domenica 19 dicembre 2010

E' morto Tommaso Padoa Schioppa



Oggi, domenica 19 dicembre 2010, è morto l'economista Tommaso Padoa Schioppa. Come scrive l'ANSA, Schioppa era un economista ed ex ministro dell' economia e delle Finanze del governo Prodi, e' morto ieri sera a Roma. Aveva 70 anni. E' stato stroncato verso le 21 da un arresto cardiaco durante una cena a Palazzo Sacchetti, nel centro della capitale, per la quale aveva riunito un centinaio di amici.

Per quanto concerne la sua vita, brevemente dal sito del Corriere della Sera:
Il liceo classico negli anni '50 a Trieste, dove suo padre era amministratore delegato delle Generali, era di quelli di qualità austro-ungariche. Nato nel '40 a Belluno solo perché la famiglia era lì in vacanza, ma milanese di estrazione, Padoa-Schioppa in realtà è cresciuto in un'epoca di passaggio e alla cerniera fra mondi e culture diverse. Il suo europeismo convinto, di cuore ma anche di intelletto - le due cose sempre assieme - nasce probabilmente anche di là. Dopo la laurea in Bocconi, e nuovi studi al Massachusetts Institute of Technology dov'era Franco Modigliani e dove sarebbe approdato in seguito Mario Draghi, Padoa-Schioppa sviluppa la sua passione costruttiva per l'Europa in tutti gli incarichi che negli anni ha avuto modo di ricoprire. Un lungo tratto di strada iniziale è proprio a Bruxelles, dove è a capo della Direzione generale degli affari economici e finanziari della Commissione europea in anni turbolenti quasi come questi: è la nascita dello Sme, dal rapporto complesso ma forte fra Helmut Schmidt e Valéry Giscard d'Estaing. Il ruolo di Padoa-Schioppa nel trovare sempre nuovi compromessi e soluzioni tecniche nel sistema di cambio risulta decisivo.

Come sappiamo, è stato un europeista convinto e tra i suoi impegni vi era la nascita dell'Euro. Prendo spunto ( anche qui brevemente ) da ciò che riporta il sito de La Repubblica:
Un uomo delle istituzioni. Come il suo grande maestro ed amico, Carlo Azeglio Ciampi. Come Ciampi, laico e "azionista", se non per anagrafe, quanto meno per formazione e per cultura. Come Ciampi, keynesiano ma profondamente liberale in economia. E come Ciampi, grande italiano ("il patriottismo è lecito e necessario, purché inteso e praticato in modo corretto", era il suo motto). Ma cittadino del mondo,
e soprattutto cittadino d'Europa. Lo slogan, ricorrente, era: "Nel mondo mi sento europeo, in Europa mi sento italiano". Insieme, i due avevano iniziato il lungo cursus honorum a Palazzo Koch, nella fucina dei civil servant che Bankitalia aveva iniziato ad essere già dagli anni '60, con Paolo Baffi e Guido Carli. Ciampi, più anziano, arrivò in fretta al governatorato. Padoa-Schioppa, non meno veloce, aveva scalato i gradini della rigida piramide gerarchica di Via Nazionale, entrando nel direttorio fino a diventare vice-direttore generale tra il 1984 e il 1997. Di quella stagione, la fase più esaltante è stata senz'altro la costruzione dell'edificio europeo, con le fondamenta dell'Unione monetaria. Padoa-Schioppa è stato, a tutti gli effetti, uno dei costituenti di Maastricht. Ciampi affidò a lui, amico personale di Jacques Delors, l'incarico di seguire i lavori preparatori del Trattato, tra la fine degli Anni Ottanta e l'inizio degli Anni Novanta, e poi la fase cruciale delle trattative che più tardi, nel '98, avrebbero portato alla nascita dell'euro.

Ricordiamolo pure per le sue due frasi estremamente infelici, soprattutto la prima, durante il Governo Prodi ( 2006 e 2008 ) quando defini "bamboccioni" i giovani italiani e disse che "pagare le tasse è bello". Il tutto, soprattutto la prima frase, sinonimo di una vita agiata, vissuta, quindi, nel lusso e nell'abbondanza. Una vita senza grossi problemi, distante dai rumori di "fondo" dello scorrere della vita reale dei comuni mortali.

Naturalmente, in queste circostanze, il pensiero va alla sua memoria, alla memoria di un essere umano non più in vita. Rispetto, quindi e basta.
Il mio no è cinismo, ma la giusta distanza da un uomo che  era distante anni luce dalla gente; distanza da un uomo che non ha mai saputo la fatica di lavorare per due soldi; la distanza da un uomo che, incurante di sapere i problemi della vita ( non li conosceva ), ha insultato i giovani come "bamboccioni"; distanza da un uomo il quale, con le sue idee europeiste, avrà senz'altro visto il caos economico in Europa e che, a breve, si abbatterà in Italia.

A proposito, la mia impressione è che l'ITALIA VERRA' DISTRUTTA A BREVE.
Già è ( mezza ) fallita, ma non ufficialmente; non lo dicono, ma nel frattempo ci stanno abituando alla shock con notizie del tipo: - "I conti segreti dell'INPS: così caleranno le pensioni" ( 13/12/2010 ) - "Debito pubblico, nuovo record ad ottobre" ( 14/12/2010 ) - "Crisi, famiglie indebitate in media 20 mila Euro" ( 18/12/2010 ) - "Pensioni, allarme Bankitalia", "Allarme Bankitalia sulle pensioni: tenore di vita a rischio per i più giovani" ( 19-12-2010 )
L'idea è di scappare da questa nazione, almeno, se sarà possibile, non vedremo lo scempio del cappio al collo e la fine di un'esistenza decente in Italia.
Spero in una presa di coscienza della gente, ma deve essere veloce e costruttiva. La rabbia è tanta e deve essere incanalata per una nascita di una nuova mentalità e di una nuova nazione sovrana. Ma sembra fantascienza, visto le distrazioni che ci propinano per non pensare e vista la centenaria mentalità all'italiana che alberga dentro tutti noi.

venerdì 17 dicembre 2010

Scontri di Roma, il termometro della protesta deve illuminare ( articolo di Michele Mendolicchio - Rinascita )






Il seguente articolo è ad opera di Michele Mandolicchio del quotidiano Rinascita.


E’ innegabile che la coincidenza della protesta degli studenti, dei precari e degli operai della Fiom con il voto di sfiducia al governo non sia stata casuale. Tutti coloro che non hanno in simpatia Berlusconi, e sono la gran parte dei ragazzi che sono scesi in piazza, volevano festeggiare la sua cacciata da Palazzo Chigi ma la festa è stata rovinata dai soliti ribaltonisti dell’ultima ora. Se ci sia stata o meno la compravendita di voti poco ci interessa, anche perché il suk del Palazzo non è diverso dagli altri. Promesse di ricandidatura, di poltrone o di altro, compreso il pagamento di mutui, di vacanze spesate per moglie, figli ed eventuali amanti ci sono sempre state.
Non è questo lo scandalo, perché altrimenti si fa del gratuito moralismo. Le motivazioni per andare contro questo governo o nei confronti di esecutivi tecnici o di diverso coloro politico ci sono tutte. E sono soprattutto di giustizia sociale. Troppo è l’allargamento della forbice tra la fascia dei ricchi e quella della classe medio-bassa. E se non si capisce questo vuol dire che si andrà incontro a rivolte sociali inimmaginabili che porteranno davvero ad aprire una caccia verso i cosiddetti privilegiati. Dai politici senza distinzione di colore e di schieramento ai manager pubblici e privati, dal mondo dorato del pallone miliardario a quello dello spettacolo televisivo con contratti da piccoli paperoni per finire a quello della grande finanza speculativa, hanno tutti il dovere di guardarsi allo specchio. Attenti perché i ragazzi che sono scesi in piazza a migliaia, a Roma come ad Atene, a Londra come a Parigi vedono sempre più svanire i loro sogni, in primis quello di trovare un lavoro con una retribuzione dignitosa e non lo sfruttamento a vita. E questo deve entrare anche nella testa del governo Berlusconi se non vuol rischiare una brutta fine. Quanto successo ad Atene dove a pagare la crisi sono la stragrande maggioranza dei lavoratori, dei pensionati e una generazione di giovani a cui viene precluso un futuro potrebbe accadere qui come in altre capitali europee. Le botte al primo esponente del governo greco capitato per caso in mezzo alla protesta sono un segnale che deve allarmare chi non fa niente o quasi nulla per diminuire questa forbice tra chi se la spassa tra una festa e una vacanza e chi vive nella precarietà e senza futuro. La crisi non può servire da paravento per i partiti e per chi s’ingrassa. Chi protesta, quindi, ha tutte le ragioni. E se poi la rabbia sfocia nella violenza diventa difficile far passare il messaggio che questa non porta a niente… proprio perché la gente non ha più nulla da perdere. Quello che non ci piace di questa protesta romana è la coincidenza con la sfiducia, perché significa farsi mettere il cappello da chi vuole prendere il posto del Cavaliere. La protesta non deve avere colore politico. Chiunque c’è al governo, Berlusconi, D’Alema, Fini, Prodi o Vendola deve sapere i rischi che corre nel non affrontare questa disuguaglianza sociale, dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più miserevoli. E’ inaccettabile che un normale lavoratore debba vivere con 1.000-1.200 euro chiuso in una stanza perché altrimenti un normale appartamento gli costerebbe l’intero stipendio. Nel Parlamento come in altre corti di privilegiati tra cui anche i magistrati c’è chi svolge doppi incarichi, ha doppi stipendi e doppie pensioni, portando a casa oltre 20mila euro al mese. E sono altrettanto dannose queste politiche migratorie che producono solo un grande bacino di schiavi e degrado della vita della gente comune, non certo quella dei privilegiati che scorrazza per le vie del centro attorniati e protetti da nutrite scorte e che vive di feste. Ma questo purtroppo certa gente non lo capisce perché nutrita a pane e ideologia. Il potere non è un diritto divino con cui arricchirsi e darsi al piacere ma deve servire per spargere il benessere alla collettività. Altrimenti si ripropongono situazioni non troppo lontane, dalla presa della Bastiglia alla rivoluzione d’Ottobre dove le corti se la spassavano e il popolo era ridotto alla fame.

giovedì 16 dicembre 2010

Crisi sistemica: l'ora della verità si avvicina ( articolo di Gilles Bonafi - Mondialisation.ca )

Il seguente articolo è tratto dal sito ComeDonChisciotte


L’8 novembre 2010 ha avuto luogo un evento d’importanza capitale, che è stato trattato in due righe dalla maggior parte dei quotidiani più importanti. Ovvero, lunedì 8 novembre Ambac Financial, l’assicuratore delle obbligazioni americano, si è posto sotto la tutela del paragrafo 11 della legge sui fallimenti degli Stati Uniti. La dichiarazione di fallimento del gruppo di fronte alla U.S. Bankruptcy Court di Manhattan è il segno precursore di una prossima catastrofe economica senza precedenti, poiché Ambac è un valorizzatore di crediti (monoline in inglese) che si trova proprio nel cuore del processo di cartolarizzazione basato su una logica assicurativa. Di fatto, tramite questa scappatoia, i debiti vengono trasformati in titoli finanziari, una enorme piramide di Ponzi!

Gli assicuratori, inoltre, forniscono la propria garanzia per il pagamento in caso di default o di fallimento dell’emittente di questi titoli. È dunque il nostro intero sistema finanziario che sta crollando sotto i nostri occhi, e la posta in gioco è così colossale che nessuno stato potrà accollarsi queste perdite, di cui dovrà farsi carico piuttosto una struttura sopranazionale (FMI, BCE).



Per esempio, Ambac garantirebbe per 700 miliardi di dollari dei suddetti strumenti di debito (CDS), che vanno paragonati ai 400 miliardi di dollari (secondo gli analisi di IFR, International Financing Review, un servizio di Thomson Reuters) di Lehman Brothers, il cui fallimento, il15 settembre 2008, ha dato il colpo d’avvio alla crisi attuale. I prodotti derivati

Bisogna sapere che la parte essenziale di quei prodotti finanziari chiamati prodotti derivati è costituita da CDS (Credit Default Swaps). Ad esempio, il 97,14% dei derivati dei crediti statunitensi sono CDS, come indicato a pagina 8/35 del rapporto OCC1 (Office of the Comptroller of the Currency, l’autorità governativa statunitense che tutela le banche), pubblicato il 27 settembre 2010. I prodotti derivati ammontano ad una somma di 223.376 miliardi di dollari negli U.S.A., ovvero 3,7 volte il PIL mondiale!

I CDS sono contratti di assicurazione immessi sul mercato e soprattutto fuori bilancio, ovvero essi non appaiono nei libri contabili di una società, insomma, degli attivi fantasma.

Di fatto, mettendo questi prodotti fuori bilancio, gli organismi finanziari evitano di costituire delle riserve, garantendo dei prodotti assicurativi. La parte fondamentale di questi prodotti derivati è addossata a dei debiti e soprattutto all’assicurazione per il mancato rimborso di questi ultimi, ed è qui che si pone il problema, perché, in caso di fallimento di uno degli elementi coinvolti, tutti questi prodotti devono apparire sui conti degli istituti finanziari. Inoltre, la maggior parte di questi CDS sono addossati a dei crediti immobiliari (privati e commerciali), e sappiamo che negli USA vengono attuati ogni giorno 12.966 procedimenti di sequestro immobiliare2 , un crollo, questo, senza precedenti.

Anche il settore immobiliare sta attraversando una crisi senza precedenti. Potete così capire meglio la mia ossessione nell’analizzare la situazione del mercato immobiliare negli USA. È in vista un crac gigantesco. Gli stress-tests non hanno tenuto conto di questo, perché questi prodotti sono fuori bilancio, con una posta in gioco che va oltre ogni immaginazione.

Si cerca così di rendere complicata la comprensione dei CDS, quando essi, riassumendo, non sono che dei debiti trasformati in prodotti finanziari e, infine, in soldi, un vero gioco di prestigio. Il dibattito fra gli economisti sulla definizione del denaro ha recentemente trovato una definizione sconvolgente: esso non sarebbe che un’informazione, e le vecchie teorie sulle relazioni lavoro/capitale sono morte e sepolte.

I protagonisti di questa crisi sono, d’altra parte, dei grandi pedagoghi, seguendo così l’esempio di Alan Greenspan, ex presidente della FED, che, sull’edizione di “Le Monde” del 9 luglio 1998, dichiarava: “Se qualcuno ha capito qualcosa di quello che ho appena detto, significa che mi sono espresso male”.

I prodotti derivati (delle metastasi) sono quindi al cuore del problema finanziario attuale e, tuttavia, il loro ammontare a livello mondiale non smette di diminuire, passando dai 690.000 miliardi di dollari, all’inizio del 2008, ai 444.000 nel quarto trimestre del 2009, secondo la BRI 3 (Banca delle Relazioni Internazionali).

Nonostante questo, è bene notare come il 30 giugno 2008 l’OCC dichiarasse che gli USA possedevano 182.100 miliardi di dollari di prodotti derivati (vedi tabella del rapporto dell’OCC1, pagina 11/35), poi 200.000 miliardi ad inizio 2010; questi ammontano ormai a 223.376 miliardi di dollari, ovvero 3,7 volte il PIL mondiale, di cui 211.850 miliardi in possesso di quattro banche: JP Morgan Chase, Bank of America, Citibank e Goldman Sachs.

Si è avuta dunque una crescita progressiva di 20.000 miliardi di dollari di prodotti derivati ogni sei mesi, tutti concentrati nelle mani di quattro protagonisti dell’economia, una gigantesca corsa in avanti di una finanza senza controllo.

Per la cronaca, JP Morgan detiene da sola 75.253 miliardi di dollari di prodotti derivati, vale a dire più di 1,2 volte il PIL mondiale!!! (Vedi tabella a pagina 27/35 del rapporto dell’OCC1).

Le conseguenze di questo sperpero finanziario sono colossali, ed il peggio deve ancora venire. D’altra parte, il PIL mondiale è diminuito nel 2009 del 2,2%, come dichiara l’osservatorio dell’ONU4.

I ricercatori Jed Friedman e Norbert Schady hanno altresì dimostrato che da 30.000 a 50.000 bambini sarebbero morti di malnutrizione per conseguenza diretta della crisi economica. Quest’ultima ha provocato, ad ogni modo, un boom di estrema povertà, coinvolgendo 64 milioni di persone in più.

Le pensioni, come il sistema sociale, scompariranno anch’essi in questo buco nero finanziario.

La crisi sistemica attuale non è che la messa in evidenza del fallimento strutturale del capitalismo: la concentrazione di capitali nelle mani di pochi agenti (la legge di Pareto).

Non mi stancherò mai di ripetere che questo sistema, che funziona su un lavoro basato sul consumo a partire dei debiti, e sull’appropriazione, da parte di qualcun altro, della stragrande maggioranza degli interessi, impone, nel corso degli anni, un allargamento della base dei crediti. E, una volta che si inizia a prestare a persone che non sono in grado di rimborsare (i poveri), il sistema crolla su se stesso.

Le perdite finanziarie a venire saranno colossali, e simili alla botte delle Danaidi, condannate a riempire negli Inferi, appunto, una botte senza fondo: tali perdite finiranno per rovinare gli stati, visto che tutti gli organismi finanziari del pianeta sono correlati, ed il famoso effetto domino entrerà in azione.

Il debito dell’Irlanda (che illustra al meglio la situazione) passerà dal 28 al 93% dal 2007 al 2011, secondo l’FMI, quello della Spagna dal 42 al 74%

Il Fondo europeo per la stabilità finanziaria (FESF), prima tappa di un futuro FME (Fondo monetario europeo) operativo a partire dal 4 agosto 2010, ed attualmente dotato di 750 miliardi di euro, vedrà sicuramente raddoppiare il proprio capitale per salvare la Spagna (dal quotidiano tedesco “Die Welt”), come prevede Axel Weber, uno dei membri del direttorio della Banca Centrale Europea (BCE).

Negli USA vengono prodotti dalla FED ogni mese 110 miliardi di dollari7, soldi che non alimentano l’economia e che, non appena prodotti, sono già spariti nella famosa botte delle Danaidi della finanza. Il problema è di fatto mondiale. Certo, si troverà una soluzione, magari una soluzione sopranazionale con un FMI, una BCE (o FESF), che diverranno i prestatori in ultimo grado di questo sistema economico, basato sul consumo a partire dai debiti.

Il dollaro sarà quindi sostituito, arriverà la moneta mondiale: il DSP.
nello stesso periodo, si assiste così ad una Discesa agli Inferi degli Stati-Nazione 5. Così, i 90 miliardi di aiuti all’Irlanda, ben presto inghiottiti dalla sua finanza, non saranno niente in confronto con i prossimi 500 miliardi per la Spagna6. La soluzione: una moneta mondiale

I diritti speciali di prelievo (SDR in inglese, per Special Drawing Rights) sono un insieme di valute che comprende il dollaro, la sterlina, lo yen e l’euro.

Il G20, che deve ridisegnare il sistema monetario in vista del fallimento degli stati, dovrà quindi modificare il funzionamento di questa moneta, destinata a sostituire il dollaro negli scambi mondiali e, soprattutto, a permettere al sistema di sopravvivere (prestatori in ultimo grado).

Una prima riforma consisterebbe nell’includere altre monete per poi equipararle ad un paniere di materie prime (forse con l’oro?); magari sarebbe l’unica soluzione plausibile contro il crollo attuale del dollaro. I DSP diverrebbero dunque facilmente convertibili in valute nazionali e resisterebbero all’inflazione, sarebbero insomma il Graal dei monetaristi. Il famoso “Bancor” starebbe insomma nascendo, il solo interrogativo concerne la questione del controllo democratico di una tale valuta.

Zhou Xiaochuan, il governatore della Banca Centrale Cinese, lo aveva già annunciato nel marzo 2009. Il Fondo Monetario Internazionale ha moltiplicato per venti il proprio capitale basato sui DSP, passando da 21,4 miliardi a 204 miliardi (300 miliardi di dollari circa), nel settembre 2009, raddoppiando poi il proprio capitale il 5 novembre 20108. C’è da scommettere decisamente che quest’ultimo raddoppierà ancora ed ancora, poiché per risolvere la crisi del debito servono dei nuovi debiti, un sistema alla Ponzi.

La vera questione è dunque solo sapere se il governo mondiale, nelle mani dell’alta finanza, sarà di tipo democratico o oligarchico.

Economia di guerra negli USA


Ridisegnare il sistema monetario mondiale significherà anche sostituire il dollaro negli scambi globali con i DSP. Nonostante questo, la caduta degli USA, l’Impero romano contemporaneo, ci espone a dei gravi pericoli. In effetti, gli USA si trovano da ormai molto tempo in un’economia di guerra.

Le delocalizzazioni hanno di fatto provocato un ribasso degli effettivi industriali fra la popolazione attiva americana, passati dal 32,6% del 1974 al 18% circa odierno. La finanza statunitense non ha fatto che mascherare questo tracollo. Su di un PIL di 14.600 miliardi di dollari, l’industria statunitense non rappresenta più di 2993 miliardi, di cui la maggior parte dipende dall’industria degli armamenti.

D’altra parte, Barack Obama ha presentato per l’anno fiscale 2011 un budget per la difesa di 768 miliardi di dollari, da confrontare con i 512 miliardi del 20099. Un incremento del 50%!!!

Il 30% degli armamenti al mondo viene venduto dagli USA, ciò rappresenta 75 miliardi di dollari, una cifra in costante aumento, alla quale bisogna aggiungere i 768 miliardi di dollari del budget 2011.

Si capisce così che la maggior parte degli investimenti industriali negli USA dipende direttamente dall’industria degli armamenti, che rappresenta ormai il 30% dell’industria, il solo settore che non conosce crisi e che rischia di gettarci nel caos. Gli avvenimenti in Corea, così come le tensioni in Iran e in Venezuela, devono essere analizzati tenendo conto della situazione economica catastrofica degli USA.

Tuttavia, il problema posto dal crac senza precedenti che attraversiamo oggi è una crisi di civiltà, che va oltre la sfera dell’economia. La crisi sistemica rimette in questione il funzionamento “democratico” del mondo occidentale. Il lavoro (a partire dai debito!), il nostro principale legame sociale, è allo stesso modo in corso di distruzione.

Friedrich Wilhelm Nietzsche, nel suo libro visionario “Al di là del bene e del male” (pubblicato a spese dell’autore nel 1886) ha descritto il mondo e l’uomo per come funzionano realmente. Oggi ci rifiutiamo ancora di osservarci per quello che siamo ed assistiamo alla scomparsa del velo della nostra apparente democrazia.

Nietzsche pensava: “C’è una morale dei padroni ed una morale degli schiavi” (Al di là del bene e del male). Il suo sogno, come quello di molti altri, era l’instaurazione di un governo mondiale dittatoriale. Inoltre, Nietzsche prediceva la fine della democrazia: “La democratizzazione dell’Europa tenderà infine a produrre un tipo di essere umano preparato nel modo più sottile al mondo della schiavitù, ma in alcuni casi isolati ed eccezionali il tipo dell’uomo forte non potrà che divenire più forte, più prospero e più ricco di quanto lo sia mai stato, grazie alla sua educazione libera da pregiudizi, grazie alla prodigiosa diversità delle sue attività, delle sue capacità e delle sue maschere.”

Aldous Leonard Huxley, autore de “Il mondo nuovo”, ci offre una chiave di lettura fondamentale nelle ultime pagine del suo saggio “Ritorno al mondo nuovo” (Brave New World Revisited), pubblicato nell’ultimo periodo della sua vita, nel 1958: “Nell’attesa, resta ancora qualche libertà nel mondo. È vero che molti giovani sembrano non apprezzarle, ma un certo numero di individui fra noi crede ancora che senza di esse gli uomini non possano divenire pienamente uomini e che esse, quindi, abbia un valore insostituibile. Forse le forze che la minacciano sono troppo potenti, perché si possa resistere ancora a lungo. Ma resta ancora nostro dovere fare di tutto il possibile per opporci.”

Gilles Bonafi è professore ed analista economico. È un collaboratore fisso di Mondialisation.ca. Articoli di Gilles Bonafi pubblicati da Mondialisation.ca


Fonte: www.mondialisation.ca
Link: http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=22286
6.12.2010

Traduzione per Comedonchisciotte.org a cura di DANIEL ABBRUZZESE

Note :

1 : http://www.occ.treas.gov/topics/capital-markets/financial-markets/trading/derivatives/dq210.pdf

2 : http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=19946

3 : http://www.bis.org/publ/qtrpdf/r_qt1003b_fr.pdf , p. 11

4 : http://www.un.org/apps/newsFr/storyF.asp?NewsID=21052&Cr=crise&Cr1

5 : http://www.agoravox.fr/actualites/economie/article/la-descente-aux-enfers-des-etats-71462

6 : http://www.lefigaro.fr/flash-eco/2010/11/24/97002-20101124FILWWW00459-l-espagne-trop-grosse-pour-etre-sauvee.php

7 : http://www.washingtonpost.com/wpdyn/content/article/2010/10/29/AR2010102907404.html

8 : http://www.imf.org/external/np/exr/facts/fre/sdrf.htm
http://www.lefigaro.fr/flash-eco/2010/11/06/97002-20101106FILWWW00381-le-fmi-double-son-capital.php

9 : http://www.lepoint.fr/actualites-monde/2010-02-01/en-2011-les-etats-unis-depenseront-plus-de-800-milliards-de/1648/0/419474

martedì 14 dicembre 2010

Prodromi di una rivolta sociale ( articolo di Enea Baldi - Rinascita )





Il seguente articolo, ad opera di Enea Baldi, è tratto dal sito del quotidiano Rinascita

di: Enea Baldi
e.baldi@rinascita.eu
Tensioni in tutta Italia ieri a causa delle proteste da parte degli studenti che si sono mobilitati in massa proprio nel giorno del voto alla fiducia dell’esecutivo Berlusconi.
Migliaia i giovani in movimento da tutta Roma per unirsi ai due cortei principali: quello che si è mosso dalla Sapienza e quello dei Fori Imperiali.
Il centro della Capitale è stato letteralmente preso d’assalto con lancio di sassi, uova e bottiglie; blindate dalle forze dell’ordine le zone adiacenti al Senato e alla Camera. Voci ancora da confermare parlano di dieci fermi.
Secondo un primo bilancio dei vigili del fuoco, sarebbero state date alle fiamme alcune auto tra via del Babbuino e piazza del Popolo, incendiato anche un autocompattatore della nettezza urbana e una decina di cassonetti della spazzatura.
Assaltata anche la sede della Protezione civile di via Ulpiano.
Disordini anche a Milano, dove un gruppo di studenti è riuscito ad entrare a Piazza Affari e ad esporre uno striscione con la scritta: “Accozzaglia di affaristi, razzisti, ladri, mafiosi. Fund our future (Finanziate il nostro futuro). Dovete darci il denaro”
A Torino migliaia i giovani delle scuole superiori e delle università hanno sfilato urlando slogan per le vie del centro. A Genova un corteo di studenti ha occupato il varco portuale di Ponte Etiopia al porto di Sampierdarena e viale Canepa mentre a Venezia la protesta è salita sul Ponte di Rialto. Caos anche a Napoli e in altre città.
Una situazione, questa, già vissuta da altri giovani di altri Paesi europei, come Grecia, Irlanda, Ungheria, Spagna… e ora, la resa dei conti (è proprio il caso di dirlo), è giunta anche per noi.
Così ieri, mentre gli studenti  erano sul “piede di guerra”, la Camera riconfermava la fiducia al governo Berlusconi per soli tre voti di differenza (tre deputati del Fli, sic) e in aula scoppiava la bagarre…
Ci sarà, lo temiamo, chi cercherà di sottacere i veri motivi di questa mobilitazione di massa, additando i dissidenti come i “soliti facinorosi”, cercando di sminuire un fenomeno che invece rischia di ingigantirsi giorno per giorno.
Segno che la misura è ormai colma e che quelli accaduti ieri, sono solamente i prodromi di una battaglia sociale per la quale Rinascita, già da tempo, percependo i sentori di un malcontento sociale a causa soprattutto della crisi economica e della disoccupazione, avvertiva i lettori di prepararsi al peggio.
Ecco, ora il peggio sembra essere arrivato... prepariamoci.

venerdì 10 dicembre 2010

Neurolandia ( articolo di Eugenio Benetazzo )






Il seguente articolo, è tratto dal sito dell'economista Eugenio Benetazzo.


Sono pazzi questi europei: non ci sono più tante giustificazioni a cui aggrapparsi, ormai l’Europa è fallita platealmente, sepolta dal peso insostenibile dei suoi debiti sovrani. La colpa dovrebbe essere tutta addossata ai germanesi, una popolazione che si è sempre contraddistinta in passato per una spiccata etica ed efficienza sul lavoro, quella che purtroppo sembra essere mancata alla stesura embrionale dell’Europa unita concepita oltre dieci anni fa.  Non si possono lasciare fallire paesi come Grecia, Portogallo ed Irlanda in quanto i principali detentori dei titoli di stato di questi paesi sono proprio banche e fondi pensione della nazione germanese. Le comunità finanziarie non guardano ad altro, le scommesse su quanto potrà ancora durare questa farsa sono i temi principali dei grandi opertaori di borsa. Quando allora si inizierà a parlare di fallimento della moneta unica ?




Che futuro può avere un’unione forzata di stati (accomunati dal nulla) il cui delicato equilibrio si basa sulla detenzione del debito dei paesi periferici (leggasi più deboli) da parte dei paesi cosidetti virtuosi (Germania, Francia & Company) ? L’euro tecnicamente è già una moneta fallimentare: non si può obbligare ad usare una divisa troppo forte a paesi che hanno un economia debole (per questa ragione stanno saltando tutti i PIGS).  Che senso ha una politica monetaria accentrata per tutti gli stati europei a fronte di oltre una dozzina di tassi di interesse diversi ? Pensateci un momento: quello di cui avevamo veramente bisogno erano questi famigerati Euro Bond ovvero obbligazioni comunitarie emesse dalla BCE ad un unico tasso di interesse, il ricavato del quale sarebbe andato a finanziare i rispettivi paesi, i quali invece devono andare ciascuno singolarmente sul mercato proponendo tassi di interesse il più allettanti possibile.




Sono stati proprio i germanesi di recente che hanno posto il veto agli Euro Bond aprendo nuovamente le scommesse su quanto potrà reggere ancora l’Europa così come la conosciamo. Persino Zingales adesso parla della spaccatura valutaria dell’euro (quando invece ne parlavo io nel 2008 tutti mi davano del catastrofista finanziario). Studiare un sistema economico non è poi così difficile, ogni sistema reagisce agli stimoli esterni come un organismo vivente: pertanto ad ogni azione corrisponde un azione uguale e contraria. Le conseguenze dalla sua introduzione non hanno tardato ad arrivare. L’euro ha limitato la crescita e danneggiato la competività di alcuni paesi europei (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda e Grecia) che avevano intensi e prosperosi rapporti con l’estero al di fuori dei confini europei (pensiamo oltre all’export manifatturiero anche tutto l’indotto turistico).




Le divise rappresentano delle valvole di sfogo per ogni paese nei momenti di tensione economica: pretendere di assoggetare una dozzina di stati al dictat egemonico dei germanesi è stata una manovra da ricovero psichiatrico. L’euro ha consentito infatti ai precedenti governi dei paesi PIGS di attuare poltiche di bilancio che producessero costanti defit annui (tanto il costo del rifinanziamento era molto contenuto), il quale si è poi riflesso sulla massa totale del debito pregresso. Nelle epoche precedenti paesi come l’Italia hanno superato momenti di contrazione economica proprio grazie alla svalutazione, quello che invece impedisce oggi la moneta unica.  Senza euro avremmo avuto i tassi di interesse molto più alti e questo avrebbe obbligato la nostra classe politica a intraprendere manovre di risanamento dei conti pubblici per contenere l’onere degli interessi sul debito pubblico.

Senza l’euro non avremmo avuto la bolla immobiliare alimentata dai mutui farlocco ad intervento integrale. Senza l’euro avremmo avuto maggiore sicurezza e solidità per le nostre banche. Adesso di sicurezza ne rimane veramente poca, addirittura se parafrasiamo la stessa Merkel ci dovremmo aspettare almeno il default parziale su una parte di emissioni dei titoli di stato anche di paesi virtuosi: la classifica soluzione  a colpo di spugna. Di certo non è più consigliabile detenere debiti di stato al momento, siano essi BUND oppure OAT. Se il tutto verrà salvato, grazie magari ad una superpatrimoniale, preparatevi perché in ogni caso perderete denaro, anche detenendo il vostro caro ed amato «pagherò nazionale» infatti nell’ipotesi più accreditata faranno partire una inflazione a due cifre per ridimensionare in qualche anno i debiti degli stati. La Fed insegna. Mala tempora currunt, sed peiora parantur.




Riproduzione concessa con citazione della fonte
EugenioBenetazzo.com

mercoledì 8 dicembre 2010

Due articoli tratti da ETLEBORO

LO SCONTRO TRA POTERE ORTODOSSO E LOBBIES DELLA CYBERNETICA


Il seguente articolo, dell'Osservatorio italiano, è tratto dal blog della O.N.G., ETLEBORO



L'offensiva sferrata da Wikileaks ha catturato l'attenzione del mondo diplomatico e politico internazionale, insinuando così il dubbio che gli equilibri che oggi reggono le relazioni bilaterali e mondiali siano più instabili e precari di quel che si pensava. Una fuga di informazioni dalla rete delle ambasciate e del Departement State degli Stati Uniti apre molteplici scenari su cui gli analisti si interrogano. Tra le teorie più accreditate vi è quella secondo cui Wikileaks sia davvero una rete che vuole sabotare Washington, o l'amministrazione Obama, ed in particolare il sistema diplomatico americano: mostra com'è cinico, che agisce come se i Paesi fossero un suo dominio, ed i governi dei burattini, mostra che gli ambasciatori sono ambigui e doppiogiochisti, insomma che non sono più una controparte da ascoltare nel tutelare l'ordine mondiale. Da qui l'idea che Wikileaks voglia una nuova era, in cui mettere a nudo i potenti del passato. In secondo luogo, vi è la teoria del sabotaggio, ossia che la stessa amministrazione americana abbia creato un sistema per sabotare gli accordi con la Russia, e così la sua tela di Stati che la rendono sempre più forte ed un'inattaccabile controparte della NATO, oppure per isolare l'Iran all'interno del mondo arabo e continuare la strategia della tensione.
Questione energetica è un bersaglio. Entrambe le tesi sono verosimili, perché spiegano le reazioni degli Stati e della stessa America, rendendo perfetto questo teorema. Wikileaks attacca Berlusconi, e Hillary Clinton chiede scusa, mentre alle forti critiche dei rapporti interconnessi con Putin tutto tace da Washington. Tuttavia Russia e Italia rispondono con il rafforzamento della partnership energetica e del progetto del South Stream, che assume così aspetti sempre più complessi. Il Governo italiano e quello russo hanno confermato gli accordi di costruzione e dato a tale unione un nuovo volto, in considerazione di due operazioni societarie strategiche. Viene ratificato in primo luogo l'accordo trilaterale tra Russian Post, Poste Italiane e Finmeccanica per l'ottimizzazione della rete logistica (technology, operating and logistic system) e lo sviluppo di servizi innovativi (financial services and treasury, products and services supply) - senza però dimenticare che l'autorità postale controlla parte dello scambio dell'informazione sulla rete internet. In secondo luogo, Eni avvia il processo di vendita dei gasdotti Tenp e Transitgas, ossia la rete di interconnessione rispettivamente con Germania e Olanda, e con Svizzera e Francia, in cui si potranno probabilmente inserire 'partner terzi'. Allo stesso tempo, la Cassa Depositi e Prestiti, controllata del Tesoro e da un gruppo di Banche, diventa il nuovo socio dell'Eni, attivando lo swap delle partecipazioni detenute in Poste, Enel ed Stm. Le Banche italiane sembrano lasciare le Poste per privilegiare l'Eni e i suoi progetti nel settore del gas.
Intanto, Turchia e Russia confermano la loro volontà a costruire l'oleodotto Samsun-Ceyhan (dalla costa del Mar Nero al Mediterraneo) e così lo stesso South Stream, che necessita pure sempre del via libera di Ankara per la sua realizzazione. Non dimentichiamo infine la Bulgaria, altro Stato strategico per il gasdotto russo, che ha confermato la sua 'fedeltà' a Mosca, suggellando anche l'accordo sulla centrale nucleare di Belene, e i Balcani dove Gazprom miete consensi dalla Croazia sino all'Albania per la gassificazione della regione.

Rapporto Mitrokhin: un precedente. E' proprio sulla questione energetica che ruota il 'caso Wikileaks', perché tra mito e realtà esiste la linea invisibile del vero braccio armato degli Stati, che sono le intelligence-ombra, che si sono già scontrate con il famoso caso del Dossier Mitrokhin. La raccolta di 3.500 report, destinati a 36 nazioni, e redatti dal servizio di controspionaggio inglese - SIS sulla base delle note manoscritte da Vasilij Nikitič Mitrokhin, ex archivista del KGB, fu esattamente 'una fuga di notizie segretissime' relative ad un arco temporale abbastanza ampio, che mostrarono i lati oscuri dei rapporti con la Russia. Una parte di questi erano relativi all'Italia e vennero consegnate al SISMI dal 1995 fino al 1999 (fine guerra in Bosnia - anno del bombardamento NATO alla Serbia) e corrispondono a un arco temporale che va dal 1917 al 1984. Oltre a causa della complessità della verifica dei singoli eventi e della comprensione della sua realizzazione, l'importanza del Dossier Mitrokhin è stato messo in dubbio anche perchè parte delle informazioni erano vere e già note ai servizi italiani, poste poi accanto a molte che erano false e che hanno contribuito a creare caos, in un periodo di transizione per il blocco sovietico. Lo stesso meccanismo è venuto alla luce nel 2006 , con la morte dell'ex agenteAleksandr Litvinenko e la riapertura del caso del dossier Mitrokhin, che parlava di un gruppo di agenti speciali russi (spetsnaz) definito "Dignità e onore". I 'documenti segreti' accennavano all'esistenza di ex agenti del Kgb che stavano conducendo la loro guerra fredda "contro i dissidenti del regime di Vladimir Putin". Stiamo parlando di un periodo in cui l'Italia, con Romano Prodi, poneva le basi per la costruzione del South Stream e dell'alleanza tra ENI e Gazprom, per fare del gas la fonte energetica del futuro.


Il servizio segreto ortodosso.
Allora, un'analisi lucida e sistemica dell'Osservatorio Italiano (si veda; "Dignità e onore": la copia strumentalizzata del Servizio Segreto Ortodosso) ha rivelato come il dossier Mitrokhin e il servizio parallelo di "dignità e onore" non era altro che una tecnica per colpire in realtà è il 'servizio segreto ortodosso'. Stiamo parlando di un'entità, la cui struttura è stata descritta per la prima volta proprio da Michele Altamura, che rappresenta un "servizio segreto parallelo che riunisse in sé i dissidenti del servizio di spionaggio al solo scopo di formare una forza invisibile e interna agli Stati". Si definisce "giusto" perché va a colpire un personaggio debole e ricattabile del sistema, costruendo su di lui un dossier e fruttano la sua posizione di debolezza per raggiungere determinati scopi. In questo modo il servizio ortodosso ha costruito una rete di contatti parallela agli Stati, in modo da collocare all'interno di ogni struttura strategica, società o istituzione, un proprio uomo fidato e dare vita ad una zona di influenza. È su questo sistema che la Russia ha creato sulle proprie ceneri un impero economico, posizionando in ogni stato e all'interno delle più grandi società un proprio contatto in modo da ottenerne il controllo. "Chi ha creato il servizio segreto ortodosso è stato intelligente perchè aveva già predisposto meccanismi che impedissero che il nemico potesse pronunciarlo e farlo uscire allo scoperto. Questo sistema esiste ed è ben saldo, ha il potere di usare tutti i mezzi per la razionalizzazione di tutte le società più importanti, in modo da colpire l'economia di uno Stato attraverso il controllo dei suoi politici o delle persone che contano davvero", scrive Michele Altamura.


Mitrokhin è stato un dossier studiato in ogni suo aspetto, in modo che nessuno potesse risalire alla verità proprio perché è stato scritto da fonti anonime, gestito da commissioni anonime create ad hoc per fare un po' di scena e far rientrare il caso nell'immaginario collettivo. Dell'esistenza del servizio segreto ortodosso abbiamo prove ogni giorno, ed è quello che crea alleanze tra società e gruppi, che crea progetti per pipelines ed infrastrutture, è l'anticamera degli incontri più critici, è ciò che alcuni definiscono lobbying. Esistono infatti dei 'collegamenti non convenzionali', costruiti da elementi dei servizi segreti che hanno un ruolo ibrido, a metà strada tra sfera interna ed esterna, essendo legati principalmente a lobbies. Una società ha una fascia non convenzionale che prende contatti con la sua controparte russa, ed inevitabilmente durante la gestione di tali rapporti si verificano delle distorsioni. Tuttavia nessuno può individuarli o in maniera diretta, perché scontrarsi con questo sistema sarebbe come fare la guerra totale e decretare la fine delle stesse lobbies che tentano di far cadere i governi. Forse è ciò che cerca di fare l'America ancora una volta con il suo progetto cybernetico.

Wikileaks e il crimine invisibile. In tale ottica, Wikileaks è la versione evoluta del Dossier Mitrokhin, avendo a disposizione nuovi strumenti di comunicazione ed una tecnica più affinata. E' oggi un sistema congeniato nei minimi dettagli che segue uno schema ben preciso, un progetto di propaganda per il controllo dell'internet - massima espressione del coinvolgimento delle masse all'interno della rete - che, sdoganando il segreto, attua una sorta di vaccinazione delle persone. Il crimine invisibile dell'eliminazione del segreto porta all'accettazione delle scelte difficili, di un evento non condivisibile ma necessario. Questo è ciò che l'Osservatorio Italiano ha affermato prima della pubblicazione dei documenti, ben sapendo che all'interno dei famosi dispacci delle ambasciate vi sarebbero state inserite solo mezze-verità, che dovevano fare da veicolo per le falsità più grandi ed innestare nelle persone un'idea, in modo da poter manipolare di nuovo gli eventi a proprio favore. E' questa la nuova frontiera del contro-spionaggio, per la produzione del consenso e il controllo del dissenso, per servire gli interessi della classe dirigente. Wikileaks è una 'macchina dei messaggi' e ha al suo interno delle intelligenze artificiali, visto che i suoi fautori sono anche i proprietari delle lobbies dell'informatica e dell'informazione, costituite da software, server, motori di ricerca, computer non convenzionali, intelligenze artificiali, data center, società di elaborazione di dati statistici. Utilizzare le vecchie tecniche di base come la propaganda e il complottismo, cattura ogni singolo messaggio, inserendolo in un comando unificato che è a sua volta diviso in compartimenti e cellule (camere stagne), tale che tutti finiscono per essere inghiottiti da questa macchina di intelligence, senza essere consapevoli di essere fornitori "delle proprie idee", mentre sono soprattutto i dissidenti i soggetti interessanti.

Lo strumento ideale per l'attuazione resta quella classica del 'Dossier Mitrokhin': divulgazione di segreti ufficiali, semplicemente perché la classificazione su un qualsiasi pezzo di carta come "top secret" rende vero tutto ciò che è falso . Ad esempio, il rapporto segreto della missione NATO International Security Assistance Force nel 2006 individua Bin Laden come leader dei talebani e Mullah Omar leader della città pakistana di Quetta. E' questo un sillogismo anti-dissidenza dell'11 settembre , in quanto accreditando come vera al figura di Bin Laden, in un documento segreto, si va a confermare l'esistenza della guerra al terrorismo. Usare quindi il segreto per giustificare indirettamente un conflitto è un crimine invisibile. Il ruolo dei media e dei social networks è quello di essere il centro-accreditamento bugie, in virtù della regola "tutto ciò che si vende si può pubblicare". Il sillogismo anche stavolta è semplice. "Si tratta di notizie vecchie che confermano solo ciò che "tutti" sanno già. E' contrassegnato come segreto, ma gli eventi sono veri e anche i nomi dei relatori, quindi non è un complottismo. Si parla contro i politici quindi è libertà di stampa, in nome di una causa più grande" .


Nuovi scenari.
L'intelligenza artificiale che sta dietro questo grande progetto non può certo appartenere ad un'organizzazione che agisce senza scopo di lucro, è chiaro che è invece espressione di quelle che potremo chiamare le 'Nuove Banche', ossia entità che possiedono dati e strumenti forti a sufficienza per sferrare le loro guerre. Ciò che unisce i vecchi conflitti congelati con la nuova era è proprio lo scontro tra le lobbies della Cybernetica, che fa delle informazioni e della speculazione un mezzo di ricchezza, e il potere ortodosso, simbolo dell'alleanza tra la Chiesa Ortodossa e del Vaticano, tra l'Europa dell'Est e Italia con la Russia, e che utilizza l'energia come motore dell'economia. Alla sconfitta del petrodollaro e al fallimento delle speculazioni finanziarie, gli Stati Uniti rispondono con la guerra al terrorismo, con l'invasione di Iraq e Afghanistan e con la guerra invisibile, dichiarata proprio con la creazione del nuovo consiglio presso la Casa bianca della sicurezza "cibernetica". Uno scenario che l'Osservatorio Italiano aveva teorizzato e dimostrato in tutti i suoi aspetti, avvertendo come gli Stati non possiedono ancora gli strumenti per contrastare il crimine invisibile. E' infatti una guerra sotterranea, che parte da un server pirata e viene sferrata da computer , facendo tutti bersaglio di ritorsioni o rapine mascherate da "false collaborazioni", da dossier e files che gettano discredito sui Governi.

Osservatorio Italiano






LA CYBERNETICA E LA NUOVA ERA DELLA DIFESA NAZIONALE




Il seguente articolo è tratto dal blog della O.N.G., ETLEBORO


"In un futuro, saranno gli attacchi cybernetici ai sistemi elettronici delle strutture di difesa nazionale od istituzionali ad essere definiti terroristici. Allo stesso tempo, la difesa dei propri dati e delle informazioni degli Stati potrà essere considerata un'operazione di anti-terrorismo. [si veda La macchina pensante ] Questa è una guerra sotterranea e i Governi dovranno ammettere che esiste veramente il crimine invisibile, contro il quale sono ancora totalmente impreparati. Oggi è possibile creare un buco all'interno della rete con domini di vari livelli e scomparire in un labirinto, che è possibile attaccare un server senza essere rintracciati, perché basterà modificare qualcosa all’interno di un pc e trasferire un server". [si veda Il potere ortodosso avanza e Barack lancia la guerra cybernetica ] Questo quanto nel 2008 scriveva l'Osservatorio Italiano, preannunciando la nuova era delle guerre elettroniche, che sostituiranno gradualmente i confronti diretti tra gli Stati. Oggi, dopo il caso Wikileaks, vi è senz'altro un nuova consapevolezza nella necessità di munirsi di un sistema telematico proprio, controllato dalle istituzioni pubbliche e non da entità private, che possa proteggere i dati dei cittadini e dello Stato. Le analisi e gli studi della Tela Italiana consentiranno di aprire una nuova era, perché molti hanno creduto nel messaggio tracciato in anni di lavoro.

giovedì 2 dicembre 2010

Un burrone per i maiali ( articolo di Ugo Gaudenzi - Rinascita )






Il seguente articolo è ad opera del Direttore del quotidiano Rinascita, Ugo Gaudenzi.


Quando, agli inizi dell’ann0, mettevamo in allerta i nostri Lettori sul disastro economico imminente che aveva come obiettivo i Paesi più deboli della zona euro, qualcun altro, tra i Signori che ci leggono ma ci censurano, avrà archiviato i nostri continui editoriali con un secco: “i soliti catastrofisti”.
Eppure le nostre analisi erano più che puntuali. Il via al nuovo stato di allerta era stato da noi avanzato con una corrispondenza dall’Argentina di Alberto Buela. In sunto vi si descrivevano le manovre destabilizzatrici sui debiti pubblici più pesanti. Manovre guidate dalle solite banche d’affari - in primis la Goldman & Sachs, ma non soltanto questa - che, temendo una mancata o tagliata remunerazione degli interessi sui prestiti a suo tempo devoluti agli indebitati, avevano già programmato un metodo di intervento a usura nuovo per accumulare comunque profitti.
In sintesi, delineati i Paesi oggetto delle attenzioni speculatrici con un acronimo inglese dal doppio significato (P.I.G.S. e cioè sia “porci” che Portogallo, Irlanda/Italia, Grecia, Spagna) - i più deboli in quanto a parametri deficit-pil, ma anche i più grassi da mungere, occorreva organizzare il nuovo grande sacco delle loro risorse.
E’ vero - continuava poi Rinascita, nelle sue seguenti analisi - che la “stampa autorevole” anglo-americana (da Newsweek all’Economist, al Financial Times) aveva subito censurato l’acronimo, per non turbare troppo le vittime sacrificali dei suoi datori di lavoro, ma la Grande Truffa doveva comunque essere portata avanti.
Bene (anzi: male).
La Grecia stramazzava al suolo per il suo deficit provocato dagli interessi sui prestiti contratti con la Goldman & Sachs nei primi anni del secolo (quando Mr. Draghi “coordinava” le attività d’affari della banca in Europa...)?
Niente paura. Viene subito approntato l’intervento di Fmi e Ue con nuovi prestiti - a loro volta concessi dalle stesse banche d’affari - allo Stato in bancarotta. Atene taglierà redditi e benessere ai suoi cittadini e potrà restituire, perennemente, gli interessi (solo quelli... il capitale non si tocca!) alla Goldman o a chi per essa.
L’importante - continuavano i cento articoli di Rinascita - è che né la Grecia, né alcuno degli altri maiali (pigs) si permetta di  dichiarare bancarotta o crack o bail-out.
Come dimostrato dalle presidenze Kirchner di un’Argentina ridotta alla miseria dall’usura internazionale, notava sempre Rinascita, dichiarare “bancarotta”, per uno Stato, per un popolo, non significa nulla, anzi. Uno Stato in “bancarotta”, non paga più gli interessi usurai, tratta sulla restituzione del capitale e sviluppa di nuovo virtuosamente la sua economia. Quello che è accaduto in 7-8 anni, appunto, all’Argentina, che oggi ha riconquistato il suo posto tra le dieci più importanti nazioni del mondo.
Tuttavia, come da copione, dopo la Grecia la speculazione ha travolto i Paesi dell’est e quindi l’Irlanda e poi il Portogallo, ora tocca alla Spagna e, come scrivono soltanto oggi i giornali, dietro l’angolo c’è l’Italia.
Leggiamo i titoli freschi freschi: “Strauss Kahn (Fmi): alcuni Paesi della zona euro sono sull’orlo del burrone”; “Trichet: tensioni su Italia e Spagna”: “La Banca centrale europea proroga le misure anticrisi” (naturaliter: a favore delle banche, ndR); “Borse destabilizzate”... e così via.
I Maiali devono morire strozzati, insomma. Anzi: NON devono morire, ma vegetare in coma attaccati alla flebo dell’usura sull’usura.
I popoli? Loro se ne fregano.

domenica 28 novembre 2010

Mariarca Terracciano è il mio sindacato ( articolo di Paolo Barnard )




Il segunte articolo, è ad opera di Paolo Barnard ed è tratto dal sito ComeDonChisciotte



LO SARA’ PER SEMPRE E SARA’ L’UNICO.
RIPUDIO OGNI ALTRO SINDACATO, CGIL, CISL, UIL, CONFSAL, RDB, CUB… LI RIPUDIO E DOVETE RIPUDIARLI ANCHE VOI, PER SEMPRE.
CI HANNO VENDUTI.
RAGAZZA, RAGAZZO, DONNA, UOMO CHE MI LEGGETE, SIAMO SOLI. NON C’E’ PIU’ NESSUNO LA’ FUORI A DIFENDERCI. SIAMO SOLI, PERCHE’…



I POTERI FINANZIARI DI UNIONE EUROPEA E STATI UNITI CI STANNO DISTRUGGENDO IL FUTURO DEL LAVORO COME NON POTETE IMMAGINARE
(l’inchiesta coi fatti, le prove, i colpevoli qui Il Più Grande Crimine)

ESSI HANNO SOTTRATTO ALL’ITALIA…

457 MILIARDI DI EURO IN 2 ANNI…

… PIU’ DI 20 FINANZIARIE SPARITE DAL TUO STIPENDIO E DAI TUOI SERVIZI ESSENZIALI… IN 2 ANNI. MENTRE NOI PER MILLE EURO IN BUSTA PAGA DOBBIAMO SUPPLICARE…

O MORIRE

MARIARCA HA DATO IL SUO SANGUE IN UNA LOTTA DISPERATA CONTRO QUESTO SCEMPIO ED E’ MORTA…

PER ME, PER TE, PER VOI.
(la sua storia Youtube)

NEL SUO SANGUE HANNO GRIDATO LE VOCI DI MARTIN LUTHER KING, DEL MAHATMA GANDHI, DI MALCOM X, DI PEPPINO IMPASTATO, DI STEVE BIKO, DI KEN SARO WIWA… DEGLI EROI DI TUTTI I TEMPI

MARIARCA ERA…

IL RADICALISMO DEI DIRITTI DI CHI LAVORA, CHE E’ L’UNICA ARMA RIMASTACI. SENZA, SIAMO FINITI.

IL POTERE LO SAPEVA, E NEL 1975 LA COMMISSIONE TRILATERALE DI STATI UNITI, EUROPA E GIAPPONE SANCI’ LA MORTE DEL RADICALISMO E DEL LAVORO, CON QUESTE PAROLE: “Quando esso perde forza, diminuisce il potere dei sindacati di ottenere risultati. La concertazione produce disaffezione da parte dei lavoratori, che non si riconoscono in quel processo burocratico e tendono a distanziarsene, e questo significa che più i sindacati accettano la concertazione più diventano deboli e meno capaci di mobilitare i lavoratori, e di metter pressione sui governi”… ERA IL 1975.

I SINDACATI CI SONO CASCATI.

CI HANNO PRECARIZZATO IL LAVORO. IL LAVORO E’ COME I TUOI GLOBULI BIANCHI, SENZA NON VIVI. HANNO PERCARIZZATO I TUOI GLOBULI BIANCHI…

HANNO RESO PLAUSIBILE L’INIMMAGINABILE

IL PIANO PER LA DISTRUZIONE DEL LAVORO DI NOI CITTADINI PARTI’ 70 ANNI FA IN FRANCIA E GERMANIA.
I MANDANTI: LA GRANDE FINANZA SPECULATIVA E LA GRANDE INDUSTRIA.
LE ARMI: L’ECONOMIA, L’UNIONE EUROPEA DEI TECNOCRATI, E OGGI IL DISASTRO DELL’EURO (spiegato qui Il Più Grande Crimine).

LA CRISI ECONOMICA 2007-2010 E’ USATA COME STRUMENTO PER UNA…

COMPRESSIONE DEI SALARI…

… SENZA PRECEDENTI IN 50 ANNI

STA ACCADENDO IN GRECIA E IRLANDA, ACCADRA’ QUI. STANNO CREANDO…

SACCHE DI LAVORO ALLA CINESE IN EUROPA, E LO HANNO PIANIFICATO NEI DETTAGLI, PER PROFITTO

GLI OPERAI SONO DESTINATI A SCOMPARIRE, MARCHIONNE LO SA BENISSIMO, IN KOREA NON C’E’ PIU’ L’ILLUMINAZIONE NEGLI STABILIMENTI AUTO, PERCHE’ NON CI SONO PIU’ ESSERI UMANI CHE VI LAVORANO. SOLO ROBOT…

OPERAI, SIETE CONDANNATI. LORO LO SANNO

DOVETE APRIRE GLI OCCHI, CAPIRE COSA VI STA SUCCEDENDO, ED ESSERE RADICALI NELL’OPPOSIZIONE A QUESTO ATTACCO AL LAVORO…

CHE E’ IL VERO ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA

MARIARCA FU RADICALE, LEI E’ LA NOSTRA UNICA ARMA PER SALVARCI…

LEI E’ IL RADICALISMO DEI DIRITTI DI CHI LAVORA

MARIARCA, IO, TU, VOI, CHIEDEREMO IL RADICALISMO DEI DIRITTI FINO ALLA FINE DELLA NOSTRA VITA. CIOE’:

  1. LAVORO E SALARIO DI DIGNITA’ COME DIRITTTO UMANO IMPRESCINDIBILE DI TUTTI, SOSTENUTO DA UN PROGRAMMA GOVERNATIVO DI PIENA OCCUPAZIONE IN COLLABORAZIONE COL SETTORE PRIVATO(si legga “LA PIENA OCCUPAZIONE E’ POSSIBILE”, degli economisti WRAY, KELTON, MOSLER, MITCHELL et al. in Il Più Grande Crimine)
  2. LA FLESSIBILITA’ SOLO COME OPTIONAL SCELTO DAL LAVORATORE, MAI IMPOSTA.
  3. SANITA’, ISTRUZIONE, ACQUA, LUCE, GAS, AMBIENTE, SERVIZI SOCIALI, DIRITTO ALLA CASA, PUBBLICA INFORMAZIONE SONO BENI INTOCCABILI DA QUALSIASI INTERESSE PRIVATISTICO.
  4. IL DIRITTO DI SFIDUCIARE COL VOTO L’INTERA CLASSE POLITICA ESISTENTE CON, NELLE SCHEDE, IL RIQUADRO “NESSUNO DI QUESTI” CHE SE MARCATO DAGLI ELETTORI VENGA POI CONTEGGIATO COME SEGGI VUOTI IN PARLAMENTO.

MA SOPRATTUTTO:
  1. IL RITORNO DELLO STATO ALLA SUA UNICA FUNZIONE LEGITTIMA…

CHE E’ DI SPENDERE A DEFICIT PER CREARE LA PIENA OCCUPAZIONE E IL PIENO STATO SOCIALE

CIO’ E’ PERFETTAMENTE POSSIBILE, LO E’ STATO PER 40 ANNI, NON CE LI HANNO MAI CONCESSI SOLO PER MOTIVI IDEOLOGICI.
(lo testimoniano il Nobel P. SAMUELSON, con WRAY, KELTON, MOSLER, MITCHELL, PARGUEZ, et al. Il Più Grande Crimine)

PER OTTENERE QUESTO DOBBIAMO ABBANDONARE L’EURO CHE FU PENSATO GIA’ NEL 1943 UNICAMENTE PER PARALIZZARE GLI STATI SOCIALI. STA ACCADENDO. (pag. 31 Il Più Grande Crimine)

OFFRIREMO, IN CAMBIO, UNA NUOVA ETICA DEL LAVORO IN ITALIA, DOVE CIASCUNO FARA’ CIO’ CHE DEVE FARE AL MASSIMO DEL SUO IMPEGNO, SEMPRE.

NON ESISTE ALTRA SPERANZA DI SALVARCI DAL PIANO DI DISTRUZIONE DEL LAVORO CHE PARIGI, BERLINO E WALL STREET STANNO COMPLETANDO.

SOLO MARIARCA PUO’ SALVARCI. SOLO…

IL RADICALISMO DEI DIRITTI DI CHI LAVORA

ORGANIZZATEVI E DISTRIBUITE QUESTE PAROLE A TUTTI I LAVORATORI CHE CONOSCETE, NELLE FABBRICHE, UFFICI, CAMPAGNE, LUOGHI DI COMMERCIO, E NELLE SCUOLE E UNIVERSITA’, A TAPPETO.
(per gli approfondimenti scientifici e storici PAOLO BARNARD Il Più Grande Crimine – dpbarnard@libero.it)

QUESTE PAGINE SONO LA TUA NUOVA TESSERA SINDACALE.

PERCHE’ IL TUO UNICO SINDACATO RIMASTO SI CHIAMA…

MARIARCA TERRACCIANO























Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/terraciano.htm
28.11.2010

sabato 27 novembre 2010

Verità sull'Europa ( articolo del blog PiermaFrost )




Il seguente articolo è tratto dal blog PiermaFrost.


L'intero progetto europeo è ora a rischio di disgregazione, con conseguenze strategiche ed economiche che sono molto difficili da prevedere.
In un discorso qualche settimana fa, il presidente dell'Unione europea Herman Van Rompuy (poeta e scrittore di versi giapponesi e latini) ha avvertito che se i leader europei trattano maldestramente la crisi attuale e consentono lo scioglimento dell’eurozona, essi distruggono la stessa Unione europea.
"Siamo in una crisi di sopravvivenza. Dobbiamo lavorare tutti insieme per sopravvivere con la zona euro, perché se non sopravviviamo con la zona euro non sopravviveremo con l'Unione europea", ha detto.
Bene. Questo tema è fin troppo familiare ai lettori del The Daily Telegraph, ma è come uno shock ascoltare una tale confessione dal presidente europeo dopo tutti questi anni.
Egli ammette che la scommessa di lanciare una moneta prematura e disfunzionale, senza una tesoreria centrale, o unione del debito, o governo economico per sostenerla - e prima che le economie, i sistemi giuridici, le pratiche di contrattazione salariale, la crescita della produttività, la sensibilità del tasso d’interesse del Nord e del Sud Europa arrivassero dovunque vicino ad una convergenza sostenibile - ora può ritorcersi contro orribilmente.
Fu detto a Jacques Delors e compagni, padri dell'UEM (Economic and Monetary Union), dagli economisti della Commissione nei primi anni ‘90 che questa avventura spericolata non avrebbe potuto funzionare così come costruita, e avrebbe portato ad una crisi traumatica. Essi fecero spallucce di fronte alle avvertenze.
Gli era anche stato detto che la moneta unica non elimina il rischio: essa sposta semplicemente il rischio di cambio verso il rischio di default. Per questo motivo era tanto più importante disporre di un meccanismo efficace per i default sovrani e le ristrutturazioni del debito in atto sin dall'inizio, con regole chiare per stabilire i giusti prezzi di tale rischio.
Ma no, i maestri della UE non volevano sentire niente di tutto ciò. Non potevano esserci dei default e nessuna preparazione fu fatta o addirittura consentita per un simile risultato del tutto prevedibile. Fu sufficiente la sola fede politica. Gli investitori che avrebbero dovuto essere informati meglio andarono dritti nella trappola, pagando il debito greco, portoghese e irlandese a 25-35 punti base al di sopra dei Bund. All’apice del boom i fondi d’investimento acquistavano obbligazioni spagnole con uno spread di 4 punti base. Ora stiamo vedendo quello che succede quando si consolida tale rischio morale nel sistema, e si spegne il segnale d’allarme.
Delors ha detto ai colleghi che ogni crisi sarebbe una "crisi salutare", consentendo all'UE di abbattere la resistenza al federalismo fiscale, e di accumulare energia fresca. Lo scopo della EMU è stato politico, non economico, per cui le obiezioni degli economisti potevano felicemente essere ignorate. Una volta che la moneta era in vita, gli stati UE avrebbero rinunciato alla sovranità nazionale per farla funzionare nel tempo. Ciò porterebbe inevitabilmente al sogno di Monnet di uno stato dell'Unione europea a pieno titolo. E causare la crisi.
Dietro a questa scommessa, ovviamente, c’era il presupposto che ogni crisi potrebbe essere contenuta ad un costo tollerabile una volta che gli squilibri del sistema monetaria EMU “un’unica taglia che non va bene a nessuno” avessero già raggiunto livelli catastrofici, e una volta che le bolle del credito di Club Med e dell'Irlanda fossero esplose. Si presumeva anche che la Germania, Paesi Bassi, Finlandia in ultima analisi - a seguito di molte proteste - si sarebbero impegnate a pagare il conto per una “Unione europea di sussidi di solidarietà”.
Si può presto scoprire se tale ipotesi è corretta. Lungi dall’amalgamare l'Europa, l'unione monetaria sta portando ad acrimonia e recriminazioni reciproche. Abbiamo avuto la prima eruzione all'inizio di quest'anno quando il vice premier della Grecia ha accusato i tedeschi di aver rubato l’oro greco dai forzieri della banca centrale e aver ucciso 300.000 persone durante l'occupazione nazista.
La Grecia è ora sotto un protettorato dell'Unione europea, o il "Memorandum", come lo chiamano. Ciò ha provocato attacchi terroristici di minor conto contro chiunque associato al governo UE. Irlanda e Portogallo sono più indietro su questa strada per la servitù della gleba, ma sono già alle prese con la politica imposta da Bruxelles per essere presto sotto protettorati formali in ogni caso. La Spagna è più o meno stata costretta a tagliare i salari pubblici del 5% per soddisfare le richieste dell'UE in maggio. Tutti sono costretti a lavorare duro a causa dell'agenda di austerità dell'Europa, senza la contropartita del soccorso della svalutazione e di una più libera politica monetaria.
Dato che questo continuerà anche nel prossimo anno, con tasso di disoccupazione fermo a livelli da depressione o addirittura oltre in maniera strisciante, ci si comincia a interrogare sulla paternità di tali politiche. C'è pieno consenso democratico, oppure questa sofferenza è imposta da capi supremi stranieri con un obiettivo ideologico? Non ci vuole molta immaginazione per vedere cosa tutto questo sta per fare per la concordia in Europa. L'opinione generale è che l'UE è divenuta illegittima quando si è rifiutata di accettare il rigetto della Costituzione europea da parte degli elettori francesi e olandesi nel 2005. Non ci poteva essere alcuna giustificazione per resuscitare il testo del trattato di Lisbona ed imporlo attraverso una procedura parlamentare senza referendum, in quanto costituiva un putsch autoritario.
L'Irlanda era l'unico paese costretto a considerare una votazione della sua corte costituzionale. Quando anche questo elettorato solitario ha votato no, l'UE ha nuovamente ignorato il risultato e intimato all'Irlanda di votare una seconda volta per farlo "giusto".
Questo è il comportamento di una organizzazione proto-fascista, per cui se l'Irlanda ora - per ironia della storia, e senza compenso – fa scoppiare la reazione a catena che distrugge la zona euro e l'Unione europea, sarà difficile resistere alla tentazione di aprire una bottiglia di whisky Connemara e godersi il momento. Ma bisogna resistere. Il cataclisma non sarà gradevole.
Il pensiero per tutti coloro che ancora lavorano per le istituzioni dell'UE è: cosa accadrà alle loro pensioni in euro se il signor Van Rompuy ha ragione?