mercoledì 18 agosto 2010

Con Cossiga scompare un testimone dei misteri d'Italia ( articolo di Ugo Gaudenzi )


Il seguente articolo è tratto dal sito web del quotidiano "Rinascita" ed è a firma del Direttore Ugo Gaudenzi.


di: Ugo Gaudenzi

direttore@rinascita.net
La morte di Francesco Cossiga priva il popolo italiano di un protagonista/responsabile della politica governativa della Repubblica dei partiti, e dei suoi misteri più dolorosi avvolti ancora dalle nebbie della disinformazione.
Lo stesso presidente Cossiga infatti si è proposto dal 1991-2 al giorno della sua morte sia quale fonte di rivelazione dei segreti di Stato, sia quale depistatore e sia quale uomo d'ordine che dichiarava la sua ignoranza sulle trame da lui stesso precedentemente confermate.
Un esternatore di tutto e del contrario di tutto.
Un negatore di tutto e del contrario di tutto.
Delfino di Antonio Segni ma sodale con Aldo Moro quando questi di fatto accusò quel presidente di trame golpiste indirizzandolo verso le dimissioni.
Difensore degli arruolati "Gladio" al soldo degli angloamericani per le operazioni "coperte" in Italia e pilotate dai residui "partigiani bianchi".
Delfino di Aldo Moro ma seguace della Dc e del Pci nella cosiddetta "linea della fermezza" che condannò proprio Moro ad essere ucciso dalle Br. E con lo stesso Moro suo accusatore dalla prigionia.
Accusatore della matrice "neofascista" della strage di Bologna, salvo ritrattazione a condanne definitive avvenute e indicatore di una fantasiosa e del tutto improbabile pista palestinese all'origine di quel massacro molto più probabilmente da addebitare al Mossad.
Silenziatore dei fatti militari occidentali antilibici (il mig precipitato in Sila) e delle responsabilità atlantiche nella strage di Ustica.
Un sodale dei socialisti, ma all'ultima ora, fuori tempo massimo, a psi ormai distrutto dall'operazione Mani Pulite organizzata dalla finanza atlantica.
Al tempo stesso disponibile a testimoniare contro Mario Draghi (contro la finanza atlantica e il complotto del Britannia) e a favore di chi scrive, querelato dal governatore della Banca (privata) d'Italia per i suoi articoli di denuncia sul suo ruolo destabilizzatore pubblicati findal 1993.
Non crediamo che chi - con lo stesso potere politico - gli è sopravvissuto (pensiamo a Giulio Andreotti, in particolare), avrà mai la sua stessa onestà, o desiderio, o tentazione, di squarciare il buio, il fumo artificiale, che nasconde eventi e tragedie della più recente storia italiana.


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