E' avvenuto nel sud del paese. Ahamadinejad e il presidente del Parlamento
accusano esplicitamente: "Ci sono gli Stati Uniti dietro i terroristi"
Iran, assassinato un generale dei pasdaran
Trentuno morti e ventotto feriti nell'attentato
TEHERAN - Un uomo imbottito di tritolo si è fatto esplodere durante una assemblea di capi tribù nel Beluchistan. Ventinove i morti e 28 i feriti, il bilancio dell'attentato. Tra le vittime il comandante dei pasdaran Nour Ali Shoushstari, a capo del corpo d'elite delle forze di sicurezza iraniana, oltre ad altri alti ufficiali, numerosi civili ed esponenti di spicco del potere tribale. Il gruppo sunnita Jundallah
(Soldati di Dio) ha rivendicato l'attentato.
Ma il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha attribuito l'attentato a "agenti degli stranieri". Si è trattato di "un crimine da condannare, ma è anche fonte permanente d'onore per la rivoluzione islamica".
Per questo il presidente ha detto che invia alla Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, e alle famiglie delle vittime un messaggio "di condoglianze e congratulazioni" allo stesso tempo per il loro "martirio".
Ahmadinejad ha detto inoltre che "la sicurezza permanente verrà conseguita con la fiducia tra il popolo e il governo". Il presidente iraniano ha poi promesso rappresaglie contro i responsabili dell'attacco kamikaze di oggi: "I criminali avranno presto la loro risposta per i loro crimini disumani", ha tuonato Ahamdinejad.
Il concetto del coinvolgimento di "agenti stranieri" nell'attentato è stato ribadito più esplicitamente dal presidente del Parlamento, Ali Larijani, il quale ha accusato direttamente gli Stati Uniti di essere i mandanti del massacro, che - ha detto alla Tv di Stato - "è il risultato delle azioni degli americani".
"L'obiettivo dei terroristi - ha aggiunto il presidente del Parlamento - è di turbare la sicurezza nella provincia e impedirne lo sviluppo economico. Ma senza dubbio i guardiani della rivoluzione agiranno con più energia per ripristinare la sicurezza". Infine ha aggiunto: "Obama ha detto di averci teso la mano, ma con quest'azione se l'è bruciata". Poco prima la Tv aveva puntato il dito anche contro la Gran Bretagna, accusando Londra di essere "direttamente coinvolta".
L'attacco, il più grave degli ultimi anni in Iran, è stato compiuto a Pisheen, al confine con il Pakistan, nella provincia del Sistan-Beluchistan. Il comando dei guardiani della rivoluzione ha subito puntato il dito contro "elementi stranieri" legati agli Usa.
Tuttavia, secondo altre autorità, l'attacco potrebbe invece essere opera di un gruppo di estremisti coinvolti nel traffico di droga lungo il confine con Afghanistan e Pakistan.
L'attentatore ha colpito alle 8,30 locali (le 6,30 del mattino in Italia) di fronte a una palestra nella quale i gli alti ufficiali stavano completando i preparativi per il meeting tra leader locali sciiti e sunniti. Tra le vittime anche alcuni alti gradi del corpo d'elite: oltre il generale Nur-Ali Shushtari, vicecomandante delle forze di terra dei Guardiani; il generale Mohammad-Zadeh, comandante nella provincia del Sistan-Beluchistan; il comandante per la città di Iranshahr e quello dell'unità Amir al-Momenin.
I quattro alti comandanti pasdaran si trovavano all'interno di un'auto mentre si avvicinavano alla palestra dove si sarebbe dovuta svolgere una riunione. E' stato quello il momento in cui un attentatore si è fatto saltare in aria. Una sessantina di persone nei dintorni sono rimaste uccise o ferite.
Si tratta in assoluto dell'attentato più grave mai compiuto ai danni di questo potentissimo corpo d'elite.
Il più grave attentato avvenuto nel Sistan-Baluchistan prima di quello di oggi risale al febbraio del 2007, quando 11 Pasdaran furono uccisi e una trentina feriti con una bomba che fu fatta esplodere contro l'autobus su cui viaggiavano.
I guardiani della rivoluzione sono il corpo militare d'elite del regime iraniano, in prima linea contro i movimenti di opposizione al governo di teheran.
Il generale Shoushtari, che era anche comandante vicario delle forze di terra dei Pasdaran, si trovava nella città di Sarbaz, nella provincia sud-orientale del Sistan-Baluchistan, per prendere parte ad un incontro tra i capi di diversi clan con lo scopo di favorire una riconciliazione tra popolazione sciita e sunnita.
Questa provincia è da anni scossa da violenze interconfessionali, dove opera un gruppo armato separatista, il Jundullah (Soldati di Dio), che mette a segno attentati e rapimenti di agenti di forze di sicurezza.
"L'arroganza globale ha provocato i mercenari che hanno compiuto l'attacco terroristico contro i Pasdaran e i notabili dei gruppi etnici locali", si afferma in un comunicato dei guardiani della rivoluzione, letto alla televisione di Stato. Nel linguaggio del regime iraniano "arroganza globale" sta ad indicare in genere le potenze occidentali e in particolare gli Stati Uniti.
In passato Teheran ha accusato gli Usa e la Gran Bretagna di avere armato e organizzato gruppi separatisti iraniani attivi nelle regioni di frontiera.
"Senza dubbio - affermano ancora i pasdaran nella nota - rientra nella strategia degli stranieri e di nemici dell'establishment e della rivoluzione minare l'unità fra sciiti e sunniti e mostrare che i guardiani della rivoluzione sono incapaci di garantire la sicurezza di questa provincia", cioè del Sistan-Baluchistan, nel sud-est dell'Iran, vicino al confine con il Pakistan.
Il corpo dei pasdaran (guardiani della rivoluzione) è la guardia d'elite della Repubblica islamica, nata con la rivoluzione del 1979. Conta oggi dai 120.000 ai 300.000 uomini (il numero esatto non è noto), molto temuti e molto motivati ideologicamente, posti direttamente sotto il comando della Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, come le altre forze di sicurezza iraniane.
I Pasdaran dispongono di forze di terra - tra cui unità anti-sommossa - aeree e navali. Dai Guardiani della rivoluzione dipendono i 'basiji', un corpo di volontari istituito dall'ayatollah Khomeini all'inizio della guerra Iran-Iraq, nel 1980, per organizzare la resistenza popolare contro il nemico. Attualmente tale milizia conta dai cinque agli 11 milioni di persone, tra cui centinaia di migliaia di donne, e costituisce una forza di intervento popolare rapida.
Negli anni recenti i pasdaran sono diventati una potenza economico-militare, attiva nei settori del petrolio e del gas, delle telecomunicazioni e dell'agricoltura, e hanno costituito una rete di potere politico ed economico che si estende su tutta la società iraniana.
L'attuale presidente Mahmud Ahmadinejad ha fatto parte dei volontari Basiji durante la guerra con l'Iraq nei primi anni Ottanta. Sotto il suo governo, i pasdaran hanno aumentato considerevolmente la loro influenza sul paese e sono stati protagonisti della repressione delle manifestazioni di protesta dopo le elezioni presidenziali dell'estate scorsa.
(Soldati di Dio) ha rivendicato l'attentato.
Ma il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha attribuito l'attentato a "agenti degli stranieri". Si è trattato di "un crimine da condannare, ma è anche fonte permanente d'onore per la rivoluzione islamica".
Per questo il presidente ha detto che invia alla Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, e alle famiglie delle vittime un messaggio "di condoglianze e congratulazioni" allo stesso tempo per il loro "martirio".
Ahmadinejad ha detto inoltre che "la sicurezza permanente verrà conseguita con la fiducia tra il popolo e il governo". Il presidente iraniano ha poi promesso rappresaglie contro i responsabili dell'attacco kamikaze di oggi: "I criminali avranno presto la loro risposta per i loro crimini disumani", ha tuonato Ahamdinejad.
Il concetto del coinvolgimento di "agenti stranieri" nell'attentato è stato ribadito più esplicitamente dal presidente del Parlamento, Ali Larijani, il quale ha accusato direttamente gli Stati Uniti di essere i mandanti del massacro, che - ha detto alla Tv di Stato - "è il risultato delle azioni degli americani".
"L'obiettivo dei terroristi - ha aggiunto il presidente del Parlamento - è di turbare la sicurezza nella provincia e impedirne lo sviluppo economico. Ma senza dubbio i guardiani della rivoluzione agiranno con più energia per ripristinare la sicurezza". Infine ha aggiunto: "Obama ha detto di averci teso la mano, ma con quest'azione se l'è bruciata". Poco prima la Tv aveva puntato il dito anche contro la Gran Bretagna, accusando Londra di essere "direttamente coinvolta".
L'attacco, il più grave degli ultimi anni in Iran, è stato compiuto a Pisheen, al confine con il Pakistan, nella provincia del Sistan-Beluchistan. Il comando dei guardiani della rivoluzione ha subito puntato il dito contro "elementi stranieri" legati agli Usa.
Tuttavia, secondo altre autorità, l'attacco potrebbe invece essere opera di un gruppo di estremisti coinvolti nel traffico di droga lungo il confine con Afghanistan e Pakistan.
L'attentatore ha colpito alle 8,30 locali (le 6,30 del mattino in Italia) di fronte a una palestra nella quale i gli alti ufficiali stavano completando i preparativi per il meeting tra leader locali sciiti e sunniti. Tra le vittime anche alcuni alti gradi del corpo d'elite: oltre il generale Nur-Ali Shushtari, vicecomandante delle forze di terra dei Guardiani; il generale Mohammad-Zadeh, comandante nella provincia del Sistan-Beluchistan; il comandante per la città di Iranshahr e quello dell'unità Amir al-Momenin.
I quattro alti comandanti pasdaran si trovavano all'interno di un'auto mentre si avvicinavano alla palestra dove si sarebbe dovuta svolgere una riunione. E' stato quello il momento in cui un attentatore si è fatto saltare in aria. Una sessantina di persone nei dintorni sono rimaste uccise o ferite.
Si tratta in assoluto dell'attentato più grave mai compiuto ai danni di questo potentissimo corpo d'elite.
Il più grave attentato avvenuto nel Sistan-Baluchistan prima di quello di oggi risale al febbraio del 2007, quando 11 Pasdaran furono uccisi e una trentina feriti con una bomba che fu fatta esplodere contro l'autobus su cui viaggiavano.
I guardiani della rivoluzione sono il corpo militare d'elite del regime iraniano, in prima linea contro i movimenti di opposizione al governo di teheran.
Il generale Shoushtari, che era anche comandante vicario delle forze di terra dei Pasdaran, si trovava nella città di Sarbaz, nella provincia sud-orientale del Sistan-Baluchistan, per prendere parte ad un incontro tra i capi di diversi clan con lo scopo di favorire una riconciliazione tra popolazione sciita e sunnita.
Questa provincia è da anni scossa da violenze interconfessionali, dove opera un gruppo armato separatista, il Jundullah (Soldati di Dio), che mette a segno attentati e rapimenti di agenti di forze di sicurezza.
"L'arroganza globale ha provocato i mercenari che hanno compiuto l'attacco terroristico contro i Pasdaran e i notabili dei gruppi etnici locali", si afferma in un comunicato dei guardiani della rivoluzione, letto alla televisione di Stato. Nel linguaggio del regime iraniano "arroganza globale" sta ad indicare in genere le potenze occidentali e in particolare gli Stati Uniti.
In passato Teheran ha accusato gli Usa e la Gran Bretagna di avere armato e organizzato gruppi separatisti iraniani attivi nelle regioni di frontiera.
"Senza dubbio - affermano ancora i pasdaran nella nota - rientra nella strategia degli stranieri e di nemici dell'establishment e della rivoluzione minare l'unità fra sciiti e sunniti e mostrare che i guardiani della rivoluzione sono incapaci di garantire la sicurezza di questa provincia", cioè del Sistan-Baluchistan, nel sud-est dell'Iran, vicino al confine con il Pakistan.
Il corpo dei pasdaran (guardiani della rivoluzione) è la guardia d'elite della Repubblica islamica, nata con la rivoluzione del 1979. Conta oggi dai 120.000 ai 300.000 uomini (il numero esatto non è noto), molto temuti e molto motivati ideologicamente, posti direttamente sotto il comando della Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, come le altre forze di sicurezza iraniane.
I Pasdaran dispongono di forze di terra - tra cui unità anti-sommossa - aeree e navali. Dai Guardiani della rivoluzione dipendono i 'basiji', un corpo di volontari istituito dall'ayatollah Khomeini all'inizio della guerra Iran-Iraq, nel 1980, per organizzare la resistenza popolare contro il nemico. Attualmente tale milizia conta dai cinque agli 11 milioni di persone, tra cui centinaia di migliaia di donne, e costituisce una forza di intervento popolare rapida.
Negli anni recenti i pasdaran sono diventati una potenza economico-militare, attiva nei settori del petrolio e del gas, delle telecomunicazioni e dell'agricoltura, e hanno costituito una rete di potere politico ed economico che si estende su tutta la società iraniana.
L'attuale presidente Mahmud Ahmadinejad ha fatto parte dei volontari Basiji durante la guerra con l'Iraq nei primi anni Ottanta. Sotto il suo governo, i pasdaran hanno aumentato considerevolmente la loro influenza sul paese e sono stati protagonisti della repressione delle manifestazioni di protesta dopo le elezioni presidenziali dell'estate scorsa.
(18 ottobre 2009) Tutti gli articoli di esteri
P.S.
Quante coincidenze in questo mondo; qualche giorno fa, le voci - non ancora confermate - che davano per morta la guida suprema dei Pasdaran l'ayatollah Ali Khamenei, ed oggi ( notizia sicura e confermata ) questo attentato contro i Pasdaran. Ripeto: quante coincidenze; prima ammazzi la loro guida, poi uccidi qualche capo, e poi....
Link vari attinenti all'accaduto:
- Chi sono i pasdaran ( articolo tratto dall'ANSA )
- Bagliori di una guerra segreta ( articolo tratto da ComeDonChisciotte )
- Chi sono i pasdaran ( articolo tratto dall'ANSA )
- Bagliori di una guerra segreta ( articolo tratto da ComeDonChisciotte )
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