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venerdì 1 luglio 2011

Questa non è una crisi, è una truffa! ( articolo di ATTAC - Francia )

Il seguente articolo, è tratto dal sito italiano di ATTAC ed è a firma della sezione francese dell'associazione ATTAC.

"Non è una crisi è una truffa" dicono gli indignati spagnoli. Questo mercoledì il parlamento greco ha adottato un nuovo piano di austerità, simbolo del vero e proprio saccheggio in corso in questo momento in Europa.
Nonostante la profonda ingiustizia delle misure di rigore che mirano a presentare il conto al popolo greco senza mettere in discussione le pessime politiche fiscali dei governi precedenti, gli squilibri del funzionamento della zona euro, o i lauti profitti realizzati dalle banche e da altri speculatori sulle finanze pubbliche greche;
Nonostante la resistenza del popolo greco, che si è sollevato con dignità ed ha occupato per quasi tre settimane la piazza principale di Atene - dove si trova il Parlamento – per contestare, in modo pacifico e democratico, quelle scelte imposte a dispetto del buon senso ;
Nonostante la provata inefficacia di misure di austerità per migliorare la situazione delle finanze pubbliche, i deputati greci hanno deciso di sottomettersi al ricatto dell’Unione europea, del FMI e della Banca centrale europea.
In cambio di questo piano di austerità, che prevede in primo luogo la richiesta di riduzione dei salari e una riforma fiscale che va a penalizzare le classi medie e popolari, la "troika" accorderà un aiuto da un centinaio di miliardi di euro alla Grecia - senza i quali il governo si ritroverebbe nell’impossibilità di garantire il proprio funzionamento (compresi i servizi pubblici, gli ospedali, ecc)
Questo cosiddetto "salvataggio", aiuterà più le banche francesi e tedesche che la Grecia: "Il CAC 40 sta intensificando i propri guadagni, confidando nella Grecia", recita il sito di Point.fr. Esso rappresenta in realtà una grande socializzazione delle perdite: uno studio di Echos mostra che grazie a questo piano, "la quota di debito ellenico in mano a creditori stranieri aumenterà dal 26% al 64% nel 2014. Ciò significa che l’esposizione di ogni famiglia della zona euro passerà dai € 535 di oggi a 1.450 euro. "Eppure tutti gli economisti concordano sul fatto che la Grecia non può rimborsare tutti i suoi debiti.
Nell’opporsi così ferocemente a qualsiasi ristrutturazione, Sarkozy e Trichet fanno il gioco delle banche francesi; ma se la Grecia dovesse dichiarare bancarotta, la finanza pubblica degli altri paesi europei sarà in prima linea ... e i popoli d’Europa pagheranno tramite l’approvazione di nuove misure di austerità.
"Privatizzare i profitti, socializzare le perdite", questa logica sembra più attuale che mai: con la nuova governance economica, promossa dai governi europei e della Commissione e approvata dal Parlamento, le finanze pubbliche saranno controllate, e come per la Grecia, l’austerità permanente per i popoli garantirà i profitti delle banche.
E’ essenziale che i popoli d’Europa si mobilitino per sconfiggere questa strategia choc a livello europeo. Come il popolo greco, occorre non solo indignarsi ma essere determinati a porre fine ai diktat delle banche e dei mercati finanziari, cominciando con l’imporre un controllo democratico del debito pubblico. In Francia in particolare, le proteste devono intensificarsi: la posta in gioco in Grecia di oggi è la capacità di noi popoli europei di uscire dalla trappola in cui la finanza ci ha rinchiusi.
Giovedi 30 giugno a seguito della mobilitazione senza precedenti del popolo greco, e mentre i movimenti sociali e i sindacati britannici hanno organizzato uno sciopero generale contro i tagli massicci ai finanziamenti pubblici Attac ha convocato un presidio alle ore 18 presso l’Ambasciata Greca per sostenere le mobilitazioni in Europa, Grecia, Regno Unito, Spagna, ed affermare che le loro lotte sono più che mai anche le nostre.

Attac Francia,

Parigi, 29 giugno 2011

mercoledì 29 giugno 2011

Goldman Sachs ufficialmente a capo della BCE ( articolo dell'associazione ATTAC - Francia )

Il seguente articolo, è a firma di ATTAC Francia ed è tratto dal sito web della sezione italiana di ATTAC.

Mario Draghi, ex presidente di Goldman Sachs Europa, assume oggi la presidenza della Banca centrale europea. Presiedeva la banca d’affari americana quando, negli anni 2000, aiutava la Grecia a truccare i suoi conti pubblici. Il compito di Draghi sarà quello di salvaguardare gli interessi delle banche nell’attuale crisi europea.
Ci si poteva chiedere fino ad oggi per quale motivo la Banca Centrale Europea e il suo presidente Jean Claude Trichet si opponessero in maniera così virulenta – perfino contro la cancelliera tedesca – a qualunque ipotesi di ristrutturazione del debito greco. Un atteggiamento che appariva incomprensibile visto che tutti gli analisti, compresi gli economisti delle banche, concordano nel ritenere che la Grecia non potrà garantire il rientro del debito alle attuali condizioni contrattuali. È opinione diffusa che un diverso scaglionamento o meglio una parziale cancellazione, siano inevitabili. Volerne ritardare la scadenza non fa che peggiorare i guasti economici e sociali provocati dai piani di austerità brutali e impopolari imposti al popolo greco.
A nomina di Draghi chiarisce le cose. La BCE non difende gli interessi dei cittadini e dei contribuenti europei, ma gli interessi delle banche. Grazie ai “piani di salvataggio” della Grecia e al “meccanismo europeo di stabilità” messo in atto da BCE, FMI e dall’Unione, “la parte di debito greco in mano ai contribuenti stranieri passerà dal 26% al 64% nel 2014. Vale a dire che l’esposizione di ciascuna famiglia della zona euro passerà dagli attuali 535 euro a 1.450 euro”. (Les Echos, 23 giugno 2011)
Il salvataggio della Grecia consiste di fatto in una gigantesca operazione di socializzazione delle perdite del sistema bancario. L’essenziale del debito greco – ma anche di quello spagnolo e irlandese – viene trasferito dalle mani dei banchieri a quelle dei contribuenti. Sara così possibile in seguito addossare i costi dell’inevitabile ristrutturazione di quei debiti ai bilanci pubblici europei.
Come dicono gli Indignati spagnoli “Non è una crisi, è una truffa!”. Il Parlamento europeo ieri ha votato il “Pacchetto di governante economica” che riforma il patto di stabilità appesantendo i vincoli sui bilanci nazionali e le sanzioni contro i paesi che li infrangono. Il Consiglio europeo che si riunisce oggi e domani completerà la bisogna. E non sarà la prossima nomina di Christine Lagarde a capo del FMI a ridurre il potere delle banche sulle istituzioni finanziarie internazionali, al contrario.
Ma la resistenza sociale e civile sta crescendo in tutta Europa. Governare per i popoli o per la finanza? Oggi la risposta è chiara: i popoli europei devono riprendere l’iniziativa per costruire insieme un’altra Europa.
Gli Attac di tutta Europa organizzano dal 9 al 13 agosto l’Università europea dei movimenti sociali a Friburgo, in Germania. Quest’estate sarà uno dei luoghi più importanti di coordinamento delle resistenze e di costruzione delle alternative europee.

Attac Francia, 24 giugno 2011

Pubblicato mercoledì 29 Giugno 2011