domenica 31 luglio 2011

Il Pentagono dispiegherà ventimila truppe in tutti i territori USA. A che pro? ( articolo di Bacab )

Quello che segue, è un articolo tratto dal blog "Free Monkeys", dove si parla di un progetto del Pentagono di dispiegare circa 20.000 soldati sul suolo statunitense.
Si presume per via cautelativa in caso di sommosse popolari, a causa dell'instabilità economica ( e a prescindere se il piano di salvataggio venga o no realizzato ), oppure per altri motivi ancora ignoti.

Ricordo, visto che mi interessai all'argomento, che già dal 2008 è previsto un piano del genere - e sempre con le stesse motivazioni - e per giunta, su YouTube, comparvero inquietanti filmati su vari campi di contenimenti della F.E.M.A. ( la Protezione Civile a stelle e strisce ) nei quali erano ammassate centinaia di bare. Molte, se non tutte, realizzate per contenere anche 2-3 persone in una.

Ci si domandava il perchè di tutto questo dispiegamento di bare, il perchè aver realizzato campi che, a qualcuno, avevano fatto pensare ad una sorte di campi di concentramento ( in alcuni, infatti, c'erano tanto di torrette di avvistamento/controllo ).


Dopo il pezzo tratto dal blog sopra menzionato - e nel quale vi sono anche dei filmati - troverete il richiamo ad un articolo di ComeDonChisciotte del 2008 sui campi di concentramento e una serie di filmati tratti da YouTube e anch'essi risalenti a tre anni fa.

Buona lettura.





Il Pentagono ha annunciato il piano di schieramento, all'interno del proprio territorio, di una truppa militare interna composta di 20'000 unità nell'eventualità, sempre più forte, che nei prossimi due anni si assista ad agitazioni civili dovute a eventi catastrofici come attacchi terroristici su larga scala o un grande crollo economico.

Stando alle dichiarazioni di diversi testimoni, tra cui alcuni camionisti in viaggio, il piano di schieramento è già in atto attraverso svariati spostamenti di convogli militari.



La notizia ha sollevato timori sulla possibilità che gli Stati Uniti possano avvicinarsi sempre più ad un modello di stato di polizia militarizzata, e alcuni si chiedono già se la gente, pian piano, non si mosterà indifferente davanti all'attuazione della legge marziale qualora dovesse abituarsi a vedere, sin da subito e ogni giorno, i militari in giro per le strade americane.

Molti credono che l'annuncio del dispiegamento delle truppe sia parte di un piano militare sconosciuto e ben più grande, coincidente forse con il piano di pre-posizionamento di truppe e attrezzature (NOTAM) e quello della No-Fly Zone negli Stati Uniti continentali (CONUS).

Altri sono certi che sia da addebitare al collasso dell'economia americana, che è ormai al punto di non ritorno, altri ancora che l'annuncio sia legato alla minaccia nucleare recentemente rilevata a causa della pericolosa condizione di alcuni reattori di centrali statunitensi.

Comunque sia, il dispiegamento di forze militari potrebbe effettivamente essere parte del piano REX84 (Readiness Exercise 1984), attualmente in corso di attivazione a causa di un evento catastrofico che avrà probabilmente luogo in un futuro non molto lontano.

Non è forse un caso se un video della NASA, recentemente registrato e pubblicato on-line, allude a questa possibilità, comunicando a tutti i dipendenti di "prepararsi a eventi imprevisti".



E se tali eventi fossero legati ai resoconti che la Casa Bianca ha ricevuto dalla NASA alla fine dello scorso anno, nei quali si illustrava la minaccia futura, per quanto non calcolabile, rappresentata da asteroidi o comete per il pianeta terra?

Per di più, quest'anno, precisamente il 9 Novembre 2011, per la prima volta nella storia, la FEMA (Federal Emergency Management Agency) e la FCC (Federal Communications Commission) effettueranno il primo test a livello nazionale del sistema di allarme per le emergenze (Emergency Alert System - EAS), al fine di "valutare la prontezza e l'efficacia del sistema attuale... e per stabilire una base per i miglioramenti dello stesso attraverso vari test."

Lo stesso comunicato della FEMA termina poi con queste parole: "Questo evento serve a ricordare che tutti dovrebbero predisporre di un kit di preparazione alle emergenze e di un piano di emergenza per se stessi, le loro famiglie, la propria comunità e le proprie aziende. Visitate il sito www.ready.gov per ottenere maggiori informazioni su come prepararsi e comportarsi in caso di emergenza reale."

Infine, un altro "evento imprevisto" che viene collegato a tale annuncio e tali test è la detonazione di una "super-bomba a impulsi elettromagnetici" da parte della Cina in caso di un futuro conflitto bellico, che stando al rapporto appena pubblicato dall'intelligence della difesa, la Cina starebbe costruendo e collaudando.

Secondo un rapporto del The Asia Times, la bomba EMP potrebbe essere fatta esplodere in aria e sarebbe in grado di distruggere tutti gli apparecchi elettronici degli Stati Uniti, facendo tornare l'America all'età del medioevo in meno di un secondo, e provocando la morte di 9 americani su 10 nel giro di un anno dopo l'esplosione.

Articolo di: Alexander Higgins
Traduzione di: Bacab
Clicca qui per leggere l'articolo dalla fonte (inglese).

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Qui l'articolo di ComeDonChisciotte del 2008:


Da qui sotto, una serie di filmati di YouTube:





lunedì 18 luglio 2011

Per il PENE comune ( articolo di Eugenio Benetazzo )



Il seguente articolo, è tratto dal sito dell'economista, Eugenio Benetazzo.

Il nostro paese sta attraversando un momento di compromessa credibilità sulle scene internazionali, questo è dovuto non soltanto per gli episodi di gossip politico che contraddistinguono queste ultime settimane, ma soprattutto per le insuperabili difficoltà strutturali che sembra avere ormai il Bel Paese. La nuova manovra finanziaria di questi giorni ancora una volta tenta di generare nuove risorse finanziarie da utilizzare per la copertura del deficit, senza contare che di recente abbiamo anche sentito parlare di manovre lacrime e sangue, di austerità politica, di tassazione una tantum, di prelievi coatti sulle giacenze bancarie: tutte soluzioni di ripiego, contingenti, proposte politiche dell'ultim'ora nel disperato tentativo di far quadrare i conti come un mediocre contabile di impresa.

L'Italia ha difficoltà strutturali che sono state definite insostenibili, queste considerazioni scaturiscono dalla consapevolezza di un peso dello stato sociale sempre più gravoso, dalla constatazione che il potenziale di produzione industriale si sta giorno per giorno ridimensionando, dalle preoccupazioni delle giovani generazioni che percepiscono l'Italia come ormai un paese in via di sottosviluppo. Le famose riforme di cui sentiamo parlare da decenni non verranno e non potranno mai essere implementate dalla attuale classe politica per ragioni di incompetenza e convenienza politica. La crisi del debito sovrano in Europa ha fatto emergere come possibile prossimo paese candidato a trovarsi in quarantena finanziaria sia proprio il nostro: i recenti episodi di turbolenza finanziaria che hanno colpito le quotazioni dei titoli di Stato con scadenze a medio lungo termine non sono un altro che un'anticipazione della pressione che colpirà il mondo del lavoro ed il mondo delle imprese nei prossimi anni in Italia.

Le possibili exit strategy ci portano a ipotizzare anche per il nostro paese una serie di misure volte a inasprire il disagio sociale che sta caratterizzando questi ultimi semestri. Esistono paesi in Europa che hanno dato dimostrazione di esemplare reazione a livello di elettorato: uno di questi l'Inghilterra per voce del suo Primo Ministro ha proposto le cosiddette manovre lacrime e sangue per riassestare il costo dell'amministrazione pubblica e per tentare di rilanciare l'economia dell'isola. Chi ha a cuore il destino del proprio paese in questo momento si rende conto che è arrivata l'ora della medicina amara. Per anni si è continuato a dare e a garantire tutto a tutti attraverso sistemi e meccanismi di protezionismo sociale sfrenato, adesso è arrivato il momento di presentare il conto, non è più possibile continuare a mantenere il paese ricorrendo alle solite politiche demagogiche del tutto va bene e del non preoccupatevi che il domani sarà roseo.

Per la maggior parte degli Stati occidentali si prospetta un decennio di profondo ridimensionamento economico al quale si affiancherà un lento declino del benessere socioeconomico. L'Italia nonostante la sua situazione di criticità economica vanta ancora alcune credenziali atipiche rispetto agli altri paesi come ho avuto modo di spiegare anche all'interno di altri contesti. In quest'ottica dovrebbe essere seriamente presa in considerazione l'idea di istituire, regolamentare e tassare ufficialmente la prostituzione vista come un possibile strumento di governance economica per raccogliere ogni anno nuove risorse finanziarie da utilizzare per il contenimento della spesa pubblica o per la copertura del deficit di bilancio. La prostituzione in Italia è largamente diffusa in ogni ambito sociale anche grazie al ricorso a varie forme di adescamento clientelare, in questi ultimi anni ha sviluppato una presenza capillare in ogni contesto professionale ed imprenditoriale grazie alle potenzialità di contatto dei social network.

Fenomeni adolescenziali come il sexting o il web camming dimostrano come oggigiorno in Italia esistano centinaia di migliaia di persone che erogano prestazioni sessuali (anche virtuali) a fronte di una contropartita economica, per loro scelta personale e senza imposizione alcuna. La prostituzione in Italia potrebbe generare un gettito annuo stimato fra i 10 e 15 miliardi di euro considerando una flat tax del 25% ed un volume d'affari (che nessuno riesce a stimare complessivamente) di circa 50/60 miliardi di euro all'anno. Chi pensa che la prostituzione non venga istituita in Italia a fronte della presenza ed ingerenza del Vaticano nella vita politica del nostro paese non ha bene messo a fuoco il potenziale economico che questo “settore professionale” produce ogni anno: oltre il 30% dei proventi economici delle organizzazioni criminali è dovuto al racket della prostituzione. I primi ad essere danneggiati da un'eventuale tassazione di stato sarebbero proprio le mafie internazionali. 

Chi alla lettura di questo articolo non farà altro che denigrare il sottoscritto accusandolo di immoralità cristiana, dovrebbe farsi un esame di coscienza e rendersi conto di come la prostituzione sia che sia istituita attraverso un dispositivo di legge o imposta e gestita da attività criminali continuerà ad esistere e a manifestarsi per quanto tale in ogni luogo ed in ogni tempo. Quello che possiamo fare è sottrarre questo flusso di cassa che alimenta e rende economicamente forti le organizzazioni criminali, con lo scopo di far introitare tali ingenti somme al servizio della fiscalità diffusa (cosa che avviene in quasi tutto il mondo), Questo consentirebbe di supportare l'attività dello Stato ed evitare che in questo momento venga ulteriormente appesantita l'imposizione fiscale o vengano aumentati i prelievi ai contribuenti. Per finire, probabilmente, tutti quelli che continuano a sentirsi indignati per proposte di questa portata, probabilmente sono i primi che usufruiscono dei servizi di intrattenimento ed accompagnamento di donne e ragazze dai facili costumi. Tassiamo la prostituzione, per il pene di tutti.

martedì 5 luglio 2011

Proclama alla Nazione: Ora o mai più! ( tratto da "Proclama Italia" )

Il seguente articolo, è tratto dal sito di "Proclama Italia".

La prova provata che l’Italia, da 66 anni, non è (né può essere, né – nelle sue attuali condizioni – potrà mai diventarlo!) uno Stato indipendente e sovrano – e che il suo Governo (di destra, sinistra, centro… sarebbe la stessa cosa!), non è (né può essere) in grado di fare liberamente e degnamente gli interessi dei suoi amministrati (in quanto, oltre ad essere chiaramente in sottordine a quello degli USA, è invariabilmente ed incessantemente sotto ricatto ed autorità di Washington che tende puntualmente, arrogantemente e sfacciatamente ad intimargli cosa si debba o non si debba fare…) – l’abbiamo definitivamente avuta in concomitanza con la Crisi libica, tuttora in corso. Questo, nonostante l’Italia avesse un preciso e vincolante trattato di non aggresione e di cooperazione con la Libia, e che i nostri interessi politici, economici ed energetici consigliassero, quanto meno, di restare neutrali.
Tenuto conto di quanto sopra, e non potendo fare altrimenti, è pertanto indispensabile che, una volta per tutte, si possa fare chiarezza. E, per poterla realmente fare, è ugualmente vitale ed urgente che si possa – al di la delle idee di ciascuno e degli schieramenti ideologici, politici e partitici in cui ognuno si riconosce – tirare una precisa, indelebile ed invalicabile linea di demarcazione, tra tutti gli Italiani. Tra coloro, cioè, a cui, per un motivo o per un altro, sta bene la suddetta situazione, e quegli Italiani, invece, che tendono fermamente a rifiutarla, e vorrebbero, in qualche modo, rimetterla in discussione.
Questa, dunque, da oggi, è la sola, possibile, linea di demarcazione:
1. chiunque, tra gli Italiani (di destra, di sinistra, di centro, di centro-destra, di centro-sinistra, di estrema destra o di estrema-sinistra), continuerà ad accettare il suddetto stato di flagrante ed umiliante sudditanza da Stati terzi (fosse pure, per banale ignoranza o noncuranza), sarà considerato un nemico (polemios/hostis) ed un traditore della nostra Patria;
2. chiunque altro (di destra, di sinistra, di centro, di centro-destra, di centro-sinistra, di estrema destra o di estrema-sinistra) tenderà, invece, a rifiutare il succitato stato di asservimento e di subordinazione, e vorrà, in qualche modo, riunirsi e lottare, per potere finalmente riuscire a liberare la nostra Patria Italia/Europa dalla colonizzazione politica, economica, culturale e militare che ci è stata subdolamente imposta negli ultimi 66 anni, sarà considerato un nostro amico (philos/amicus) ed un nostro alleato (etairos/sodalis).

Libertà, Indipendenza, Autodeterminazione e Sovranità politica,
economica, culturale e militare, per l’Italia, l’Europa
ed il resto dei Popoli-Nazione del mondo.

venerdì 1 luglio 2011

Questa non è una crisi, è una truffa! ( articolo di ATTAC - Francia )

Il seguente articolo, è tratto dal sito italiano di ATTAC ed è a firma della sezione francese dell'associazione ATTAC.

"Non è una crisi è una truffa" dicono gli indignati spagnoli. Questo mercoledì il parlamento greco ha adottato un nuovo piano di austerità, simbolo del vero e proprio saccheggio in corso in questo momento in Europa.
Nonostante la profonda ingiustizia delle misure di rigore che mirano a presentare il conto al popolo greco senza mettere in discussione le pessime politiche fiscali dei governi precedenti, gli squilibri del funzionamento della zona euro, o i lauti profitti realizzati dalle banche e da altri speculatori sulle finanze pubbliche greche;
Nonostante la resistenza del popolo greco, che si è sollevato con dignità ed ha occupato per quasi tre settimane la piazza principale di Atene - dove si trova il Parlamento – per contestare, in modo pacifico e democratico, quelle scelte imposte a dispetto del buon senso ;
Nonostante la provata inefficacia di misure di austerità per migliorare la situazione delle finanze pubbliche, i deputati greci hanno deciso di sottomettersi al ricatto dell’Unione europea, del FMI e della Banca centrale europea.
In cambio di questo piano di austerità, che prevede in primo luogo la richiesta di riduzione dei salari e una riforma fiscale che va a penalizzare le classi medie e popolari, la "troika" accorderà un aiuto da un centinaio di miliardi di euro alla Grecia - senza i quali il governo si ritroverebbe nell’impossibilità di garantire il proprio funzionamento (compresi i servizi pubblici, gli ospedali, ecc)
Questo cosiddetto "salvataggio", aiuterà più le banche francesi e tedesche che la Grecia: "Il CAC 40 sta intensificando i propri guadagni, confidando nella Grecia", recita il sito di Point.fr. Esso rappresenta in realtà una grande socializzazione delle perdite: uno studio di Echos mostra che grazie a questo piano, "la quota di debito ellenico in mano a creditori stranieri aumenterà dal 26% al 64% nel 2014. Ciò significa che l’esposizione di ogni famiglia della zona euro passerà dai € 535 di oggi a 1.450 euro. "Eppure tutti gli economisti concordano sul fatto che la Grecia non può rimborsare tutti i suoi debiti.
Nell’opporsi così ferocemente a qualsiasi ristrutturazione, Sarkozy e Trichet fanno il gioco delle banche francesi; ma se la Grecia dovesse dichiarare bancarotta, la finanza pubblica degli altri paesi europei sarà in prima linea ... e i popoli d’Europa pagheranno tramite l’approvazione di nuove misure di austerità.
"Privatizzare i profitti, socializzare le perdite", questa logica sembra più attuale che mai: con la nuova governance economica, promossa dai governi europei e della Commissione e approvata dal Parlamento, le finanze pubbliche saranno controllate, e come per la Grecia, l’austerità permanente per i popoli garantirà i profitti delle banche.
E’ essenziale che i popoli d’Europa si mobilitino per sconfiggere questa strategia choc a livello europeo. Come il popolo greco, occorre non solo indignarsi ma essere determinati a porre fine ai diktat delle banche e dei mercati finanziari, cominciando con l’imporre un controllo democratico del debito pubblico. In Francia in particolare, le proteste devono intensificarsi: la posta in gioco in Grecia di oggi è la capacità di noi popoli europei di uscire dalla trappola in cui la finanza ci ha rinchiusi.
Giovedi 30 giugno a seguito della mobilitazione senza precedenti del popolo greco, e mentre i movimenti sociali e i sindacati britannici hanno organizzato uno sciopero generale contro i tagli massicci ai finanziamenti pubblici Attac ha convocato un presidio alle ore 18 presso l’Ambasciata Greca per sostenere le mobilitazioni in Europa, Grecia, Regno Unito, Spagna, ed affermare che le loro lotte sono più che mai anche le nostre.

Attac Francia,

Parigi, 29 giugno 2011