Il seguente mio articolo, è pubblicato anche sul sito dell'Associazione Culturale Zenit.
Questi
primi mesi del 2013 potrebbero essere ricordati come l’inizio del tentativo del
gruppo di modelle “rivoluzionarie” ucraine, chiamate FEMEN,
di far breccia fra la popolazione femminile del bel paese.
Successivamente,
il 24
febbraio, durante le due giornate delle elezioni politiche, ecco che
tre stacanoviste – due ucraine e una francese - della rivolta a tette all’aria,
ricompaiono come per incanto di fronte al seggio dove sarebbe dovuto andare a
votare l’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Tra queste tre, non
poteva mancare la leader Shevchenko
già protagonista di altre manifestazioni in giro per mezzo mondo, tra cui il taglio
di una croce a Kiev, che rappresentava le vittime dello stalinismo in
Ucraina, come atto di “solidarietà” al gruppo musicale femminile russo (
anch’esso estremamente ribelle al Sistema come le FEMEN ), chiamato “Pussy
Riot”. E per questo gesto di alta ribellione, si è beccata,
così come riportato da Wikipedia, un mandato di arresto. Ma la rivoluzione non
può fermarsi e di conseguenza la Shevchenko si è rifugiata a Parigi.
Per
finire – almeno per la data di pubblicazione di questo articolo – l’ultima loro
sparata in terra italica è del 12 marzo, nuovamente in p.zza S. Pietro, durante
ii Conclave per l’elezione del futuro Papa Francesco. Sui corpi da modelle
delle due ucraine ( nuovamente loro!! ), la frase “Pope no more”
e in mano un candelotto rosso per dimostrare … non si sa cosa.
Da
notare, soprattutto nelle manifestazioni del 13 gennaio in p.za S. Pietro e del
24 febbraio presso il seggio elettorale a cui fa capo Silvio Berlusconi, che le
modelle sono quasi sempre le stesse. Da qui la domanda più ovvia: chi le paga?
Come è possibile che, se fossero comuni mortali, si trovano sempre in giro per
il mondo e sono quasi sempre le stesse? Cosa fanno in vita loro? Domande ovvie
e legittime.
Qui
sotto – giusto per rimanere agli avvenimenti sopra descritti – la foto di una manifestante
( non se se francese o ucraina ) che si è trovata in entrambe le manifestazioni:
Insomma,
va bene l’impegno, però…c’è un però.
Ma
chi sarebbero queste FEMEN?
Stando
a quanto riportato da Wikipedia, questo movimento è nato in Ucraina nel 2008
contro il turismo sessuale e le discriminazione verso le donne in quel paese.
Con tale causa, si voleva ridare una nuova immagine all’Ucraina verso l’estero,
"incrementare le capacità
intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina" e "… smuovere
le donne in Ucraina, rendendole socialmente attive; organizzare entro il 2017
una rivoluzione femminista." Nulla da eccepire. In fin dei
conti, come dicono anche loro, l’Ucraina era ( ed è ) definita come il “Bordello
d’Europa”. Non certamente bella come immagine; sia per la nazione in sé che, in
maggior modo, per le donne.
La
fondatrice è una tale Anna Hustol - un’economista nata nel 1984 con un background nell'ambito del
teatro che usa per far guadagnare attenzione mediatica alla sua causa – che ormai
dal 2008 dedica tempo e risorse a questa causa. Si legge
che vive tra Kiev e Parigi, città nella quale gestisce un “centro” di
allenamento per allenare e organizzare al meglio le ragazze francesi che
vorrebbero diventare anch’esse delle ribelli. Tanto è vero che “Il 18
Settembre 2012 è stato aperto un centro FEMEN nel diciottesimo arrondissement
di Parigi e il giorno seguente l'associazione è stata ufficialmente
riconosciuta in Francia.”
I
finanziamenti avvengono tramite donazioni mezzo il loro shop-online e da gente
comune. Così è quanto viene dichiarato. Poi…
Ma
siamo sicuri che sia tutto così?
Il
sottoscritto ha qualche dubbio. E non da ora. Basta osservare la loro presenza in ogni dove, il tipo
di protesta che mettono in piedi e i fisici da modelle e già le idee possono
incominciare a schiarirsi.
Primo:
come fanno a stare da ogni parte? Quanti soldi hanno? A quanto ammontano i
ricavi delle donazioni? Certo, se la gente si lascia circuire ben bene, le
donazioni – con o senza l’acquisto di gadget – possono essere sostanziose, non
metto in dubbio. Ma bastano per i continui viaggi in mezza Europa dove bisogna far
fronte ai biglietti aerei, al vitto e all’alloggio? E per il “campo” di
addestramento in Francia? E’ possibile che un movimento del genere, pur se
incomincia a fare proselitismo, raccolga ingenti somme di denaro che possono
soddisfare ogni necessità economica?
Secondo:
come mai le loro proteste riguardano sempre ciò che va per la maggiore tra il
pensiero dominante? Tra questi temi ricordiamo soprattutto i diritti gay (
matrimonio e adozioni ) e, furbescamente per far maggiore breccia fra le
persone, i diritti delle donne. In questi ultimi diritti, però, non si capisce
cosa intendono, visto che è un concetto naturalmente giusto, ma anche vago e
libero ad interpretazioni varie.
Perché,
visto che sono dalla parte delle “cose giuste”, non si battono anche per altre cause?
Tipo la crisi economica? Il problema dell’Euro? Le guerre umanitarie? In fin dei
conti, anche questi sono problemi. E anche questi, seguendo la logica “femeniana”,
possono portare ad acuire i problemi fra le persone. Donne e gay inclusi,
ovviamente.
Facendo
così potrebbero toccare tasti da NON toccare? Potrebbero risvegliare un minimo
di coscienza in mezzo alla gente?
Non
è dato sapersi, sta di fatto che le cose sembrano andare ( sotto un’altra
ottica ) così come ho descritto. E loro assomigliano sempre più ad un prodotto,
se non costruito a tavolino, sicuramente assorbito gradualmente dal Sistema, da
usare là dove serve per gli scopi a lui propri. Tra questi potrebbero esserci
dalla semplice distrazione delle masse, all’instillazione tra la gente di
concetti nuovi e non ancora condivisi ma che dovranno essere digeriti per un
cambio ( cioè uno sfaldamento ) della società futura.
Terzo
( anche se meno importante ): che fisici!!! Va bene che le donne dell’est
Europa hanno una conformazione fisica diversa, tanto è vero che molte modelle
sono di quell’area geografica, ma è possibile che siano tutte esteticamente
apprezzabili? Ok, ammetto pure che se vuoi dedicare del tempo a questa
attività, per forza di cose…( detto in parole povere ) ti metti a dieta e vai
in palestra. Boh…
I
dubbi ci sono. Sono semplici ragionamenti, ma ecco che nel corso di questo
anno, “Daryna Chyzh, una giornalista del canale “1+1” che è riuscita a
intrufolarsi all’interno del movimento in occasione dell’azione anti-islamica
tenutasi a Parigi – la giovane giornalista ha partecipato alle loro azioni in
topless dopo settimane di addestramento in cui tra le altre cose le è stato
insegnato come mostrare il suo seno davanti a una telecamera – ha svelato in
diretta televisiva, nel programma d’inchiesta “Groshi”, qualche interessante
retroscena. Ogni attivista percepirebbe 1000 euro al mese, i dipendenti della
sede di Kiev, da dove si coordinano le varie iniziative, riceverebbero stipendi
pari a 2500 euro mensili…” Il tutto lo si può leggere nell’articolo "FEMEN,
troppe ombre dietro il movimento", tratto dal sito “Corriere Nazionale”.
Altre info sul “dietro le quinte” delle FEMEN ricordiamo:
“Mille euro al giorno per mostrare le tette” ( fonte: Libero quotidiano del 15/03/2013 );
“Riconosciute alcune FEMEN come escort” ( fonte: www.nocristianofobia.org del 05/02/2013 );
“Le FEMEN a Roma. A voi scegliere da che parte stare” ( fonte: L’Intellettuale dissidente del 14/01/2013 );
“Inchiesta della tv ucraina: le FEMEN si spogliano per soldi” ( fonte: www.ukrainaviaggi.it del febbraio/marzo 2013 ).
“Mille euro al giorno per mostrare le tette” ( fonte: Libero quotidiano del 15/03/2013 );
“Riconosciute alcune FEMEN come escort” ( fonte: www.nocristianofobia.org del 05/02/2013 );
“Le FEMEN a Roma. A voi scegliere da che parte stare” ( fonte: L’Intellettuale dissidente del 14/01/2013 );
“Inchiesta della tv ucraina: le FEMEN si spogliano per soldi” ( fonte: www.ukrainaviaggi.it del febbraio/marzo 2013 ).
Come
stanno le cose?
Ironia
della sorte, tra le varie inchieste che ci sono state e che potrete leggere nei
link qui sopra, vi è una FEMEN che di professione fa la prostituta ( Escort,
per chi vuole stare al passo coi tempi ). Non è un cortocircuito di logicità per
chi si batte per i diritti delle donne e contro lo sfruttamento del loro corpo?
Per
finire e per riprendere l’argomento con il quale ho iniziato questo articolo, i
mass-media italiani, anche e soprattutto ( penso io ) per distrarre l’attenzione
della gente sulla situazione di fallimento conclamato dell’Italia, da inizio
anno, di tanto in tanto, propongono articoli su queste FEMEN.
Ultimamente
il sito web del canale Mediaset “Tg Com 24”, ha dedicato un articolo
su di una ragazza italiana, non so se sia la portavoce dell’embrione che
formerà ( se mai ce la faranno ) le FEMEN italiane, che parla del loro impegno
come FEMEN.
Precedentemente
è stato il “Corriere della Sera” a dedicare spazio alle future FEMEN nostrane
con l’articolo “Voidiventare una FEMEN italiana? Metti la tua foto in topless su Facebook”.
Vedremo
quello che faranno, non sta a me giudicarle. Libere di fare ciò che vogliono.
Dispiace solo che tante ragazze, pur se virtualmente tramite Facebook, si
lascino trascinare da un progetto – quello delle FEMEN originali – che con i
diritti delle donne non c’entra nulla. E’ solo un pretesto, quello di usare
tali problemi, per ottenere altro.
Se
tanto si devono battere, perché eventualmente non prendere spunto, con modi e
mezzi diversi, per formare una sorta di movimento simile tutto italiano e, possibilmente,
genuino?
Richiami
web sulle FEMEN:
Sito
web ufficiale:
Shop
on-line con prodotti di merchandising:
Pagina
Twitter:
Pagina
Facebook ufficiale della fondatrice delle FEMEN, Anna Hustol:
Pagina
Wikipedia della fondatrice, Anna Hustol:
Pagina
Facebook ufficiale della leader, Shevchenko:
Pagina
Wikipedia in italiano sulle FEMEN:
Pagina
Facebook ufficiale delle ( future? ) FEMEN italiane:
Blog
ufficiale in lingua italiana delle ( future? ) FEMEN italiane:
Nessun commento:
Posta un commento