Premessa: Io, comune cittadino, di economia, finanza e di tutto ciò che circonda questo mondo, conosco poco. Non sono un esperto, per chiarirci, ma ciò non significa che non posso farmi domande.
Quesiti che, come potrete immaginare, riguardano la crisi economica in cui stiamo riversando da molti mesi, se non anni. Sì, anni, perchè i "grandi" economisti, quelli che ci rassicurano che l'economia, almeno quella del nostro Paese, va bene, è in ottima salute, forse non ci dicono come stanno le cose. L'inflazione affermano che è al 3%, sarà vero? Bà! Gli stipendi, non per dire una frase che per qualcuno potrebbe essere un luogo comune, sono rimasti gli stessi di quando c'era la Lira, ma i prezzi aumentano. Da qui si vede che il famoso "potere d'acquisto" dei salari si è ridotto. Chi, come me e come tanti comuni cittadini, è un lavoratore salariato ( cioè un lavoratore dipendente ), si sarà reso conto di quanto possa ancora valere il suo stipendio. Cosa significa, soprattutto per chi ha un mutuo o un affitto da pagare - oltre ad una famiglia da mantenere - percepire quei mille Euro al mese, equivalenti a quasi due milioni di vecchie Lire, ora che gli stipendi non hanno quasi più valore. Con le abitazioni che, indicativamente dal 2002 , viaggiano nell'ordine di svariate centinaia di migliaia d'Euro. Così, come se fossero bruscolini. Ma bruscolini non sono, purtroppo.
Il tutto accompagnato da lavori precari, con contratti di tre mesi per tre mesi. Ma questo e un'altro discorso. Scriverò un articolo a parte.
Ora vi propongo un filmato, dove Daniele Martinelli intervista Marco Saba, del Centro Studi Monetari, sulla crisi attuale. Come specifica lo stesso Saba, quello che dice era già stato anticipato da tempo dal Centro Studi Monetari. Strano, ma certe informazioni nascono sul web e qui rimangono. Fossero così anche i "capoccioni" che scrivo sulla carta stampata e appaiono in "tivvù".
Di Saba vi propongo la lettura del suo libro "Bankestain", edito dalla NEXUS Edizioni, e il nuovo "O la Banca o la vita", edito da Arianna Editrice. Quest'ultimo, ovviamente, ancora non acquistato. Il primo lo acquistai un paio d'anni fa.
Quesiti che, come potrete immaginare, riguardano la crisi economica in cui stiamo riversando da molti mesi, se non anni. Sì, anni, perchè i "grandi" economisti, quelli che ci rassicurano che l'economia, almeno quella del nostro Paese, va bene, è in ottima salute, forse non ci dicono come stanno le cose. L'inflazione affermano che è al 3%, sarà vero? Bà! Gli stipendi, non per dire una frase che per qualcuno potrebbe essere un luogo comune, sono rimasti gli stessi di quando c'era la Lira, ma i prezzi aumentano. Da qui si vede che il famoso "potere d'acquisto" dei salari si è ridotto. Chi, come me e come tanti comuni cittadini, è un lavoratore salariato ( cioè un lavoratore dipendente ), si sarà reso conto di quanto possa ancora valere il suo stipendio. Cosa significa, soprattutto per chi ha un mutuo o un affitto da pagare - oltre ad una famiglia da mantenere - percepire quei mille Euro al mese, equivalenti a quasi due milioni di vecchie Lire, ora che gli stipendi non hanno quasi più valore. Con le abitazioni che, indicativamente dal 2002 , viaggiano nell'ordine di svariate centinaia di migliaia d'Euro. Così, come se fossero bruscolini. Ma bruscolini non sono, purtroppo.
Il tutto accompagnato da lavori precari, con contratti di tre mesi per tre mesi. Ma questo e un'altro discorso. Scriverò un articolo a parte.
Ora vi propongo un filmato, dove Daniele Martinelli intervista Marco Saba, del Centro Studi Monetari, sulla crisi attuale. Come specifica lo stesso Saba, quello che dice era già stato anticipato da tempo dal Centro Studi Monetari. Strano, ma certe informazioni nascono sul web e qui rimangono. Fossero così anche i "capoccioni" che scrivo sulla carta stampata e appaiono in "tivvù".
Di Saba vi propongo la lettura del suo libro "Bankestain", edito dalla NEXUS Edizioni, e il nuovo "O la Banca o la vita", edito da Arianna Editrice. Quest'ultimo, ovviamente, ancora non acquistato. Il primo lo acquistai un paio d'anni fa.
Per la cronaca, questo stesso filmato è stato diffuso anche nell'articolo "La creazione di una crisi finanziaria", di Capitan Nemo ripreso ( l'articolo ) dal sito di Straker.
4 commenti:
Ciao Luka78, vai tranquillo; anch'io non sono un'esperta di finanza ma questo non ci impedisce di capire ugualmente come stanno le cose, cioè che con poco denaro la gente non può fare i miracoli; che c'è qualcuno che mangia e ingrassa a dismisura e i molti invece devono lavorare tutta la vita, non per mantenere se stessi o la propria famiglia ma per continuare ad ingrassare quei suini senza fondo.
Certo, continuano a ripetere che va tutto bene fino all'ultimo e poi, finalmente, fanno la dichiarazione ufficiale: "siamo un pò nella ....." quando ormai c'è solo più spazio per le soluzioni estreme, guarda caso.
Lo dico sempre (e non solo io): se non ci fosse internet.....
Buon pomeriggio.
Quei delinquenti dei banchieri sperano di tirare la corda sino a quando sarà possibile, cercando di incamerare il più possibile. Oltre due anni fa avvertii pochi amici su quanto ora è davanti ai nostri occhi. E non si illudano i soliti ottimisti ad oltranza: dopo il fallimento delle banche statunitensi seguirà quello delle banche europee, con la differenza che nel vecchio continente non c'è nessun ente, governativo o privato, che potrà impedire il tracollo completo, perchè non hanno copertura. E' solo questione di "quando" e non "se", ma il conto alla rovescia è iniziato.
Il classico esempio italiano è stata Alitalia. L'hanno sfruttata fino all'osso: dirigenti con stipendi da nababbi, amministratori delegati che hanno preso liquidazioni milionarie. E ora i debiti li dobbiamo pagare noi!!!
Ciao, amici.
Dite tutto bene.
Però per quanto riguarda la situazione negli USA è di ieri pomeriggio sul tardi ( stavo al lavoro ) che non è passato l'accordo per dare ossigeno all'economia statunitense.
Se ne vedranno delle belle? Naturalmente sulla pelle dei comuni cittadini, questo ( purtroppo ) è l'unico dato di fatto. ma è sempre così: crisi finanziarie, crack e attentati: chi ci rimette siamo noi.
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