venerdì 23 gennaio 2009

Saggio fotografico: l'olocausto ebraico e Gaza ( articolo tratto da Uruknet )

Saggio fotografico: l'olocausto ebraico e Gaza

AXIS OF LOGIC

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20 gennaio 2009

I nipoti dei sopravvissuti all'olocausto ebraico della II Guerra Mondiale stanno facendo ai Palestinesi esattamente quello che è stato fatto loro dalla Germania nazista.

(Ricevuto per email da Axis of Logic. Fonte originale ignota)

COSTRUZIONE DI MURI E RECINTI PER IMPRIGIONARE LA GENTE



CHECK POINTS PER NON PERMETTERE ALLA GENTE LA PIU' ELEMENTARE LIBERTA' DI MOVIMENTO

ARRESTI E VESSAZIONI



DISTRUZIONE DI CASE E MEZZI DI SUSSISTENZA


DONI (CON AMORE) DAI BAMBINI DEI
PAESI CIVILI AMANTI DELLA PACE



La classica macchina propagandistica - potete trovare la fotografia in bianco e nero in tutti i libri di storia, enciclopedie, biblioteche e musei degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali. Questa foto mostra un bambino ebreo con le mani alzate mentre soldati nazisti puntano le armi su di lui e sui suoi familiari per espellerli dalle loro abitazioni. (Lo socopo è quello di farvi simpatizzare con le vittime e sostenere la loro causa per la giustizia e per la patria).

GLI ISRAELIANI ADOTTANO LE MEDESIME TATTICHE


:: Article nr. s9123 sent on 20-jan-2008 15:29 ECT
www.uruknet.info?p=s9123



martedì 20 gennaio 2009

Quella verità su Al Qaeda in Bosnia che l'Occidente non vuole sentire ( articolo di Simone Santini - clarissa.it )

Ali Hamad



16 Gennaio 2009

Ha dell'incredibile la vicenda di Ali Hamad, il comandante dell'armata Mujaheddin, la componente islamica dell'esercito bosniaco che combatté durante la guerra civile nella ex Jugoslavia negli anni '90, e che, pur essendosi auto-accusato di terrorismo e stragi, è stato dichiarato innocente dalle autorità di Sarajevo.

Ali Hamad racconta (1) di essere entrato nella organizzazione Al Qaeda all'età di diciotto anni, e di essere arrivato in Bosnia, via Croazia, nei primi anni '90, entrando in un campo di addestramento da cui sono transitati tutti i maggiori capi dell'organizzazione di Bin Laden. Col grado di colonnello e comandante della milizia mujaheddin, ha combattuto contro serbi e croati, rivelando alle autorità luoghi di fosse comuni, eccidi contro la popolazione civile serba, testimoniando contro i crimini del comandante dell'Esercito bosniaco Rasim Delic, processato all'Aja per strage e crimini di guerra.
Il Tribunale della Bosnia Erzegovina, nonostante tutto, la ha dichiarato innocente, e Hamad dice: "Sono un terrorista, ho fatto tante stragi, ma loro mi vogliono convincere che io non sono tutto quello che dico, che sono innocente".

A Sarajevo si vogliono liberare di questo personaggio che si ostina a voler rivelare verità che nessuno vuol ascoltare. Dopo essere stato sotto controllo per anni da parte del centro per l'immigrazione bosniaco, ora si stanno approntando le carte per il suo rimpatrio in Bahrein. Ma Hamad non ne vuol sapere, e chiede rifugio in Serbia, "sempre che le autorità di quel paese siano interessate ad indagare sui crimini dei mujaheddin" dichiara.

Se la vicenda di Hamad è paradossale, chissà se generata da rimorsi di coscienza o dal disperato tentativo di un uomo, diventato ormai inutile e scomodo, di ritagliarsi ancora un ruolo che possa magari salvargli la vita, le sue verità hanno già trovato nel tempo innumerevoli riscontri. Sono ormai centinaia i documenti, gli articoli, le analisi che ricostruiscono la presenza e le attività di Al Qaeda nei Balcani in quegli anni, in Bosnia prima ed in Kosovo poi.

Fra tutti, vogliamo ricordare due studi, fondamentali per la loro autorevolezza ed accuratezza.

Peter Bergen (2), autore del volume "Osama Bin Laden I Know", è considerato uno dei massimi esperti occidentali di Al Qaeda e Osama Bin Laden. Nel libro rivela come nel 2002 la polizia bosniaca abbia scoperto degli importantissimi documenti nelle città di Sarajevo e Zenica, verbali che addirittura documentano la nascita dell'organizzazione terroristica, le sue strutture portanti, e la cosiddetta "catena d'oro", ovvero i nominativi dei massimi finanziatori. Il materiale, tenuto nascosto all'opinione pubblica fino alle rivelazioni di Bergen, era stato rinvenuto presso gli uffici di una organizzazione umanitaria islamica, denominata BIF (Bosanska Ideala Futura) il cui direttore era Munib Zahiragic, ex imam e soprattutto ex agente dell'AID, i servizi segreti della componente bosniaca musulmana. Questa organizzazione, BIF, altro non era che una derivazione locale di una sorta di multinazionale che assisteva e finanziava attività terroristiche e di intelligence, e le cui principali sedi si trovavano negli Stati Uniti, a Chicago, ed in Arabia Saudita. Anche grazie al ritrovamento dei documenti in Bosnia, il responsabile dell'organizzazione a Chicago, Enaam Ernaout, è stato arrestato dall'FBI per i suoi legami con Al Qaeda ed il finanziamento di alcune strutture paramilitari islamiche, come, appunto, i "Cigni Neri" della Bosnia Herzegovina.

Jürgen Elsässer è un giornalista investigativo tedesco autore del volume "Come la Jihad è arrivata in Europa". Nel suo studio esamina come l'Occidente abbia sponsorizzato il terrorismo islamico nei Balcani e come questo meccanismo sia arrivato poi fino agli attentati dell'11 settembre e oltre.

Dice Elsässer nel corso di una intervista: "Altri libri avevano già sottolineato la presenza nei Balcani di Osama Bin Laden, ma gli autori avevano presentato i combattenti musulmani come nemici dell'occidente. Le informazioni che ho raccolto da molteplici fonti dimostrano che questi jihadisti sono marionette nelle mani dell'Occidente, e non, come si pretende, nemici. [...] Gli attacchi dell'11 settembre sono una conseguenza della politica occidentale negli anni '90, quando la NATO mise in piazza nei Balcani i jihadisti e collaborò con loro. I militanti musulmani che sono stati indicati come responsabili degli attacchi dell'11 settembre facevano parte di questa rete. [...] Ho studiato la figura di Al Zawahiri, il braccio destro di Bin Laden, che era il capo delle operazioni nei Balcani. Agl'inizi degli anni '90 aveva percorso in lungo e in largo gli Stati Uniti in compagnia di un agente dell'US Special Command per raccogliere fondi destinati alla Jihad; l'uomo sapeva perfettamente che la raccolta di fondi era un'attività sostenuta dagli Stati Uniti. [...] La rete terroristica creata dai servizi segreti americano e britannico durante la guerra civile in Bosnia, e più tardi in Kosovo, ha rappresentato un serbatoio di militanti, che troviamo poi implicati negli attacchi di New York, Madrid e Londra. [...] Dopo la fine della guerra in Afghanistan, Osama Bin Laden ha reclutato questi jihadisti militanti. Era il suo lavoro: è stato lui che li ha addestrati, con il parziale sostegno della CIA, e li ha mandati in Bosnia. Gli americani hanno tollerato il legame tra il presidente Izetbegovic e Bin Laden. Due anni più tardi, nel 1994, gli americani hanno cominciato a inviare armi, in un'operazione clandestina comune con l'Iran. Dopo il trattato di Dayton, nel novembre 1995, CIA e Pentagono hanno reclutato i migliori jihadisti che avevano combattuto in Bosnia. [...] Ho analizzato le testimonianze di alcuni jihadisti interrogati dai giudici tedeschi. Hanno dichiarato che dopo il trattato di Dayton, in virtù del quale tutti gli ex combattenti stranieri dovevano lasciare il paese, si erano ritrovati senza soldi e senza un posto dove andare. Quelli che potevano rimanere in Bosnia, perché avevano ricevuto un passaporto bosniaco, erano senza soldi e senza lavoro. Il giorno in cui i reclutatori hanno bussato alle loro porte offrendo uno stipendio di 3.000 dollari al mese per servire l'armata bosniaca, non si sono resi conto di essere in realtà stati reclutati e pagati da emissari della CIA per servire gli Stati Uniti" (3).

Riscrivere la storia dei Balcani negli anni '90 significherebbe fare luce su implicazioni e responsabilità davvero profonde, che l'occidente vuole tenere nascoste alla grande massa dei cittadini. Per questo personaggi come Ali Hamad devono rimanere nell'oscurità ed essere ritenuti innocenti anche quando confessano i propri crimini.

(1) Rinascita Balcanica, 14 gennaio 2009
(2) Osservatorio Balcani, 25 gennaio 2006
(3) Voltaire Net, 15 giugno 2006





:: Article nr. s9107 sent on 20-jan-2008 10:25 ECT
www.uruknet.info?p=s9107

Link: www.clarissa.it/esteri_int.php?id=1086#uno



lunedì 12 gennaio 2009

Intervista a Vittorio Arrigoni: stanno giocando a war-games contro Gaza.


Infopal, domenica 11 gennaio. Abbiamo telefonato a Vittorio Arrigoni verso le 21,30, ora palestinese. Mentre parlavamo, gli apache israeliani bombardavano senza sosta Gaza City. Si sentiva il suono assordante provocato dai droni, gli aerei telecomandati.

"Sono settimane che va avanti così - spiega Vittorio -. Sono quasi sordo. Non si riesce a dormire. Di notte bombardano e nessuno è sicuro né in casa né da qualsiasi altra parte. Gli sfollati di Jabaliya sono arrivati a Gaza, ma anche qui bombardano. La gente non può fuggire da nessuna parte. E' chiusa in gabbia. Braccata".

Raccontaci cos'è successo questa notte...

"Ci trovavamo all'interno dell'ospedale al-Quds, di Gaza City ormai invasa dai soldati. Alle 3 e mezza sono arrivati i carrarmati e i militari e hanno circondato l'ospedale, sparando con intensità. Nessuno di noi poteva uscire con le ambulanze, ma neanche a piedi. In strada c'erano feriti da soccorrere, ma fino alle 7 non abbiamo potuto fare niente. Se fossimo usciti fuori ci avrebbero sparato addosso.

Al mattino, noi volontari ci siamo diretti verso un edificio dove ha sede una tv iraniana, e siamo riusciti a trovare ospitalità. Io non posso più tornare a casa, al porto, perché è sotto incessante bombardamento della marina israeliana".

Oggi, una delegazione di Europarlamentari guidati da Luisa Morgantini ha fatto visita alla Striscia.

"Sì, sono entrati da Rafah ma sono scappati appena hanno sentito i bombardamenti. Ma cosa pensavano di vedere, Disneyland? La gente, i medici li stavano aspettando. Sono rimasti delusi dal loro precipitoso rientro in Egitto".

Israele ha annunciato di voler spezzare la Striscia di Gaza in tre parti. Ci è riuscito?

"Di fatto, a Beit Hanoun e Khan Younes non ci possiamo più arrivare: sono bloccate dai carrarmati".

Le notizie di questi giorni sugli attacchi a ambulanze e a operatori dell'UNRWA lasciano perplessi...

"Eh sì, le ambulanze sono un target. Vediamo dalla finestra feriti, stesi in strada, ma non possiamo soccorrerli... I servizi israeliani sostengono che nelle ambulanze si nascondano uomini di Hamas travestiti da medici... Si vede che hanno visto me mentre indossavo una giacchetta sospetta. Che ridicoli! Il cielo di Gaza è monitorato centimetro per centimetro, gli israeliani vedono tutto. L'altro giorno, abbiamo spintonato giù dalle scale dell’ospedale un combattente ferito. Abbiamo dovuto farlo: se lo avessimo lasciato entrare, l'ospedale, con tutto il suo carico di medici, volontari e malati, sarebbe stato bombardato".

Nei nostri giornali e nei tg si parla tanto di attacchi di Hamas, di lancio di razzi, di combattimenti tra le milizie palestinesi e l'esercito israeliano - quasi fosse una vera guerra... Com'è la realtà?

"Ma cosa vuoi che faccia la resistenza? La sproporzione delle forze è enorme, impareggiabile. Qui hanno razzetti che sparano contro super-corazzati. Per distruggerne uno ci andrebbero diversi katiusha...Non è come in Libano, nel 2006: gli hezbollah potevano muoversi dove volevano. Qui sono tutti braccati. Sono dei 'cuor di leone' che cercano di fronteggiare, come possono, un carrarmato. Da una parte ci sono i petardi-missili artigianali, dall'altra le armi di distruzione di massa. Ieri, vedevamo elicotteri che spargevano fosforo bianco. Hanno anche fatto uso di uranio impoverito: i bambini che nasceranno saranno deformi...Un medico norvegese (Mads Gilbert, ndr), ha parlato di uso di DIME (Dense inert metal explosive, ndr), vietati dalle convenzioni internazionali (*)".

Non ti viene il desiderio di ritornare a casa, di metterti in salvo?

"No. Abbiamo fatto questa scelta e siamo consapevoli del rischio. Sappiamo che siamo un target, tra di noi volontari ne parliamo tutti i giorni e sappiamo che forse non ci saremo tutti, alla fine. Vogliamo portare avanti questo impegno preso con i medici, anche se ora bersagliano pure le ambulanze e noi non siamo più un deterrente..., ma loro ci chiedono di restare, vogliono che filmiamo, che raccontiamo all'Occidente cosa accade qui, nell'inferno di Gaza".

Com'è la situazione negli ospedali?

"Disastrosa. Sono affollatissimi, pieni di donne e bambini. Allo al-Quds ci sono 40 bambini con relative madri. Le condizioni igienico-sanitarie sono pessime, e manca il cibo. La gente non ha da mangiare! I bambini sono il bersaglio privilegiato della carneficina israeliana. E se pensiamo che il 50% della popolazione della Striscia è minorenne, dobbiamo riflettere sugli enormi danni psico-fisici che si porteranno dietro: ci sarà bisogno di supporto psicologico per i prossimi anni per migliaia e migliaia di bambini…".

Israele, in questi giorni, ha annunciato una tregua di tre ore per permettere l'entrata di derrate alimentari, di aiuti...

"Propaganda pura. Durante la 'tregua', due giorni fa, hanno fatto fuori tre sorelline, poi hanno gambizzato un paramedico. Il giorno dopo, hanno ucciso uno dell’Unrwa. Di che tregua si tratta?".

Ancora, mentre parliamo, si sente il suono dei droni-cecchini, telecomandati...Cosa fanno?

"Sparano in continuazione. Sai, l’immagine che mi sono fatta è di qualcuno che a Tel Aviv che gioca a war-games contro Gaza…".

Vittorio Arrigoni e i suoi colleghi dell'ISM sono nel mirino di http://stoptheism.com/, un sito di criminali che invita a uccidere i volontari che prestano servizio a Gaza e di quelli che prendono parte ai viaggi del Free Gaza mov. Se fosse un sito islamico il media gli avrebbero dato prima pagina e i politici si sarebbero prodigati in condanne indignate, ma è un sito di estremisti israeliani, e il mondo tace.

(*) Israele sperimenta nuove armi non convenzionali a Gaza.

Angela Lano

Articolo correlato:

'Non lascerò il mio paese!'.


L'originale potete leggerlo qui


Articolo tratto dal sito InfoPal.




venerdì 9 gennaio 2009

Resta di stucco, è un barbatrucco ( articolo di Eugenio Benetazzo )


L'articolo che segue è ad opera dell'operatore di borsa indipendente, Eugenio Benetazzo. Articolo, appena pubblicato, tratto dal suo sito web.



Preparatevi al prossimo bubbone finanziario di cui parleranno i giornali nei prossimi mesi ovvero la valorizzazione ed il prezzo delle azioni di banche che non sono quotate nei mercati di borsa. Il caso Popolare di Vicenza sta già facendo da apripista. Leggetevi il redazionale recentemente pubblicato sul Giornale di Vicenza e capirete di cosa sto parlando. Cerchiamo di fare chiarezza o se non altro di far comprendere i possibili rischi a cui ci si espone acquistando le azioni di banche che non sono soggette alle quotazioni dei mercati.
Tanto per iniziare ritengo inutile sottolineare come dagli USA all'Europa, dal Giappone all'Inghilterra, quasi tutti gli istituti bancari quotati sui relativi mercati di borsa, hanno visto nel giro di un anno contrarsi pesantemente il valore delle proprie azioni, solo Intesa San Paolo è passata da 5 a meno di 3 euro con una perdita di quasi il 50 %. Altri gruppi bancari hanno fatto addirittura peggio. Il prezzo di un'azione riflette la capacità di fare profitti che ha una determinata azienda negli anni a venire, perciò se un determinato titolo azionario è soggetto ad una flessione considerata questo deve essere letto come minori dividendi, minor fatturato o maggiori costi o perdite attese nel futuro.
Analogamente tutto questo vale anche per un'impresa bancaria. La totalità degli istituti di credito sta subendo un profondo ridimensionamento per quanto concerne la loro redditività e la loro solidità patrimoniale. A riguardo pensiamo alle sole conseguenze che colpiranno molti bilanci bancari a seguito della contrazione dei beni immobiliari utilizzati come sottostante per erogare prestiti ipotecati per acquisto prima casa. Le banche hanno potuto erogare mutui anche al 100 % potendo contare proprio su questa peculiarità ovvero il valore di perizia di un immobile e non il prezzo effettivo di cessione: così facendo sono stati fatti passare mutui di facciata formali all'80% ma sostanziali anche oltre al 100 % in quanto per ragioni di contabilità bancaria come pezza giustificativa si utilizzava la perizia (molto spesso di parte) e non il valore menzionato nell'atto di compravendita.
Ci rendiamo ormai conto di come questo approccio si sia trasformato in un boomerang dalle conseguenze tutt'altro che passate, ma appena iniziali. Oltre al ridimensionamento di alcune poste di bilancio, si verificheranno significative contrazioni della capacità di fare utili come si evince anche da un recente rapporto dell'ABI che vede per i prossimi anni una riduzione del livelli di profittabilità del sistema bancario italiano. Non dimentichiamo infine che molti istituti di credito negli anni precedenti si sono specializzati ed hanno focalizzato parte del loro business nell'affiancamento ed assistenza finanziaria a determinati distretti industriali ed artigianali (tessile, abbigliamento, calzaturiero, ceramica, arredamento, metalmeccanica) che adesso stanno soffrendo non poco per la contrazione del PIL mondiale, nel caso citato pensiamo al settore dell'artigianato orafo supportato per anni dalla Popolare di Vicenza, considerando il distretto di Vicenza come la capitale mondiale dell'artigianato orafo nel mondo.

In questo contesto si devono perciò inserire a mio avviso le metodologie discutibili con cui si valorizzano le azioni di banche che non sono soggette al giudizio del mercato. Immaginate perciò una banca (ma ce ne sono tantissime altre in Italia) come quella indicata nel redazionale citato, il quale management decide arbitrariamente il valore delle azioni sulla base di considerazioni che aprono non poche perplessità in termini di conflitto di interessi e sulla oggettività perseguita. Non posso credere che alcune filiali di banca solamente per il fatto di riportare l'insegna Popolare di Vicenza abbiamo sviluppato una qualche forma di immunità nei confronti della crisi del sistema bancario.

L'originale potete leggerlo qui.



martedì 6 gennaio 2009

IL TIMES: ISRAELE BOMBARDA GAZA CON FOSFORO BIANCO. LA BBC: LO FECE GIA' IN LIBANO ( articolo di Carmilla Online. Ripreso anche da ComeDonChisciotte )

[Riportiamo due articoli e un video. Il primo articolo è la traduzione della notizia data oggi dal Times, secondo cui bombe al fosforo bianco sono state utilizzate a Gaza City. L'ipotesi, basata su un'analisi di immagini dell'attuale guerra mossa da Israele su Gaza, appare in queste ore sui media di tutto il mondo. Non si tratta di un'ipotesi peregrina, se consideriamo il secondo articolo che pubblichiamo in traduzione: si tratta della notizia data dalla BBC sull'ammissione da parte di Israele, la prima nella sua storia, di avere utilizzato fosforo bianco nella guerra in Libano (qui la versione video della notizia data da "Democracy Now!"). La notizia, che ebbe risalto internazionale, non sortì il medesimo clamore in Italia. Il video proposto in calce, infine, surrogherebbe l'ipotesi dell'utilizzo di fosforo bianco a Gaza. Il fosforo bianco è bandito come arma in luoghi popolati dal Trattato di Ginevra. Qui, una descrizione dei suoi devastanti effetti]

ISRAELE BOMBARDA A PIOGGIA GAZA CON FOSFORO BIANCO
di Sheera Frenkel e Michael Evans
[dal Times, 5 gennaio 2008]

Esistono elementi che inducono a sostenere che ieri, 4 gennaio 2008, Israele abbia utilizzato fosforo bianco per coprire il suo attacco nella popolatissima Striscia di Gaza. Questo tipo di arma, utilizzata anche dalle forze britanniche e statunitensi in Iraq, è capace di causare orripilanti incendi, ma risulta non illegale se utilizzata come copertura schermante.
Con l’avanzata dell’esercito israeliano verso la periferia di Gaza City, mentre il pedaggio di morte pagato dai palestinesi saliva oltre le 500 vittime, le suddette bombe al fosforo sarebbero state viste esplodere, rilasciando tentacoli di fitto fumo bianco per coprire i movimenti delle truppe. “Queste esplosioni sono fantastiche, producono un’enorme quantità di fumo che acceca il nemico, così che le forze militari possano avanzare” ha dichiarato un esperto israeliano per la sicurezza. Masse incendiarie di fosforo causano danni severi a chiunque sia nel raggio dell’esplosione e costringono possibili cecchini o addetti a trappole esplosive a ritirarsi. Israele aveva ammesso l’utilizzo di fosforo bianco nel corso della sua campagna militare contro il Libano, nel 2006.







L’uso di quest’arma nella Striscia di Gaza, una delle aree più popolate di tutto il pianeta, con tutta probabilità solleverà ancora maggiori proteste circa l’offensiva condotta da Israele, che finora ha causato più di 2.300 feriti tra i palestinesi.
Il Trattato di Ginevra del 1980 istituisce come norma internazionale il divieto dell’utilizzo del fosforo bianco in aree abitate da civili, ma non esiste un’interdizione della normativa internazionale a riguardo dell’uso del fosforo bianco come copertura schermante o mezzo di illuminazione del bersaglio. Tuttavia, Charles Heyman, esperto militare ed ex maggiore dell’esercito britannico, ha dichiarato: “Se il fosforo bianco è stato fatto esplodere laddove si trovava una folla di civili, qualcuno dovrà prima o poi risponderne alla Corte dell’Aia. Il fosforo bianco è anche un’arma terroristica. Le bolle di fosforo che cadono sul terreno dopo l’esplosione bruciano al solo contatto con la pelle”.
I responsabili militari israeliani la scorsa notte hanno negato l’utilizzo di fosforo, ma hanno rifiutato di di precisare cosa sia stato impiegato: “Israele utilizza munizioni che sono permesse dalla legislazione internazionale” ha dichiarato il capitano Ishai David, portavoce delle Forze di Difesa israeliane. “Stiamo andando avanti con la seconda fase dell’operazione, facendo entrare truppe nella triscia di Gaza per sistemare le aree da cui i missili sono stati lanciati verso Israele”.
Le perdite civili, nelle prime 24 ore dell’offensiva di terra – lanciata dopo una settimana di bombardamenti dal cielo, dai territori confinanti e dal mare –, contano perlomeno 64 morti. Tra queste vittime ci sono i cinque membri di una famiglia, ammazzati da un proiettile sparato da un tank israeliano contro l’auto in cui si trovavano, e un paramedico che è stato ucciso quando la sua ambulanza è stata fatta esplodere sempre da un tank. Medici di Gaza City testimoniano della presenza di numerosi bambini e donne tra i morti e i feriti.
L’esercito israeliano conta anch’esso il suo primo morto, un soldato colpito dal fuoco di un mortaio. Più di trenta soldati sono stati feriti da mortai, mine e fuoco di tiratori.

Fosforo bianco: lo schermo di fumo chimico che può bruciare le ossa

- Il fosforo bianco, se esposto all’ossigeno, brucia con un’intensa fiammata gialla, producendo denso fumo bianco.
- Viene usato per creare uno schermo di fumo per copertura oppure come strumento incendiario, ma può anche essere impiegato come composto incendiario anti-uomo che causa ferite potenzialmente fatali.
- Le ustioni da fosforo sono comunque sempre almeno di secondo o terzo grado, poiché le particelle non smettono di bruciare al contatto con la pelle, finché non si sono esaurite del tutto, e non è inusuale che esse raggiungano le ossa.
- I Trattati di Ginevra vietano l’uso di fosforo come arma di offesa contro civili, ma il suo uso come schermatura fumogena non è proibito dalla legislazione internazionale.
- Israele ha già usato fosforo bianco durante la sua guerra contro il Libano nel 2006.
- Il fosforo bianco è stato utilizzato frequentemente dalle forze britanniche e statunitensi in recenti conflitti, soprattutto durante l’invasione dell’Iraq nel 2003. Il suo utilizzo ha sollevato violentissime critiche.
- Il fosforo bianco viene detto in gergo militare “Willy Pete”, nome che data dalla Prima guerra mondiale. E’ stato utilizzato comunemente all’epoca del Vienam.

ISRAELE AMMETTE L'USO DI BOMBE AL FOSFORO
[da BBC News, 22 ottobre 2006]

Per la prima volta Israele ammette di avere utilizzato i contestati ordigni al fosforo bianco durante i combattimenti di luglio e agosto contro Hezbollah in Libano.

Il ministro Jacob Edery conferma che le bombe sono state lanciate “contro obbiettivi militari in campo aperto”.
Israele aveva in precedenza dichiarato che tali armi erano state utilizzate soltanto per illuminare gli obbiettivi.
Le armi al fosforo causano incendi chimici e sia la Croce Rossa sia le associazioni per i diritti umani sostengono che esse devono venire trattate alla stregua di armi chimiche.
I Trattati di Ginevra bandiscono l’uso del fosforo bianco come arma incendiaria contro la popolazione civile e in attacchi aerei contro forze militari presenti in aree civili.
Il ministro Edery dichiara di avere confermato l’uso di queste armi durante i combattimenti, in una sessione parlamentare della settimana scorsa, per conto del ministro della Difesa, Amir Peretz.
“L’esercito israeliano ha fatto uso di bombe al fosforo nel corso della guerra contro Hezbollah, in attacchi contro target militari in campo aperto”, ha detto il ministro.
Nessuna informazione è stata fornita in merito a quando, dove o in quale modo queste bombe siano state impiegate.
Il Libano aveva in precedenza accusato Israele di usare armi al fosforo, ma gli ufficiali israeliani avevano al tempo ribattuto che si era trattato solo di marcare e illuminare il territorio.
Il Presidente libanese Emile Lahoud aveva dichiarato alla fine di luglio: “Secondo la Convenzione di Ginevra è per caso legittimo l’uso che stanno facendo di bombe al fosforo e ordigni laser contro civili e bambini?”.
Medici degli ospedali nel Libano meridionale hanno espresso il sospetto che alcune delle ustioni che si trovavano a curare fossero causate da bombe al fosforo bianco.
Le forze israeliane hanno sostenuto che le armi utilizzate in Libano non contravvengono alle normative internazionali.

IL VIDEO: FOSFORO BIANCO ISRAELIANO SU GAZA?



Israele / Palestina FONTE: CARMILLA ON LINE Fonte: www.carmillaonline.com Link: http://www.carmillaonline.com/archives/2009/01/002895.html#002895 5.01.2009

sabato 3 gennaio 2009

L'esercito U.S.A. si prepara per disordini interni (articolo di JIM MEYERS - Newsmax)

Il seguente articolo è tratto dal sito web "ComeDonChisciotte".


Un nuovo rapporto da parte dello U.S. Army War College discute l'uso di truppe americane per sedare i disordini civili provocati da una sempre peggiore crisi economica.


Il rapporto scritto dallo Strategic Studies Institute [Istituto per gli studi strategici] dello War College avverte che l'esercito Usa deve prepararsi per un "dislocamento strategico e violento all'interno degli Stati Uniti" che potrebbe essere provocato da un "imprevisto crollo economico " o dalla " perdita di un potere politico e legale funzionante".

Il rapporto intitolato “Known Unknowns: Unconventional ‘Strategic Shocks’ in Defense Strategy Development,” ["Prevedere gli imprevisti: 'shock strategici' non convenzionali nello sviluppo della difesa strategica"] è stato prodotto da Nathan Freier, un tenente colonnello dell'esercito da poco in pensione che è professore al college, il maggiore istituto di addestramento per i futuri ufficiali anziani delle forze armate.

Egli scrive: "Dal momento che eventi come questo coinvolgono una violenza organizzata contro autorità locali, statali e nazionali, ed eccedono la capacità delle prime due di ristabilire l'ordine pubblico e proteggere la popolazione vulnerabile, il Dipartimento della difesa sarebbe necessario per colmare il vuoto".

Freier continua: "Una violenza civile diffusa all'interno degli Stati Uniti costringerebbe il personale militare a riorientare all'ultimo momento le priorità per difendere l'ordine nazionale di base... Un governo americano e un personale delle forze armate cullati nella soddisfazione di un ordine interno da tempo sicuro sarebbero costretti a disimpegnarsi da alcuni o da gran parte degli impegni esterni di sicurezza per affrontare un'insicurezza umana in rapida espansione in patria".

Il Phoenix Business Journal ha riferito che il Managing Director del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, aveva messo in guardia la scorsa settimana sulla possibilità di sommosse e disordini nei mercati globali se l'attuale crisi finanziaria non venisse affrontata e le famiglie a basso reddito fossero vessate da restrizioni nel credito e da una crescente disoccupazione.

Il senatore James Inhofe dell'Oklahoma e il rappresentante Brad Sherman della California hanno rivelato che il segretario al Tesoro Henry Paulson aveva discusso uno scenario pessimistico al momento di chiedere l'approvazione del piano di salvataggio di Wall Street a settembre, e hanno detto che tale scenario poteva pure richiedere una dichiarazione di legge marziale.

Il rapporto dello Army College afferma: "Il Dipartimento della difesa potrebbe essere costretto dalle circostanze a mettere le sue ampie risorse a disposizione delle autorità civili per contenere o per rovesciare violente minacce alla tranquillità nazionale. Nelle più estreme circostanze ciò potrebbe includere l'uso della forza militare contro gruppi ostili all'interno degli Stati Uniti. Inoltre il Dipartimento della difesa sarebbe, per necessità, un centro vitale per la continuità dell'autorità politica in un conflitto o durante disordini diffusi a molti Stati o a tutta la nazione".

Egli conclude questa sezione del rapporto osservando: "Il Dipartimento della difesa sostiene già la sfida della stabilizzazione all'estero. Immaginate le sfide associate con il fare ciò su grande scala in patria".

Come Newsmax ha già riferito in precedenza, il Dipartimento della difesa ha steso piani per dispiegare 20.000 soldati in tutta la nazione entro il 2011 per aiutare i funzionari statali e locali a rispondere alle emergenze.

Il Posse Comitatus Act vecchio ormai di 130 anni limita il ruolo dell'esercito per operazioni di polizia interne. Ma, secondo il Business Journal, una direttiva del Dipartimento della difesa del 1994 permette ai comandanti militari di intraprendere azioni di emergenza in situazioni all'interno del paese allo scopo di salvare vite, prevenire sofferenze o limitare grandi danni alla proprietà.

E il Gen. Tommy Franks, che ha guidato le operazioni militari Usa in Iraq, ha detto in una intervista del 2003 che, se gli USA fossero attaccati con armi di distruzione di massa, la Costituzione verrebbe probabilmente messa da parte in favore di una forma militare di governo

Titolo originale: "U.S. Military Preparing for Domestic Disturbances"


Fonte: http://www.newsmax.com/
Link
23.12.2008

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO