giovedì 4 aprile 2013

FEMEN: Modelle alla riscossa!



Il seguente mio articolo, è pubblicato anche sul sito dell'Associazione Culturale Zenit.


Questi primi mesi del 2013 potrebbero essere ricordati come l’inizio del tentativo del gruppo di modelle “rivoluzionarie” ucraine, chiamate FEMEN, di far breccia fra la popolazione femminile del bel paese.

Tutto, soprattutto a livello mas-mediatico e con tanto di seni al vento, è incominciato il 13 gennaio quando quattro ragazze, due francesi e due ucraine, si sono messe a “manifestare” in p.za S. Pietro durante l’Angelus di Papa Benedetto XVI. La loro protesta era a favore dei diritti gay.

Successivamente, il 24 febbraio, durante le due giornate delle elezioni politiche, ecco che tre stacanoviste – due ucraine e una francese - della rivolta a tette all’aria, ricompaiono come per incanto di fronte al seggio dove sarebbe dovuto andare a votare l’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Tra queste tre, non poteva mancare la leader  Shevchenko già protagonista di altre manifestazioni in giro per mezzo mondo, tra cui il taglio di una croce a Kiev, che rappresentava le vittime dello stalinismo in Ucraina, come atto di “solidarietà” al gruppo musicale femminile russo ( anch’esso estremamente ribelle al Sistema come le FEMEN ), chiamato “Pussy Riot”. E per questo gesto di alta ribellione, si è beccata, così come riportato da Wikipedia, un mandato di arresto. Ma la rivoluzione non può fermarsi e di conseguenza la Shevchenko si è rifugiata a Parigi.

Per finire – almeno per la data di pubblicazione di questo articolo – l’ultima loro sparata in terra italica è del 12 marzo, nuovamente in p.zza S. Pietro, durante ii Conclave per l’elezione del futuro Papa Francesco. Sui corpi da modelle delle due ucraine ( nuovamente loro!! ), la frase “Pope no more” e in mano un candelotto rosso per dimostrare … non si sa cosa.

Da notare, soprattutto nelle manifestazioni del 13 gennaio in p.za S. Pietro e del 24 febbraio presso il seggio elettorale a cui fa capo Silvio Berlusconi, che le modelle sono quasi sempre le stesse. Da qui la domanda più ovvia: chi le paga? Come è possibile che, se fossero comuni mortali, si trovano sempre in giro per il mondo e sono quasi sempre le stesse? Cosa fanno in vita loro? Domande ovvie e legittime.

Qui sotto – giusto per rimanere agli avvenimenti sopra descritti – la foto di una manifestante ( non se se francese o ucraina ) che si è trovata in entrambe le manifestazioni:



Insomma, va bene l’impegno, però…c’è un però.

Ma chi sarebbero queste FEMEN?

Stando a quanto riportato da Wikipedia, questo movimento è nato in Ucraina nel 2008 contro il turismo sessuale e le discriminazione verso le donne in quel paese. Con tale causa, si voleva ridare una nuova immagine all’Ucraina verso l’estero,  "incrementare le capacità intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina" e "… smuovere le donne in Ucraina, rendendole socialmente attive; organizzare entro il 2017 una rivoluzione femminista." Nulla da eccepire. In fin dei conti, come dicono anche loro, l’Ucraina era ( ed è ) definita come il “Bordello d’Europa”. Non certamente bella come immagine; sia per la nazione in sé che, in maggior modo, per le donne.

La fondatrice è una tale Anna Hustol - un’economista  nata nel 1984 con un background nell'ambito del teatro che usa per far guadagnare attenzione mediatica alla sua causa – che ormai dal 2008 dedica tempo e risorse a questa causa. Si legge che vive tra Kiev e Parigi, città nella quale gestisce un “centro” di allenamento per allenare e organizzare al meglio le ragazze francesi che vorrebbero diventare anch’esse delle ribelli. Tanto è vero che “Il 18 Settembre 2012 è stato aperto un centro FEMEN nel diciottesimo arrondissement di Parigi e il giorno seguente l'associazione è stata ufficialmente riconosciuta in Francia.”

I finanziamenti avvengono tramite donazioni mezzo il loro shop-online e da gente comune. Così è quanto viene dichiarato. Poi…

Ma siamo sicuri che sia tutto così?

Il sottoscritto ha qualche dubbio. E non da ora. Basta osservare la loro presenza in ogni dove, il tipo di protesta che mettono in piedi e i fisici da modelle e già le idee possono incominciare a schiarirsi.

Primo: come fanno a stare da ogni parte? Quanti soldi hanno? A quanto ammontano i ricavi delle donazioni? Certo, se la gente si lascia circuire ben bene, le donazioni – con o senza l’acquisto di gadget – possono essere sostanziose, non metto in dubbio. Ma bastano per i continui viaggi in mezza Europa dove bisogna far fronte ai biglietti aerei, al vitto e all’alloggio? E per il “campo” di addestramento in Francia? E’ possibile che un movimento del genere, pur se incomincia a fare proselitismo, raccolga ingenti somme di denaro che possono soddisfare ogni necessità economica?

Secondo: come mai le loro proteste riguardano sempre ciò che va per la maggiore tra il pensiero dominante? Tra questi temi ricordiamo soprattutto i diritti gay ( matrimonio e adozioni ) e, furbescamente per far maggiore breccia fra le persone, i diritti delle donne. In questi ultimi diritti, però, non si capisce cosa intendono, visto che è un concetto naturalmente giusto, ma anche vago e libero ad  interpretazioni varie.

Perché, visto che sono dalla parte delle “cose giuste”, non si battono anche per altre cause? Tipo la crisi economica? Il problema dell’Euro? Le guerre umanitarie? In fin dei conti, anche questi sono problemi. E anche questi, seguendo la logica “femeniana”, possono portare ad acuire i problemi fra le persone. Donne e gay inclusi, ovviamente.
Facendo così potrebbero toccare tasti da NON toccare? Potrebbero risvegliare un minimo di coscienza in mezzo alla gente?
Non è dato sapersi, sta di fatto che le cose sembrano andare ( sotto un’altra ottica ) così come ho descritto. E loro assomigliano sempre più ad un prodotto, se non costruito a tavolino, sicuramente assorbito gradualmente dal Sistema, da usare là dove serve per gli scopi a lui propri. Tra questi potrebbero esserci dalla semplice distrazione delle masse, all’instillazione tra la gente di concetti nuovi e non ancora condivisi ma che dovranno essere digeriti per un cambio ( cioè uno sfaldamento ) della società futura.

Terzo ( anche se meno importante ): che fisici!!! Va bene che le donne dell’est Europa hanno una conformazione fisica diversa, tanto è vero che molte modelle sono di quell’area geografica, ma è possibile che siano tutte esteticamente apprezzabili? Ok, ammetto pure che se vuoi dedicare del tempo a questa attività, per forza di cose…( detto in parole povere ) ti metti a dieta e vai in palestra. Boh…

I dubbi ci sono. Sono semplici ragionamenti, ma ecco che nel corso di questo anno, “Daryna Chyzh, una giornalista del canale “1+1” che è riuscita a intrufolarsi all’interno del movimento in occasione dell’azione anti-islamica tenutasi a Parigi – la giovane giornalista ha partecipato alle loro azioni in topless dopo settimane di addestramento in cui tra le altre cose le è stato insegnato come mostrare il suo seno davanti a una telecamera – ha svelato in diretta televisiva, nel programma d’inchiesta “Groshi”, qualche interessante retroscena. Ogni attivista percepirebbe 1000 euro al mese, i dipendenti della sede di Kiev, da dove si coordinano le varie iniziative, riceverebbero stipendi pari a 2500 euro mensili…” Il tutto lo si può leggere nell’articolo "FEMEN, troppe ombre dietro il movimento", tratto dal sito “Corriere Nazionale”.

Altre info sul “dietro le quinte” delle FEMEN ricordiamo:

Mille euro al giorno per mostrare le tette” ( fonte: Libero quotidiano del 15/03/2013 );

Riconosciute alcune FEMEN come escort” ( fonte: www.nocristianofobia.org del 05/02/2013 );

Le FEMEN a Roma. A voi scegliere da che parte stare”  ( fonte: L’Intellettuale dissidente del 14/01/2013 );

Inchiesta della tv ucraina: le FEMEN si spogliano per soldi” ( fonte: www.ukrainaviaggi.it  del febbraio/marzo 2013 ).

Come stanno le cose?

Ironia della sorte, tra le varie inchieste che ci sono state e che potrete leggere nei link qui sopra, vi è una FEMEN che di professione fa la prostituta ( Escort, per chi vuole stare al passo coi tempi ). Non è un cortocircuito di logicità per chi si batte per i diritti delle donne e contro lo sfruttamento del loro corpo?

Per finire e per riprendere l’argomento con il quale ho iniziato questo articolo, i mass-media italiani, anche e soprattutto ( penso io ) per distrarre l’attenzione della gente sulla situazione di fallimento conclamato dell’Italia, da inizio anno, di tanto in tanto, propongono articoli su queste FEMEN.
Ultimamente il sito web del canale Mediaset “Tg Com 24”, ha dedicato un articolo su di una ragazza italiana, non so se sia la portavoce dell’embrione che formerà ( se mai ce la faranno ) le FEMEN italiane, che parla del loro impegno come FEMEN.
Precedentemente è stato il “Corriere della Sera” a dedicare spazio alle future FEMEN nostrane con l’articolo “Voidiventare una FEMEN italiana? Metti la tua foto in topless su Facebook”.

Vedremo quello che faranno, non sta a me giudicarle. Libere di fare ciò che vogliono. Dispiace solo che tante ragazze, pur se virtualmente tramite Facebook, si lascino trascinare da un progetto – quello delle FEMEN originali – che con i diritti delle donne non c’entra nulla. E’ solo un pretesto, quello di usare tali problemi, per ottenere altro.
Se tanto si devono battere, perché eventualmente non prendere spunto, con modi e mezzi diversi, per formare una sorta di movimento simile tutto italiano e, possibilmente, genuino?


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