martedì 26 ottobre 2010

Propaganda a favore del microchip per tutti, uomini e animali, con la collaborazione delle "associazioni animaliste" ( articolo di Corrado Penna )

Il seguente articolo è ad opera di Corrado Penna. Ed è tratto dal suo blog "La Scienza marcia e la menzogna globale".


Questo breve spezzone del telefilm CSI rappresenta un'ovvia propaganda (neanche troppo subliminale) a favore dell'impianto del microchip. Chi denuncia i loschi progetti del Nuovo Ordine Mondiale avverte da tempo che uno degli obiettivi delle élite criminali che ci governano è quello di impiantare un microchip in ognuno di noi.

Con la scusa di avere un dispositivo inalienabile che possa identificare le persone meglio della carta di identità, che possa sostituire i bancomat, le carte di credito e persino i soldi di cartamoneta (ogni pagamento diverrebbe una transazione elettronica mediata dal microchip), i nostri padroni/sorveglianti avrebbero anche un mezzo per tracciare ogni nostro movimento e ogni nostro spiarci in ogni nostra mossa e presumibilmente anche influenzare la nostra mente. 

Peccato che il microchip è in realtà un prodotto inaffidabile che può essere clonato, così come avviene con un cellulare, altro che sicurezza! Del resto il fatto che delle prostitute rumene minorenni siano state controllate tramite l'imianto di microchip rende l'idea di come questa sia una tecnologia ottimale per controllare e schiavizzare le persone.

Per quanto i soli negazionisti del CICAP ci possano ridere sopra, un recente articolo apparso su una rivista del SISDE (servizi segreti italiani) mostra come  sia perfettamente realizzabile una manipolazione mentale con l'auisilio dell'impianto di un microchip. Del resto da anni esistono persone che denunciano di avere ricevuto a loro insaputa (ad esempio con la scusa di un'operazione chirurgica) l'impianto di un microchip che ne ha condizionato negativamente la vita.



In Italia le vittime di tali armi per il controllo mentale in Italia si sono organizzate in un'associazione (AVAEM). Il caso più famoso nel nostro paese è quello di Paolo Dorigo, che ha pure attuato uno scipero della fame per chiedere che tale strumento di tortura gli venga rimosso. Qui sotto un video relativo al servizio di un'emittente locale che ne ha dato notizia. 



Nel frattempo, con una opposizione quasi nulla, il sogno delle nostre élite si è già realizzato per quanto riguarda i nostri "fedeli amici a quattro zampe", con il complice silenzio o con l'attiva collaborazione di tutte o quasi tutte le cosiddette associazioni animaliste, quelle che a parole tutelano gli animali ma poi non alzano la loro voce quando su questi teneri esseri indifesi vengono praticate vaccinazioni tossiche e mortali o quando ad essi vengono impiantati microchip che possono causare tumori e altre malattie mortali.

Vedi per esempio cosa fa il sito http://www.amicidizampa.it/ che pubblicizza l'evento "Campagna per il microchip a tutti i cani nel Biellese", evento al quale collaborano attivamente le associazioni "animaliste" LAV, ASPA, LEAL, nonché i gestori del locale canile. Sicuramente molte delle persone che si attivano in tal senso saranno in buona fede, ma possiamo permetterci di supporre molti dirigenti nazionali di certe associazioni siano consapevolmente complici.

Nel manifesto di tale orrido evento (fare click sulla figura per vederla ingrandita) viene specificato che un regolamento regionale piemontese impone l'impianto del microchip ad ogni cane domestico pena una sanzione pecunaria per il proprietario che può andare dai 38 ai 232 euro


D'altronde dopo avere visto gli ex dirigenti della Legambiente collaborare col proprio silenzio al varo di decreti che proteggono gli inquinatori, e gli attuali dirigenti collaborare col proprio silenzio al peggiore inquinamento nella storia del mondo moderno, dopo avere visto quanto il WWF sia sostanzialmente della stessa pasta, che cosa potremmo attenderci?

A proposito, segnalo un lungo articolo sulle nefandezze del WWF, ente  creato dal reale inglese, tanto amico degli animali da cacciarli con grande diletto.


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