato di emergenza, le leggi normali democratiche si sospendono e c'è qualcuno che prende il potere per il bene del Paese. Così iniziano le dittature! A mio avviso, in qualunque circostanza, non è giustificabile.


CLAUDIO MESSORA: Uno degli obiettivi di Mario Monti, nella Commissione Trilaterale, era di perseguire con dedizione la totale unificazione europea. Crede che, come presidente del Consiglio, oggi stia facendo gli interessi del popolo italiano o quelli delle organizzazioni internazionali nelle quali ha ricoperto ruoli apicali?


NIGEL FARAGE: Quello che è certo è che il signor Monti non ha un mandato popolare di nessun tipo. Quello che è altresì certo è che lui vuole assicurarsi che la Grecia, e certamente anche l'Italia, restino nell'Euro e continuino a far parte del progetto europeo. Io non riesco, per quanto mi sforzi, a capire perché gli italiani vogliano sopportarlo. E' una mostruosità assoluta che è stata loro imposta. Ad Atene abbiamo visto la gente scendere in piazza e ti dico una cosa: se fossi in italia sarei tentato dal fare esattamente lo stesso.


CLAUDIO MESSORA: Cosa ne pensa del MES, il trattato europeo in corso di approvazione che darà a 17 governatori, tra cui Mario Monti, il potere di esigere qualunque somma dagli stati membri e di contro li renderà immuni da qualunque procedimento giuriziario, oltre a dichiarare segreti ed inviolabili tutti i loro archivi e i loro documenti?


NIGEL FARAGE: Dunque, con la crisi dell'Euro la soluzione è gioco forza "più Euro". Questo è ciò che sentiamo dire da Barroso e da Van Rompuy. Ed ora c'è questo nuovo trattato MES, il meccanismo europeo di stabilità, e l'idea è che a breve ci sarà un cambio, magari in 18 mesi o in 2 anni, che renderà legali i salvataggi europei che abbiamo già avuto per gli stati dell'Eurozona. Qualcosa che sarà legale ma che al momento certamente non lo è. Ritengo che questo nuovo trattato sia la peggiore evoluzione dell'Europa Unita: darà un potere arbitrario e completo a burocrati stranieri mai eletti di controllare le economie di interi paesi, e anche se faranno un gran casino, il trattato conferirà loro l'immunità totale da qualsiasi iniziativa giudiziaria, a vita! Questo trattato, il MES, va a toccare cose che dovrebbero e anzi devono essere sottoposte a referendum in ogni stato membro, e gli italiani non dovrebbero prenderlo così sotto gamba. Sicuramente a un certo punto dovrete decidere del vostro futuro. Non potrete basarvi sempre sul fatto che il signor Monti ed altri facciano ciò che è nei vostri interessi.


CLAUDIO MESSORA: Perché ha accusato Mr.Rumpoy di non avere nessuna legittimazione democratica? Perché lo considera responsabile di quanto sta accadendo al popolo italiano?


NIGEL FARAGE: Herman Van Rompuy, un mio vecchio amico! Beh, 18 mesi fa ci siamo scontrati al Parlamento Europeo: io diedi una versione alternativa del suo curriculum, della sua formazione. Ma quello in cui, convintamente, avevo di sicuro ragione, era nel dire che non aveva nessuno legittimazione democratica. Seguimi: non è stato votato da nessuno, e non esiste nessun meccanismo per i normali votanti né per nessuna nazione europea di rimuoverlo. E la cosa più importante di questo recente fiasco italiano è stato vedere questo uomo non eletto venire da Brussels a Firenze a dire al popolo italiano che questo non è il momento per le elezioni, ma è il momento per le azioni. Chi, nel nome di Dio, gli ha dato il diritto di dire queste cose al popoplo italiano?


CLAUDIO MESSORA: Cosa ne pensa delle affermazioni di Sarkozy e della Merkek secondo cui chi fa cadere l'Euro si renderà responsabile dell'accensione di una nuova stagione di conflitti militari tra i paesi europei?


NIGEL FARAGE: Ho incontrato Angela Merkel un mese fa, e le ho fatto una domanda. Le chiesi: perché la Grecia non può essere lasciata libera di riavere la sua moneta, di svalutarla e di avere un suo proprio governo democratico? La risposta della Merkel fu chiara: se permettiamo alla Grecia di andare via, altri paesi la seguiranno. Quindi il problema qui è che il progetto europeo deve essere sostenuto al prezzo di qualsiasi costo economico o democratico. Deve essere tenuto coeso. E poi, quando iniziano a disperarsi, dicono che se l'Euro fallisce potrebbe esserci una guerra. Quale guerra? Chi dovrebbe invadere cosa? Dovremmo credere che la Germania tornerà a riarmarsi? E che invaderà la Francia? Non credo proprio! Queste sono le vecchie tecniche di intimidazione, e dovremmo ricordare che, in realtà, le guerre possono insorgere quando i popoli sono forzati artificialmente a stare insieme contro la loro volontà. Ricordate che è accaduto nei Balcani, è successo il secolo scorso, ne abbiamo visto ramificazioni negli ultimi venti anni e l'abbiamo chiamato Yugoslavia. Ci sono molte più probabilità di rivolte, di dissensi e anche di guerre civili se andiamo avanti a imporre agli europei una forma di governo che non hanno scelto e che non vogliono.


CLAUDIO MESSORA: Lei è contro l'Unione Europea. Come pensa che i singoli stati possano sopravvivere, in un'era di mercati globali, se lasciati da soli a confrontarsi con le potenze emergenti, senza un'unione forte?


NIGEL FARAGE: Il discorso della globalizzazione è davvero molto ampio. E una delle analogie che si possono fare è questa. Siamo qui, nel mezzo dell'oceano Atlantico, in una grande tempesta. Ci sono onde enormi che ci scuotono da ogni parte e la situazione è incredibilmente pericolosa. Ora il punto è che se siamo tutti insieme in una unica grande nave, in qualche modo sarà più sicuro e potremo fronteggiare questi temporali violenti con una certa speranza e una maggiore aspettativa di sopravvivenza. Io obietterei che, a dire il vero, la cosa più importante se vogliamo sopravvivere in una tempesta atlantica non è essere in una grande e grossa nave, che potremmo magari chiamare Titanic, ma credo che la cosa più importante, se siamo in mezzo ai marosi, è avere le mani saldamente sul timone ed essere capaci di tracciare la giusta rotta, seguendo la giusta direzione. In termini commerciali, in termini di relazioni internazionali, in termini di politiche estere, il mio paese, il Regno Unito, e l'Italia hanno approcci totalmente differenti. Non significa che io sia migliore di te, e non significa che io sia peggiore, ma significa che il mio paese è molto diverso dal tuo, e ritengo che abbiamo una maggiore, migliore speranza di sopravvivere alle grosse tempeste di attraversare indenni gli oceani di tutto il mondo, se siamo davvero in grado di tracciare la direzione che vogliamo seguire, piuttosto che seguire una decisione comune presa per conto di 27 popoli diversi, con idee contrastanti, e vedere tutto quanto ridotto a un pasticcio, a un compromesso che non va bene a nessuno e diretto da burocrati nella Commissione Europea che, lo abbiamo visto in qualsiasi altra area politica, hanno fallito in tutto l'arco degli ultimi vent'anni.


CLAUDIO MESSORA: Non crede che vi sia una eccessiva dominazione dei mercati, invece di perseguire un modello di società incentrato sul benessere dei cittadini? Ritiene giusto che le regole del mercato e della speculazione debbano prevalere al punto da mettere in crisi intere popolazioni, sebbene in fondo esse abbiano tutte le risorse fisiche necessarie per vivere bene?


NIGEL FARAGE: Tutto il discorso è che lo stato può avere cura delle persone al meglio, lo stato può assicurarsi che dalla culla alla tomba tu sia protetto, che tu possa prosperare e che tu possa lavorare. Beh, gli esempio di questa visione in realtà non sono molto positivi. Guarda l'Unione Sovietica. All'inizio la pensavano così, e guardate il disastro assoluto che hanno combinato. Io so che la società del libero mercato ha degli eccessi. Ci sono persone preparate a infrangere la legge, le regole, so che la ragione del profitto può diventare la ragione dell'avidità. Beh, io vi dico questo. La mia visione dell'evoluzione della societá umana é che se vogliamo avere scuole, ospedali e stato sociale, per avere tutte queste cose devi creare profitto! Perché é grazie al profitto che la gente paga le tasse. E ció che abbiamo adesso in questa unione europea é qualcosa che si definisce libero mercato ma che in realtá è totalmente controllato dagli stati, completamente nelle mani di grandi banche e multinazionali, che sta bloccando la genuina libera impresa e le piccole, medie imprese dal nascere e svilupparsi, e stiamo assistendo alla bassa crescita, a un disastroso indebitamento, un vero brutto affare per coloro per i quali, io credo, queste cose sono state pensate e realizzate: la parte debole della societá. Dobbiamo fare soldi, realizzare profitti, dobbiamo competere con il Brasile, con l'India, con la Cina e con tutto il mondo intero in via di sviluppo. Ma tutto ció che stiamo facendo é avvolgerci in un mantello che dice: "Oh, si puó lavorare meno, si deve guadagnare di piú," "si puó andare in pensione prima." Non funziona. Non paga. Una volta pensato attentamente a tutto questo, il mercato é ció che dà profitto, il profitto ci dá le tasse, le tasse ci danno il buono stato sociale in ogni stato libero.


CLAUDIO MESSORA: Cosa crede che dovrebbe fare l'Italia per superare la crisi?


NIGEL FARAGE: Allora, l'Italia? Ho sempre avuto la certezza che Grecia e Portogallo non sono mai stati adatti all'Euro, non avrebbero dovuto mai farne parte e dovrebbero essere lasciati liberi, o meglio essere liberati, il prima possibile. Ora, per l'Italia la questione si fa un tantino piú complicata. Siete una grande economia ma penso che alla fine la veritá stia nel fatto che non potrete mai prendere la vostra economia, la vostra cultura, la vostra politica e il sistema tedesco e fonderli insieme in una risoluzione pacifica. Non sará adesso, ci vorrá del tempo, ma penso veramente che l'Italia debba abbandonare l'Euro, tornare alla Lira e soprattutto sbarazzarsi di Monti e i suoi amichetti, che non sono mai stati votati da nessuno, che non hanno legittimazione democratica e che prima li cacciate e meglio é.


CLAUDIO MESSORA: Ci dica qualcosa dei suoi progetti futuri per il suo partito, l'UKIP, e per il Regno Unito.


NIGEL FARAGE: Siamo fortunati, abbiamo fatto un grande catenaccio per non entrare nell'Euro. Grazie a Dio non ci siamo entrati. Grazie al cielo siamo liberi. Oh, ma abbiamo i nostri problemi eh!? Un enorme indebitamento. Ma abbiamo la sterlina, che al momento é debole sui mercati, cosa che al momento é proprio un bene visto i conti in cui siamo. Il mio partito non é anti-europeo affatto. Vogliamo un'Europa con cui fare affari, collaborare, saremo perfino ottimi vicini di casa. Personalmente ho un grande affetto per l'Italia e gli Italiani, e per 7 anni, quando facevo un lavoro diverso quando ero nel business, ho avuto un'agenzia a Milano ed ho speso un sacco di tempo a girare l'Italia, in affari con aziende italiane. E, come ho detto in precedenza, noi non siamo meglio, non siamo peggio, siamo certamente, peró, molto differenti da voi. Rimaniamo con le nostre proprie forme di governo, monete, lingue, culture. Saremo uniti, faremo affari, saremo amici e buoni vicini e ci siederemo attorno a un buon piatto di spaghetti con il vostro delizioso vino, e saremo amici. Ma non dovremmo essere forzati insieme nella stessa unione politica, e il mio partito continuerá a portare avanti questa politica, per un Regno Unito libero, indipendente e democratico, non governato da Herman Van Rompuy, Barroso o altri orribili insignificanti burocrati che adesso stanno comandando le vite di 500 milioni di persone, nei fusi orari europei.


 Non sono particolarmente bravo con le pronunce straniere, peró voglio salutare tutti quelli del sito BYOBLU, credo si pronunci cosí... Mi sono molto divertito. Spero di rivedervi presto!
n.b. Grazie ad Alessio Mariottini per la trascrizione del testo


giovedì 10 novembre 2011

Il pranzo è servito

Finalmente, per la cosiddetta "finanza internazionale", è arrivata l'ora della pappa. L'Italia, con molta probabilità, avrà un Governo tecnico e alla sua guida siederà un "grande italiano" ( come è stato definito da tanti pupazzi della politica), ovvero Mister "Goldman Sachs", ma anche Mister "Commissione Trilaterale" e, anche, Mister "Gruppo Bilderberg", cioè Mario Monti.
Un uomo, un cyborg. Così definisco certi individui che, pur se italiani non lo sembrano perchè MAI hanno fatto qualcosa per la nostra Nazione e MAI faranno nulla per gli italiani. Perchè sempre hanno agito per banche d'affari e organismi sovrannazionali. Oppure, alla guida di gruppi automobilistici, ragionano come robot, calpestando, prima dei diritti dei lavoratori, la dignità degli esseri umani. Tra questi annovero ( per farla breve ): oltre a Monti, Draghi, Marchionne e Padoa Schioppa.

Insomma, tornando a monte del pezzo, ieri, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ( un altro politico di "grande spessore" ), ha nominato senatore a vita Monti; ma come mossa è molto ma molto prevedibile. E' l'occasione per quando, a breve, dovendo originare un Governo tecnico, sarà "benedetto" come Presidente del Consiglio.
Napolitano, Napolitano...crede che la gente sia ( tutta ) fessa?
Ma ci troviamo nel pieno della bufera finanziaria; gli attacchi all'Italia, soprattutto tra ieri e l'altro ieri, si sono fatti così pesanti che alla fine, il Presidente del Consiglio Berlusconi ( anche grazie alle solite fughe di chi, qui in Italia, si considera politico ), non avendo una maggioranza ragguardevole e vedendo la borsa sprofondare, è come se fosse stato "invitato" a dichiarare che, scadenze a parte, si dimetterà dall'incarico.
Napolitano, che fremeva per accontentare i padroni della finanza, ecco che ti fa Monti senatore a vita in vista di ciò che ho poc'anzi scritto.

Va bene così; quando vedremo la maggior parte dei servizi sociali tagliati, quando i licenziamenti saranno all'ordine del giorno, quando le code alla Caritas diventeranno sempre più corpose, quando avverranno patrimoniali sui c/c, quando il peggio già esistente, diventerà infernale, allora, FORSE, qualcuno si renderà conto che ( così come riportai in altri miei articoli ):
  • mentre ci si perdeva tra le cosce delle mignotte di Berlusconi ( grande arma di distrazione di massa );
  • mentre ci si metteva la sciarpetta viola;
  • mentre ci si eccitava dai monologhi asfisianti di Saviano, dalle "ribellioni" intellettuali di Santoro e Travaglio, dal TG1 che "non era più il TG1 di una volta" , dalla comicità di Benigni e Crozza e dall'ennesimo girotondo...
... l'Italia era da un pezzo fallita, ma come tutti i tracolli, chi di dovere la faceva cuocere a fuoco lento, per poi, con attacchi speculativi, colpirla e far trovare ( leggesi "imporre" ) delle soluzioni immediate "per evitare il rischio default".

Ed eccoci qui, appunto. Ora che bisogna fare?
Prima di tutto un Governo tecnico.
Chi ci mettiamo?
Un emissario della Goldman Sachs ( oltre che della trilaterale e del Gruppo Bilderberg ).
Che farà il Governo tecnico?
Ma naturalmente attuerà i diktat ( scusate, i "consigli" ) della BCE e del FMI, ovvero: licenziamenti, tagli allo stato sociale, privatizzazioni, ecc...per poter concedere il generoso prestito
Quindi avremo il prestito della BCE?
Ovvio, l'ho scritto sopra. E al tasso del 5%

( in poche parole, intervengono i "Chicago Boys" )

E tutti vissero felici e contenti. E ne sono certo!! C'è gente ( gli infervorati contro Berlusconi ) che è al settimo cielo per le sue dimissioni. Ed è straconvinta che Monti sia "la scelta più giusta e ponderata" che si potesse avere. Beati loro, poveri derelitti e raggirati dal Sistema. Il Sistema li schiaccia, li tritura, li ingoia e li rivomita e loro che fanno? In un coro di pecore continuano a dire "Berlusconi-dimissioni". Diciamo pure che, credendo ancora ciecamente alla politica e al dualismo "sinistra"/"destra", si lasciano ( colpa loro, ovviamente ) trascinare dai politici "di sinistra" che ancora furoreggiano contro Berlusconi. Insomma, questi pagliacci continuano a mantenere eccitata e schiumante di rabbia la gente.

Ci risentiamo a fra qualche mesetto? Dai, dai...
Nel frattempo, ecco cosa scrivevo nei mesi precedenti nei seguenti articoli:


lunedì 7 novembre 2011

Presidente Berlusconi, per il bene dell’Italia, NON SI DIMETTA ( articolo di Paolo Barnard )

Il seguente articolo, è tratto dal sito del giornalista Paolo Barnard.

Presidente,

perdoni l'approccio informale. Sono il giornalista e autore Paolo Barnard, lavoro da due anni con il gruppo di macroeconomisti del Levy Institute Bard College di New York sulla crisi dell'Eurozona. Siamo guidati dal Prof. L. Randall Wray dell’Università del Missouri Kansas City, che coordina altri 10 colleghi inglesi e australiani.

Presidente, è incomprensibile che Lei non scelga di salvare la nazione, e il Suo governo, rendendo pubblico che:

a) l'Euro fu disegnato precisamente per affossare gli Stati del sud Europa, fra cui l’Italia.

b) esistono responsabili italiani ed europei di questo "colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche". (una definizione del tutto ragionata offerta dell'economista americano Michael Hudson)

Presidente, dalle pagine del Financial Times, del Wall Street Journal e persino del New York Times, da mesi economisti del calibro di Martin Wolf, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, Nouriel Roubini, Marshall Auerback, Le stanno suggerendo la via d'uscita. A Parigi, l’eccellente Prof. Alain Parguez dell’Università di Besancon ne ha trattato esaustivamente. Wray e i suoi colleghi Mosler, Tcherneva e Hudson pure. Nel dettaglio, essi hanno scritto che:

L'Italia è stata condannata a un’aggressione senza precedenti da parte dei mercati dall'operato dei governi di centrosinistra che La hanno preceduta, poiché essi hanno portato il nostro Paese nel catastrofico costrutto dell'Eurozona. Le famiglie italiane e il Suo governo non devono pagare per colpe non loro. Lei deve dire alla nazione ciò che sta veramente accadendo, e chi ci ha condotti a questo dramma. 

L'Euro fu pensato nel 1943 dal francese Francois Perroux con il dichiarato intento di "Togliere agli Stati la loro ragion d'essere". La moneta unica è infatti un progetto franco-germanico da quasi mezzo secolo (Attali, Delors, Issing, Weigel et al.), col fine di congelare le svalutazioni competitive d'Italia e Spagna, e col fine di deprimere i redditi del sud Europa per delocalizzare in esso manodopera industriale per l'esclusivo vantaggio del Neomercantilismo franco-tedesco.

Specificamente, la moneta unica:

- Esclude un prestatore di ultima istanza sul modello Federal Reserve USA, proprio per portare la sfiducia dei mercati sui debiti dell'Eurozona. 

- I debiti dell'Eurozona non sono più sovrani, poiché l'Euro è moneta che ogni Stato può solo usare, non emettere, e che ogni Stato deve prendere in prestito dai mercati di capitali privati che lo acquisiscono all'emissione. L'Euro è moneta di nessuno, non sovrana per alcuno.

- I due punti precedenti hanno distrutto il fondamentale più importante della macroeconomia di Stato, che è "Ability to pay", cioè la capacità di uno Stato di onorare sempre il proprio debito emettendo la propria moneta sovrana. L’attuale aggressività dei mercati contro il nostro Paese (ed altri) è dovuta in larghissima parte proprio alla loro consapevolezza della nostra perdita di "Ability to pay", la cui presenza è infatti l'unica rassicurazione che può calmare i mercati. Motivo per il quale il Giappone dello Yen sovrano, che registra il 200% di debito/PIL, non è da essi aggredito e ha inflazione vicina allo 0%. Motivo per cui l'Italia della Lira sovrana mai si trovò in condizioni simili al dramma attuale, nonostante parametri ben peggiori di quelli oggi presenti.

- L'Euro è moneta insostenibile, disegnata precisamente affinché l'assenza radicale di "Ability to pay" nei governi più deboli dell’Eurozona inneschi un circolo vizioso di crisi che alimenta la sfiducia dei mercati che alimenta crisi. Non se ne esce, qualsiasi correttivo non altera, né mai altererà, questo fondamentale negativo, e i mercati infatti non si placano.

- Le estreme misure di austerità per la riduzione del deficit di bilancio che vengono oggi imposte al Suo governo, sono distruttive per la Aggregate Demand di cui qualsiasi economia necessita per crescere. Sono cioè  il farmaco che causa la malattia, invece di curarla. Anche questo non accade per un caso.

- Tali misure ci vengono imposte proprio perché il nostro debito pubblico non è più sovrano, a causa dell'adozione di una moneta non sovrana. Infatti, ogni spazio di manovra del Suo governo al fine di stimolare crescita e riduzione del debito attraverso scelte di spesa sovrana (fiscal policy), è stato annullato dall'adozione della moneta unica, che, ribadisco, l'Italia non può emettere come invece fanno USA o Giappone. Si tratta di una perdita di sovranità governativa senza precedenti nella storia repubblicana, e di cui le misure imposte dalla Commissione UE come il European Semester e l'Europact sono l'espressione più estreme, ma di cui noi cittadini e Lei paghiamo le estreme conseguenze.

- L'Euro e i Trattati europei che l’hanno introdotto, sbandierati a salvezza nazionale dal centrosinistra, stanno, per i motivi sopraccitati, umiliando l'Italia, nazione che ha uno dei risparmi privati migliori del mondo, 9.000 miliardi in ricchezza privata, una capacità industriale invidiata dai G20, banche assai più sane della media occidentale, e parametri di deficit che sono inferiori ad altri Stati dell'Eurozona. Lei, Presidente, sarà il capro espiatorio, noi italiani ne soffriremo conseguenze devastanti per generazioni. 

Presidente, Lei deve e può denunciare pubblicamente la realtà di questa moneta disegnata per fallire. Lei può e deve smascherare le responsabilità del centrosinistra italiano e dei governi 'tecnici' in queste scelte sovranazionali catastrofiche.

Presidente, il team di macroeconomisti accademici del Levy Institute Bard College di New York e dell'Università del Missouri Kansas City, sono coloro che hanno strutturato il piano Jefes che ha portato l'Argentina dal default al divenire una delle economie più in crescita del mondo di oggi. Essi sono a Sua disposizione per definire sia la strategia comunicativa che quella economica per salvare l'Italia, e il Suo governo, da un destino tragico e che non meritiamo.
In ultimo una precisazione di ordine morale.
Presidente, io non sono un Suo elettore, e avrei cose dure da dire sul segno che la Sua entrata in politica ha lasciato in Italia. Ma non sono un cieco fanatico vittima della cultura dell’odio irrazionale che ha posseduto gli elettori dell’opposizione in questo Paese, guidati da falsari ideologici disprezzabili, come Eugenio Scalfari, Paolo Flores d’Arcais, Paolo Savona, e i loro scherani mediatici come Michele Santoro, Marco Travaglio e codazzo al seguito. Perciò come prima cosa mi ripugna che Lei sia bollato come il responsabile di colpe che Lei non ha, e che sono tutte a carico del centrosinistra italiano. Incolpare un innocente, per quanto criticabile egli sia, è sempre inaccettabile. Ma soprattutto, Presidente, se l’Italia verrà consegnata dal golpe finanziario in atto contro di noi, e da elettori sconsiderati e ignoranti, nelle mani del Partito Democratico, per noi sarà la fine. Sarà l’entrata trionfale a Roma dei carnefici del Neoliberismo più impietoso, sarà la calata della Shock Therapy su un popolo ignaro, cioè il saccheggio del bene comune più scientificamente organizzato di ogni tempo, quello che nell’Est europeo ha già mietuto più di 40 milioni di vite in due decadi, senza contare le sofferenze sociali inenarrabili che porta con sé.
I volti di Mario Monti, di Massimo D’Alema, di Mario Draghi, di Romano Prodi, dell’infimo Bersani, sono le maschere funebri di questa nazione, veri criminali e falsari di portata storica. Il cerimoniere complice si chiama Giorgio Napolitano.
Mi appello a Lei Presidente perché mi rendo conto che i miei connazionali non hanno la più pallida idea di ciò che il centrosinistra italiano ha già inflitto al nostro Paese, di ciò che gli infliggerebbe se salisse al governo, ma soprattutto di chi li guida dietro le quinte. Le eminenze grigie sono le elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste, gente senza nessuna pietà.
Resista Presidente, affinché Lei possa usare il tempo che Le rimane per smascherare il “colpo di Stato finanziario” che sta travolgendo, fra gli altri, la nostra Italia. I mercati finanziari della “classe predatrice”, così ben descritta nella sua abiezione dall’americano James Galbraith, la odiano a morte, ci odiano a morte. Sia, Presidente, colui che piazza la mina nei cingoli della loro macchina infernale, rivelandone l’inganno chiamato Euro e Trattato di Lisbona. Gli italiani non lo faranno. Non ne sono capaci.

martedì 1 novembre 2011

Manifesto economico per l'Italia ( articolo di Eugenio Benetazzo )

Il seguente articolo, è tratto dal sito dell'economista Eugenio Benetazzo.

In questi ultimi tre anni ho avuto il privilegio di poter visitare tutte le regioni italiane, tranne ancora la Sardegna, di conoscere con approfondimento le problematiche e le peculiarità legate al territorio, di confrontarmi con forze sociali ed organizzazioni produttive, di ricevere un determinato feedback da studenti universitari, pensionati, lavoratori occasionali, di essere invitato in qualità di relatore da enti locali ed istituti scolastici superiori, così facendo ho cumulato un bagaglio di proposte, di modifiche, di migliorie, di cambiamenti da attuare nel nostro paese sulla base delle aspettative e desideri di milioni di italiani.  

Molti lettori che mi seguono attraverso il mio portale sulla rete o il mio canale di videoinformazione su YouTube mi hanno più volte invitato a redigere una sorta di formulario, di vademecum, di proposta non politica ma di politica economica volta al rilancio del nostro paese e di quelle potenzialità ancora inespresse per ragioni che abbiamo affrontato fino a prima.  Studiando in profondità il modello economico di altri paesi e i loro punti di forza, ho sviluppato quello che ho definito il "Manifesto Economico per l'Italia" ovvero un programma di interventi di portata economica rilevante con lo scopo di dare al nostro paese quella marcia in più che dovrebbe avere.

Non si tratta di un programma politico che necessiterebbe di maggior approfondimento e di soluzioni per determinate aree strategiche del paese (energia, previdenza, sanità, immigrazione, giustizia, trasporti, difesa), ma di un insieme di riforme sul piano economico facilmente e velocemente implementabili da qualsiasi forza di governo con lo scopo di generare sia nuove voci di entrata sia di contenere il costo dell'amministrazione pubblica.

Rappresentanza popolare: abbattimento coatto del 75 % degli emolumenti e compensi ad europarlamentari, parlamentari, consiglieri regionali e comunali; congelamento ed abolizione delle pensioni di anzianità legislativa con effetto retroattivo; dimezzamento del numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali e comunali (indennità corrisposte solo sulla effettiva presenza nelle attività consiliari).
Accorpamento amministrativo: i Comuni continueranno a mantenere la loro identità geografica, ma vi sarà un unico apparato amministrativo, sindaco e giunta compresi, per  comprensori urbani con un bacino di 25.000 abitanti. Abolizione di tutte le province in qualità di enti amministrativi, fatta eccezione per le aree metropolitane.

Sovranità monetaria: istituzione di Banca Stato Italia, ente pubblico interamente detenuto dal Ministero del Tesoro, autorizzato dal Parlamento ad emettere moneta in nome e per conto della popolazione italiana a fronte di esigenze e finalità di natura socioeconomica o di investimenti infrastrutturali. Abbandono dell'euro, con il ripristino della nuova lira italiana  e conseguente definizione di un sistema monetario a doppia circolazione valutaria. Tasso di sconto ed offerta monetaria, entrambe variabili macroeconomiche stabilite esclusivamente dal Ministero del Tesoro e dal Ministero delle Finanze in accordo con le linee guida della Politica Sociale per il Paese.

Tassazione della prostituzione: istituzione di un'aliquota unica con regolamentazione della figura professionale e dei relativi obblighi ed adempimenti sia fiscali che sanitari. 

Embargo commerciale:  istituzione di dazi doganali di sbarramento all’ingresso per i prodotti confezionati, assemblati e realizzati al di fuori dell'Unione Europea, in particolar modo per quelli alimentari.

Abolizione delle tariffe minime:  per i liberi professionisti iscritti agli Albi Professionali.

Tassazione della Salute: istituzione della Tassa sulla Salute che colpisce inversamente il reddito dei contribuenti in rapporto a determinate abitudini alimentari e stili di vita (alcol, fumo, droga, abuso di grassi animali e vita sedentaria).

Nuova fiscalità diffusa: detrazione integrale dall'imponibile di tutte le spese ordinarie e straordinarie riguardanti l'amministrazione e la gestione della casa, la fruizione di un mezzo di trasporto (auto e motocicli), oltre a qualsiasi prestazione medica privata. Detassazione degli utili aziendali reinvestiti per l'ammodernamento o l'ampliamento delle linee produttive e/o il miglioramento delle competenze delle risorse umane.

Mutuo sociale: istituzione del Mutuo Sociale per l’acquisto integrale della prima casa. L’immobile che si è deciso di acquistare viene acquisito e diviene proprietà dell’Istituto del Mutuo Sociale S.p.A. (holding immobiliare integralmente a capitale pubblico). Le rate mensili vengono calcolate applicando un tasso fisso di cortesia in relazione alla durata ed alla capacità di rimborso di ogni contribuente. Al termine del periodo di ammortamento l’immobile viene trasferito d’ufficio in proprietà al contribuente senza l’applicazione di alcun onere o tassa. 

No tax area: individuazione e definizione delle no tax area (distretti industriali) nelle seguenti regioni: Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania, Puglia, Basilicata, Molise con totale esenzione del pagamento di imposte dirette per un arco di tempo di 25 anni ad aziende con insediamenti industriali con più di 250 dipendenti assunti a tempo indeterminato.

domenica 16 ottobre 2011

La manifestazione organizzata dal Potere. Corto circuito indignato ( articolo di Lupo Bianco - Centro Studi Socialismo Nazionale )

Il seguente articolo è a firma di Lupo Bianco ed è tratto dal sito web del Centro Studi Socialismo Nazionale. Un ringraziamento a Bacab Vedosentoeparlo per la segnalazione sul "particolare" del sito web "15october.net"
Oltre a ciò che leggerete nell'intelligente pezzo, aggiungo che nulla mi suona come novità. Non mi sono mai fidato di questo movimento, ma non per i contenuti da esso riportato - condivisibili in pieno, soprattutto nel "distaccamento" italiano che porta avanti anche il discorso della Casta politica, delle imposte non pagate dal Vaticano, ecc... - ma per le ovvie e prevedibili macchinazioni da dietro le quinte.

A parte l'eventuale appropriazione, a scopi elettorali, dei soliti commedianti politici, ma soprattutto per chi ha denaro e quindi la possibilità di infiltarlo alla base di gente "raccomandabile" che dirigerà la rabbia delle persone verso altri scopi i quali, alla fine, si riveleranno il contrario di ciò che volevano le persone comuni. In sostanza, anche verso un binario morto, nel quale nulla sarà più fattibile.

In queste settimane ( mesi, se si guarda agli indignados spagnoli e di altre nazioni ), ho notato che MAI una parola è stata levata contro: L'Euro, il Trattato di Maastricht, il Trattato di Lisbona, i continui parametri che la BCE impone per rimanere in questo cacchio di Euro e che distruggono le economie delle Nazioni aderenti, la spavalderia della BCE e del FMI, la fine ( da tempo, se è per questo ) della sovranità nazionale - sia politica che economica. I vari emissari della Goldman Sachs che hanno governato qui in Italia e un altro ( ovvero "Mister Britannia" che a capo di Bankitalia andrà a capo della BCE ) che continua a dettare legge. Varie ed eventuali.

Va bene tutto, ma perchè non andare alla radice del problema? Mistero della fede. Aggiungo, per finire, che molti "borbottii di pancia" della gente ( autosoprannominata "indignata" ), purtroppo, sono stati indotti o da anonimi che tramite blog e profili ( finti? Sicuro!! ) Facebook hanno spiattellato il lusso in cui i politicanti italiani mangiano in testa al popolo o dal solito Beppe Grillo che, sì, ti fa notare certe cose, ma sono sempre la superficialità e basta.
Insomma, mi sembra un qualcosa che vuole indurre la gente a incavolarsi, ma sempre rimanendo nel recinto. Vietato andare oltre. Se si va oltre, eventualmente scattano le etichette del Sistema per incatenare la gente per non farla evolvere. E quindi, via con "sei un fascista", "sei un comunista", "lo dicono i fasci", "lo dicono le zecche".
Bravo, popolino, bravo! Acciuffati ( per induzione ) con i tuoi comuni mortali, usa - ormai in un 2011 che volge alla fine - ancora con stereotipi dell'altro tempo. E mentre tu perdi il tempo con queste cretinate, sei fottuto bene bene.

Per finire, due ultime articoli sul movimento degli "indignati":

"Soros, occupy Wall Street. E noi" - a firma del Direttore della Casa Editrice, Effedieffe.

Buona lettura dell'articolo.

********************

Oggi a Roma abbiamo avuto la dimostrazione di come il Moloch (scegliete voi altro termine più adatto) massonico e mondialista stia dispiegando la loro piovra anche sull’Italia.
MA CHI SONO GLI INDIGNADOS ? Un movimento partito dal nulla ?

Non ci interessa sapere chi sono ma preferiamo sapere chi li muove.

Partiamo da una interessante segnalazione giuntaci dall’amico Bacab Vedosentoeparlo, segnalazione che pubblichiamo volentieri non foss’altro per sottolineare la “strana confusione” che aleggiava sulle manifestazioni di oggi.

Sapete da chi è stato registrato il sito www.15october.net vera e propria centrale operativa delle manifestazioni di oggi ?

Da tale…PAULINA ARCOS….direttamente dalle Nazioni Unite…almeno così sembrerebbe.

Non ci credete? Prego…controllare…e verificare quanto segnalato.


Ecco il risultato

Registrant:    

Paulina Arcos    

866 United Nations Plaza    

Suite 516    

New York, New York 10017    United States

   Domain Name: 15OCTOBER.NET       

Created on: 12-Jul-11       

Expires on: 12-Jul-12       

Last Updated on: 21-Sep-11

   Administrative Contact:       

Arcos, Paulina         

866 United Nations Plaza       

Suite 516       

New York, New York 10017      

 United States      

Technical Contact:       

Arcos, Paulina         

866 United Nations Plaza       

Suite 516       

New York, New York 10017       

United States

La registrazione è stata fatta il 12 luglio.

Ma chi è Paulina Arcos ?

Pare che la signora Arcos sia una storica di arte presso le Nazioni Unite, moglie di Francisco Carrion Mena, un noto diplomatico ecuadoregno.

Ecco un discorso recente del diplomatico: http://gadebate.un.org/66/ecuador

Ed ecco la dimostrazione che si tratta di sua moglie:


volete vederli ?


 Anche se si trattasse di omonimia (molto difficile visti gli indizi)  l’indirizzo di registrazione sito è lapalissiano e cristallino.

 Registrant:    Paulina Arcos    866 United Nations Plaza    Suite 516    New York, New York 10017    United States

 Facciamo finta di non aver visto nulla ?

Qualcuno potrà obiettare che si tratta di nome inventato al momento della registrazione ? Ossia che il nome immesso durante la registrazione sia finto ?

..bene assecondiamolo…e andiamo avanti.

Si tratta di una segnalazione che ognuno giudicherà come tale.

A conferma di quanto diciamo affermiamo circa l’origine molto dubbia della manifestazione “indignata” leggiamo cosa diceva lo scorso 4 Ottobre il sig. George Soros, deus ex machina della finanza mondialista:  “Capisco il loro sentimento, ad infuocare il clima della protesta è stata la difficile situazione dei piccoli imprenditori, che hanno visto i costi delle carte di credito salire dall’8% al 28% dopo la crisi del 2008. E dato che contavano su tale credito per gestire le loro attività, un sacco di loro sono stati messi fuori mercato“.

Bello sponsor. Affidabile soprattutto.

Stamattina è arrivata perfino la benedizione del Dragone.

Ecco cosa ha sentenziato Mario Draghi da Parigi:

«Hanno ragione».

«I giovani, hanno ragione a prendersela con la finanza come caprio espiatorioLa notizia oggi non è a Parigi, ma a RomaSiamo arrabbiati noi contro la crisi, figuriamoci loro che hanno venti, trenta anni. Hanno aspettato, aspettano tanto. Per noi non è stato così»,

Sorprendente: il cappellaio matto ha messo la firma sulla manifestazione !

Ma anche negli Stati Uniti evidentemente non si fanno grossi problemi: Già lo scorso 6 ottobre Barack Obama sentenziava: “Chi contesta da’ voce alla frustrazione che c’e’ nel Paese’ per una crisi economica e occupazionale frutto della crisi finanziaria, sono impegnato in prima persona nella lotta  per evitare gli abusi del sistema finanziario. State sicuri che il nostro obiettivo e’ quello di avere le banche e le istituzioni finanziarie in ordine’. E le banche nel caricare le commissioni devono essere ‘trasparenti’ e abbandonare comportamenti che magari sono legali, ma che di certo appaiono come ‘immorali’.

Qui potete leggere le dichiarazioni integrali:



Barack Obama ha deciso di sfruttare il movimento degli ‘indignados’ di Wall Street ?

L’articolo del Washington Post (http://www.washingtonpost.com/business/economy/obama-plans-to-turn-anti-wall-street-anger-on-mitt-romney-republicans/2011/10/14/gIQAZfiwkL_story.html) pare voglia dimostrare che l’attuale Presidente degli Stati Uniti, debitamente consigliato, voglia fare sua la battaglia di Occupy Wallstreet, in vista  della prossima tornata elettorale. In pratica sfruttare l’indignazione popolare per farsi rieleggere.

Notevole.

”Pensiamo che questo tema debba essere uno dei pilastri della campagna dell’anno prossimo”, ha affermato  David Plouffe, il massimo consulente politico del Presidente.

Sono perfino sinceri.

Questo sta a significare che tutte le persone oggi in piazza erano “pilotate” ?

Assolutamento no…anzi si.

Molti pullman carichi di persone perbene (questo va sottolineato per differenziarli dai blac bloc) erano organizzati da partiti di estrema sinistra che più che contestare le banche , erano lì per contestare Berlusconi, in maniera patetica, cercando furbescamente di utilizzare la manifestazione per urlare slogan contro il governo.

I Black Bloc, arrivati in maniera puntuale per il disordine globale, hanno rovinato la festa ai sinistri.

Pazienza.

La destra arroccata ad Arcore manco si sognerebbe di fare qualcosa per la comunità nazionale.

Destroterminali.

Quindi non ci vuole molto per capire che l’15 ottobre 2011 era una gigantesca manifestazione mondialista globale, pubblicizzata con tanto di sito  registrato alle Nazioni Unite e video propagandistici.

Ed infatti stiamo andando dritti dritti verso il governo globale…specialmente in questa Europa regolata dal Trattato di Lisbona.

Draghi prossimo governatore della BCE né sarà parte integrante.

In Italia ci penseranno Montezemolo, Marchionne, Della Valle, sotto la bandiera bianca issata da Casini, con la benedizione di loggie massoniche varie.

Siete stati avvertiti.

Il peggio deve ancora arrivare.

Noi ieri eravamo alla manifestazione di denuncia contro l’attacco occidentale in Siria.

Noi ieri eravamo nelle piazze, vicini al popolo, a spiegare perchè in Italia non c’è SOVRANITA’ NAZIONALE.

Noi non abbiamo intenzione di arrenderci.

Ghibellino Rossobruno