mercoledì 18 dicembre 2013

Pritchard del Telegraph: L'Italia sta per esplodere, potrebbe avvenire un incidente che la farà uscire dall'Euro

Il seguente articolo ripreso dal Telegraph è tratto dal sito "Il Nord".

"In Italia - scrive Pritchard sulla prima del Telegraph - gli eventi stanno volgendo al peggio. Il presidente Giorgio Napolitano ha lanciato l'allarme su possibili "tensioni sociali e disordini diffusi" nel 2014, mentre la lunga recessione si trascina. Coloro che vivono ai margini vengono coinvolti in "atti di protesta indiscriminata e violenta, verso una forma di opposizione totale".

Il suo ultimo discorso è una vera e propria Geremiade. Migliaia di aziende sono "sull'orlo del collasso". Grandi masse di persone prendono il sussidio di disoccupazione o rischiano di perdere il posto di lavoro. L'altissimo tasso di disoccupazione giovanile (41%)  sta portando verso un pericoloso stato di alienazione. "La recessione sta ancora mordendo duro, e c'è la sensazione diffusa che sarà difficile sfuggirle, e trovare il modo per tornare alla crescita" ha detto.

Ma ora, - si chiede Pritchard - quale potrebbe essere la causa di tutto questo?
Potrebbe avere qualcosa a che fare con il fatto centrale e prioritario che l'Italia ha una moneta sopravvalutata del 20% o più, all'interno dell'Unione Monetaria Europea: che è intrappolata in un sistema di cambi fissi stile anni '30, gestito da una banca centrale anni '30, che sta lì a guardare (per motivi politici) mentre l'aggregato monetario M3 ristagna, il credito si contrae e la deflazione incombe? Napolitano non offre alcuna risposta. Ex stalinista, che ha applaudito all'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956 (un peccato giovanile), Napolitano da tempo ha manifestato il suo fervore ideologico a favore del progetto UE. Egli è per natura incapace di mettere in discussione le premesse dell'unione monetaria, quindi non aspettatevi nessuno spunto utile dal Quirinale su come uscire da questa impasse.

Egli ammette che la crisi della zona euro "ha messo a dura prova la coesione sociale", ma lascia la questione in sospeso, e la sua argomentazione incompiuta, più sul descrittivo che sull'analitico. Senza arrivare al punto di lanciare l'allarme sul rischio che corre lo Stato italiano stesso, ha detto che la crescente minaccia delle forze insurrezionali deve essere affrontata. La legge deve essere rigorosamente rispettata. Il paese deve andare avanti con disciplina. "L'Europa ci sta guardando", ha detto.

Napolitano è allarmato, e ha ragione di esserlo. La rivolta dei "Forconi" ha preso una svolta inquietante per le élite dell'Italia. Durante l'ultima manifestazione di massa a Torino la polizia si è tolta i caschi, come manifestazione di simpatia. Questo sta diventando un movimento anti-UE. Uno dei leader dei Forconi è appena stato arrestato per essere salito agli uffici dell'Unione europea a Roma e aver strappato giù la bandiera blu e oro dell'Europa.

Dove porti tutto questo nessuno lo sa. Secondo Citigroup nel 2014 l'Italia resterà bloccata in depressione con una crescita dello 0.1%, di nuovo a zero nel 2015, e allo 0.2% nel 2016. Se è così, ben otto anni dopo la crisi, la produzione in Italia sarà ancora del 10% sotto l'ultimo picco, una performance di gran lunga peggiore di quella avuta durante la Grande Depressione.

Anche se la zona euro incontrasse una ripresa nel corso dei prossimi tre anni o giù di lì, il meglio che l'Italia possa sperare è la stabilizzazione su livelli di disoccupazione di massa – al 20% se si considera l'altissimo livello di lavoratori Italiani scoraggiati (numero tre volte superiore alla media UE) che sono usciti fuori dalle statistiche. La domanda è quanto tempo la società potrà tollerare tutto questo. Nessuno di noi sa la risposta.

Per ora l'Italia ha evitato un ritorno agli "anni di piombo", il terrorismo tra gli anni '70 e i primi anni '80, quando la stazione ferroviaria di Bologna fu fatta saltare dai fascisti e l'ex premier Aldo Moro fu sequestrato e ucciso dalle Brigate Rosse. Ma questo tipo di violenza non è poi così lontano come la gente pensa. Nel 2011 il capo dell'agenzia fiscale Equitalia è stato quasi accecato da una lettera bomba di matrice anarchica. Da allora ci sono stati ripetuti casi di attacchi dinamitardi.

La mia ipotesi è che ad un certo punto ci sarà un incidente - un po' come lo scontro tra le truppe francesi e i portuali a Brest nel 1935, quando un lavoratore fu colpito a morte con il calcio di un fucile, mettendo in moto degli eventi che infine costrinsero Laval alle dimissioni e fecero uscire la Francia dal Gold Standard. A coloro che continuano a insistere che l'Italia deve stringere la cinghia e recuperare competitività tagliando i salari, vorrei obiettare che questo è matematicamente impossibile, in un clima di ampia deflazione o quasi deflazione in tutta l'UEM.

La ragione dovrebbe essere evidente a tutti, ormai. Non è possibile permettere allo stock di debito nominale di salire su una base nominale in contrazione. Una politica del genere fa sì che la traiettoria del debito aumenti in maniera esponenziale. Negli ultimi tre anni il debito Italiano è già aumentato dal 119% al 133% del PIL, in gran parte a causa delle politiche di austerità fiscale. Sotto le attuali politiche UEM questo rapporto presto sfonderà il 140%, nonostante l'avanzo primario del bilancio Italiano - un livello oltre il punto di non ritorno per un paese senza moneta sovrana o senza una propria banca centrale. Tale è il potere dell'effetto denominatore.

Giusto per essere chiari. Non credo che l'Italia debba lasciare l'euro come prima opzione. Ci sono altre misure che dovrebbero essere prese prima, se non altro per costruire un contesto politico e morale favorevole. L'Italia può cambiare la sua strategia diplomatica, spingendo per un cartello degli stati debitori del Club Med a leadership francese che prenda il controllo della BCE e della macchina politica dell'UEM. Hanno i voti, e la piena autorità legale basata sui trattati, per forzare una strategia di reflazione che potrebbe cambiato tutto, se solo osassero.

Questo è più o meno il nuovo piano di Romano Prodi, ex premier Italiano e "Mr. Euro", che ora sta sollecitando l'Italia, la Spagna e la Francia a unirsi, piuttosto che illudersi di poter fare da soli, e "sbattere i pugni sul tavolo". L'economista premio Nobel Joe Stiglitz riprende il tema su Project Syndicate , dicendo: "Se la Germania e gli altri non sono disposti a fare il necessario - se non c'è abbastanza solidarietà per far funzionare la politica - allora l'euro potrebbe dover essere abbandonato per salvare il progetto europeo".

Ieri, al Parlamento europeo, Mario Draghi della BCE ha avvertito che l'uscita dall'UEM porterebbe ad una svalutazione del 40% e a una crisi che metterebbe qualsiasi paese in ginocchio, ancor più brutalmente di quella che si deve affrontare adesso. Questo è sempre lo stesso argomento che viene portato avanti in difesa dei regimi di cambio fissi, sia del Gold Standard nel 1931, che dello SME nel 1992, o dell'ancoraggio argentino al dollaro nel 2001. E' stato dimostrato falso, anche nel caso dell'Italia negli anni '90, quando la svalutazione ha funzionato benissimo.

Draghi si sofferma sul trauma immediato, ma ignora gli effetti molto più corrosivi di una crisi permanente. I paesi possono infatti recuperare molto velocemente se il tasso di cambio si sblocca. Si potrebbe ugualmente sostenere che ci sarebbe una marea di investimenti in Italia nel momento in cui il paese prendesse risolutamente il toro dell'euro per le corna e ristabilisse l'equilibrio valutario.

In ogni caso, la tesi di Draghi presuppone che la BCE lascerebbe accadere una svalutazione del 40%, anche quando le potenze del nord hanno un forte interesse ad assicurare un'uscita ordinata dell'Italia? La BCE potrebbe intervenire sui mercati FX per stabilizzare la lira per un paio di mesi, fino a quando la situazione si calmasse. Questo eviterebbe gli eccessi, eviterebbe delle perdite rovinose per il blocco dei creditori e degli esportatori tedeschi, ed eviterebbe una crisi da deflazione in Germania, Olanda, Finlandia e Francia.

Quello che Draghi sta implicitamente affermando (senza volerlo), è che la BCE si comporterebbe in maniera spericolata, punendo l'Italia per il gusto di farlo, anche se questo potrebbe rendere l'intera prova peggiore per tutti. Sarebbe stato bello se un deputato gli avesse chiesto perché mai la BCE dovrebbe fare una cosa del genere. Quello che sembra certo è che nessun paese democratico sopporterà uno stato perdurante di semi-recessione e disoccupazione di massa, quando esistono delle alternative plausibili".
Ambrose Evans Pritchard per il Telegraph.

venerdì 18 ottobre 2013

London School of Economics: non rimarrà nulla dell'Italia. Nei prossimi dieci anni si dissolverà ( articolo del Dr. Roberto Orsi )


Il seguente articolo è tratto dal sito "Il Nord".

"Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all'Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent'anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.
Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell'IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l'estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un'economia che ha perso circa l'8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo "ripresa" è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.
Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l'immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell'élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L'Italia non avrebbe potuto affrontare l'ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l'apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell'Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull'Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell'UE sapendo perfettamente che l'Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza , l'Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa.
L'Italia ha attualmente il livello di tassazione sulle imprese più alto dell'UE e uno dei più alti al mondo. Questo insieme a un mix fatale di terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d'Europa, sta spingendo tutti gli imprenditori fuori dal Paese . Non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo, come in Oriente o in Asia meridionale: un grande flusso di aziende italiane si riversa nella vicina Svizzera e in Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le aziende troveranno un vero e proprio Stato a collaborare con loro, anziché a sabotarli. A un recente evento organizzato dalla città svizzera di Chiasso per illustrare le opportunità di investimento nel Canton Ticino hanno partecipato ben 250 imprenditori italiani.
La scomparsa dell'Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale. Coloro che producono valore, insieme alla maggior parte delle persone istruite è in partenza, pensa di andar via, o vorrebbe emigrare. L'Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli altri Paesi più organizzati che hanno l'opportunità di attrarre facilmente lavoratori altamente, addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia.
L'Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi - collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall'ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d'Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell'UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell'ordine repubblicano. L'interventismo del Presidente è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L'illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d'Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L'attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l'intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell'Italia.
In conclusione, la rapidità del declino è davvero mozzafiato. Continuando su questa strada, in meno di una generazione non rimarrà nulla dell'Italia nazione industriale moderna. Entro un altro decennio, o giù di lì, intere regioni, come la Sardegna o Liguria, saranno così demograficamente compromesse che non potranno mai più recuperare. I fondatori dello Stato italiano 152 anni fa avevano combattuto, addirittura fino alla morte, per portare l'Italia a quella posizione centrale di potenza culturale ed economica all'interno del mondo occidentale, che il Paese aveva occupato solo nel tardo Medio Evo e nel Rinascimento. Quel progetto ora è fallito, insieme con l'idea di avere una qualche ambizione politica significativa e il messianico (inutile) intento universalista di salvare il mondo, anche a spese della propria comunità. A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l'Italia."

Autore: Dr. Roberto Orsi - London School of Economics

martedì 9 luglio 2013

Qualcuno lo sa che l'italia finirà di esistere tra un anno e cinque mesi? ( articolo di Max Parisi - "Il Nord" )

Il seguente articolo, a firma di Max Parisi, è tratto dal sito "Il Nord"



Quasi che fosse stata una notizia da giornale di provincia, tutta la grande stampa nazionale e va da sé anche la grande informazione televisiva, hanno bellamente trascurato il fatto che la Commissione europea abbia ricordato all'italia che "a partire dal 2015 il trattato denominato Fiscal Compact entrerà in vigore e quindi da quell'anno e per i successivi  20 (venti!) anni l'italia dovrà tagliare la spesa pubblica di 45 miliardi di euro ogni 12 mesi, in modo da riportare alla soglia del 60% il rapporto debito-pil". Boom!
Ora, al momento attuale il governo dei sonnanbuli guidato da Capitan Valium Enrico Letta non riesce a mettere a fuoco neppure il taglio di 4 miliardi di euro della spesa pubblica per cancellare l'IMU e altri 4 miliardi per bloccare l'aumento dell'IVA. 
Qualcuno che abbia un minimo di lucidità è in grado di spiegare come potrà - il prossimo governo - tagliare di 10 volte tanto la spesa statale OGNI ANNO PER 20 ANNI?!
Vediamo come si potrebbe fare, ammesso e non concesso che un prossimo governo davvero intenderà provarci.
Rudurre di 900 miliardi di euro la spesa pubblica italiana di oggi (questo significa tagliare di 45 miliardi l'anno per 20 anni la spesa pubblica) significherebbe: dimezzare tutte le pensioni (ridurle del 50%) + licenziare almeno 2.000.000 di impiegati pubblici (un terzo nella scuola, un terzo nella sanità, un terzo tra polizia, carabinieri e Fiamme Gialle + i due terzi degli impiegati comunali e regionali) + cancellare ogni forma di assistenza sociale + ridurre di non meno del 40% tutti gli stipendi del settore pubblico.
Così, in 20 anni si ridurrebbe della metà di quei 900 miliardi di euro suddetti la spesa dello Stato.
E l'altra metà? L'altra metà va "drenata" dai risparmi dei cittadini in tasse sui patrimoni e più in generale su ogni avere, incluso il conto alla Posta da 1000 (mille) euro. 
Non serve un fine economista per capire che tutto ciò porterebbe l'italia a superare di botto la Grecia quanto a devastazione. E la devastazione è sorella della violenza e la violenza di massa si chiama guerra.
Il tutto inizierà tra esattamente tra un anno e cinque mesi a partire da ora.

max parisi

giovedì 13 giugno 2013

Pensieri su di un'Italia ( volutamente ) ai titoli di coda


Pensieri, solo pensieri su questa nostra Italia ormai andata, fallita e tramontata. Un’Italia che va avanti con la sola forza d’inerzia di ciò che venne costruito e realizzato negli anni passati.  L’ex Bel Paese che di bello, francamente, non ha più nulla, visto il tramonto economico, sociale e morale in cui riversa da anni. E più passa il tempo e più la sua fine la si tocca con mano. Si va avanti perché si è vivi biologicamente parlando, ma dentro di noi il pessimismo rasenta la morte interiore. Si arranca perché qualcuno ha ancora la fortuna di avere un lavoro che il 27 di ogni mese gli garantisce, anche se minimo, uno stipendio. Si prosegue perché c’è gente che ha una famiglia da mantenere o che lo mantiene ( vedere i famosi “bamboccioni” che, nel corso del 2012 – per merito della maestrina Fornero – divennero “choosy” ), perché si è nati in questa nazione e qui, pur patendo un presente e un futuro penoso, si vuole rimanere.
Il resto è tristezza e disperazione: aziende che, pur se alcune cavalcano la crisi, chiudono, o se non lo fanno, dimezzano il personale; altre che delocalizzano ( si sa, nell’Est europeo la manodopera costa meno. FIAT docet ); addirittura anche le banche prevedono riassesti societari che trascineranno a sé centinaia e centinaia di esuberi. Il pubblico impiego? Anche lì, il famoso “posto fisso” e sicuro al 1000% ( mille per mille ) è in bilico.
Si va avanti con contratti a termine, se ti va bene. Se ti va male, “grazie” alle agenzie di lavoro temporaneo ( ovvero le ex “agenzie interinali” ), ci sono anche contratti di un giorno! Sì, avete letto bene: di un giorno.

Tralasciando i dati Istat sulla disoccupazioni e le ultime stime della CGIL ( che ha la sua colpa, sia chiaro, in tutto questo sfacelo ) che prevedono 67 anni per ritornare ai livelli pre crisi del 2008, concentriamoci su chi ci rappresenta in Parlamento e su cosa dicono e fanno.
Bene, che dicono? Che fanno? Nulla, nel vero senso della parola. Da quando, dopo quasi due mesi dalle elezioni di fine febbraio 2013, si è costituito il Governo presieduto dal Vice Presidente dell’Aspen Istitute Italia, Gianni Letta, non si fa nulla. L’unica cosa è stata la soppressione ( per ora ) dell’IMU sulla prima casa, il seguito sono state chiacchiere da bar, litigate fra i commedianti dei vari schieramenti politici e basta.

Un motivo di questo lassismo? Semplicemente ( secondo me ) una constatazione non dichiarata, ma lasciata intendere, sullo stato di fallimento dell’Italia e contro il quale - a meno di una presa di  potere con la forza, da parte di non so chi, che allontanerà l’Italia dai trattati europei che hanno e stanno devastando le economie della maggioranza degli stati – non c’è più nulla da fare. I diktat europei sono stati “firmati”, la macchina europea è in funzione e se si è servi di essa, non devi far altro che ubbidirgli e basta. In sostanza, come disse il Britannia Boy, Mario Draghi, prima delle elezioni politiche di questo inverno, l’Italia ha il pilota automatico inserito.
E allora, cosa resta da fare? Parlare del contorno: gay, zingari, immigrati, ius soli, Balotelli ( suo malgrado tirato in ballo per parlare sempre e solo di razzismo ) e ( scoperta dell’acqua calda ) delle uccisioni di donne da parte dei loro “uomini”.

Non ci avete fatto caso che questi temi, bene o male sempre presenti, hanno aumentato la loro portata mediatica tanto da stomacare chi li ascolta? Non notate che quando si parla di immigrazione, si tira fuori il discorso dello “ius soli”? Non notate, poi, la “qualità” di certi Ministri che sembrano messi lì apposta perché funzionali non solo in quanto non avvezzi alla politica o, se lo sono, di sicuro servilismo, ma perché “foto/telegenici” e, ubbidienti al pensiero dominante, accondiscendenti ad un nuovo ordine mondialista imposto dall’alto? Ordine che vuole la devastazione dell’Italia mediante immigrazione massiccia, mescolanza razziale per creare un’amalgama senza identità e sfascio della natura umana tramite la legalizzazione delle coppie gay e dell’affidamento a queste dei bambini.
Avete fatto caso che, dopo aver inculcato alla gente che la colpa della crisi è sua, ora si sta imbambolando la popolazione a non avere più un sentore di italianità? A considerarsi – parola della Ministra dell’integrazione ( Ministero inventato dalla sera alla mattina ) – “meticci”? In poche parole, a far allontanare da tutti noi quel minimo di identità nazionale che dovrà far posto al Nuovo imposto dai poteri forti?
Tanto è vero che chi, come il cantante Giuseppe Povia, canta una canzone sull’Italia ( “Siamo italiani” ), è immediatamente subissato di critiche e infamità sul suo ( fantomatico ) essere nazionalista, fascista e razzista! Ma stiamo scherzando o cosa?



Per finire: ora, per le forze mondialiste, è il momento di continuare – così come stanno facendo palesemente da metà novembre 2011 ( mese e anno in cui Re Giorgio spodestò Berlusconi e, per accontentare tali forze, incoronò Monti e il suo governo “tecnico” alla guida dell’Italia ) – con l’attacco contro la nostra nazione. Superficialmente la si abbatte usando le loro marionette, spacciate per “ministri”, nello stravolgere e disgregare la società tramite argomenti come i gay ( matrimoni e affidamenti di figli ), gli immigrati e la cittadinanza ( argomenti, poi, utili anche come distrazione ), dietro le quinte, invece, con i vari trattati che realmente regolano la vita dei paesi e che faranno rimanere nel limbo della depressione economica l’Italia.

lunedì 27 maggio 2013

Immigrati in rivolta?


Questo mio stesso articolo, è stato pubblicato anche sul sito dell'Associazione Culturale ZENIT.

Milano, 11 maggio, un clandestino del Ghanana, Mada “Adam” Kabobo, camminando per le vie del quartiere Niguarda, colpisce a bastonate e picconate dei passanti. Il bilancio della mattanza vede 1 morto e 5 feriti, due dei quali, a distanza di tre giorni, moriranno anche loro. Perchè un simile gesto? Tante spiegazioni ci sono e non ci sono; chi dice che è squilibrato, chi - come un "Onorevole" durante una seduta delle Camere una settimana dopo l'eccidio - come gesto alla sua emarginazione e mancanza di lavoro, chi con altre e varie spgazioni. Qualcun'altro, con la scusante che aveva chiesto asilo in Italia ( come se chiederlo significhi santificare il richiedente ),  minimizza l'accaduto e ne dimentica i fatti. Sta di fatto che tre persone ( italiane ) sono morte e l'omicida, pur se arrestato, si trova in carcere come se avesse rubato delle caramelle. Certamente, se fosse successo l'incontrario, si sarebbe scatenato un putiferio con accuse di razzismo da ogni parte. Lui, invece, non che debba esser condannato a morte, se ne sta in  prigione con la richiesta di una perizia psichiatrica da parte dei Pm. Se dovesse risultare incapace di intendere e di volere al momento del fatto, verrebbe assolto  e non finirebbe in carcere, ma in una struttura psichiatrica giudiziaria. Siamo sicuri che ha qualche rotella fuori posto? Non è che è sano come un pesce - visto i suoi precedenti criminali qui in Italia che lo videro, due anni fa, come uno dei "protagonisti" nella rivolta del CIE in Sicilia - visto il clima da buonismo imperante impone simili scelte?

Comunque, Kobobo a parte, qui in Europa non c'è da stare sereni. Tempo una decina di giorni ed ecco che - per motivi diversi e non riconducibili all'assassino di tre italiani - a Londra, il 22 di maggio, un paio di cittadini inglesi, ma di chiarissima origine africana, sgozzano un militare inglese mentre usciva dalla caserma. Il tempo di rendersi conto dell'orrore verificatosi ed ecco che a Parigi, un immigrato, tenta anche lui di sgozzare un militare.

Ma che succede?
Non per fare il complottista, ma non vorrei che dietro possa esserci una regia. Come mai si stanno svegliando tutti ora a colpire gli europei? Semplice - ma pur sempre GRAVE E PREOCCUPANTE - emulazione dovuto a un senso di rivalsa latente, o dell'altro? Quello che è certo sono i morti, sia chiaro, e non ci sarebbe neanche da fare dietrologia. Purtroppo non ci vedo nulla di strano, da parte di gente mai integrata e scollegata dalla realtà in cui vive perchè con usi e modi di fare opposti ( pur se tramandati ), una rabbia latente e sempre tenuta nascosta. Basta una scintilla per "incoraggiarsi" a vicenda a colpire e assassinare. E rimane sempre una dimostrazione che l'immigrazione senza controllo, ovunque essa avviene, porta ad una mescolanza razziale esplosiva, oltre ad una buona manovalanza - grazie ai non controlli alle frontiere - atta a compiere gesti terroristici.

Per quanto concerne i mie dubbi, potrebbe esserci un'induzione all'omicidio per provocare disordini, grazie alla gran quantità di immigrati - slegati e non integrati  nelle città europeee - da usare a proprio uso e consumo grazie a manipolazioni mentali tipo gli esaltati che si professano appartenenti ad Al-Qaeda? Ricordiamo pure che da domenica 19 maggio, alcune citta svedesi sono messe a ferro e fuoco da centinaia di immigrati che, stando all'ufficialità delle fonti, protestano perchè nel sobborgo povero di Husby, dove l'80% degli undicimila abitanti sono immigrati e il tasso di disoccupazione è altissimo, la polizia ha ucciso un anziano di 69 anni armato di coltello: una reazione giudicata eccessiva dagli abitanti del quartiere che sono scesi in piazza per protestare.

A chi gioverebbero i disordini? Non so, ma ricordiamo che è istituita, ormai dal 2004 ( ed operativa dal 2006 ), la gendarmeria europea denominata EUROGENDFOR. Essa ha tra le sue caratteristiche quella di essere sovrannazionale e non giudicabile nei suoi compiti. Manca la scintilla per vedersela camminare fra le strade delle nostre città? E la sua presenza sarebbe uno schieramento preventivo in vista di eventuali scontri di piazza per via dell'incancrenita crisi economica? Insomma, si fa leva sull'immigrazione massiccia presente in molti stati dell'Unione Europea per ottenere altri scopi? E non credo che sia una macchinazione contro l'immigrazione in sè, in fin dei conti essa, soprattutto in stati mal governati e senza un solido sentimento di identità come può essere anche l'Italia, è usata a mo' di cavallo di Troia per limare sempre più al ribasso la qualità della vita lavorativa, oltre ad impiegarla nel rendere gli stati un'amalgama senza senso di appartenenza e di unione fra la popolazione. Pensateci: secondo voi, chi progetta l'Unione Europea, vorrebbe stati accondiscendenti o con una popolazione riottosa ai diktat di Bruxelles? Ovvio che è la prima ipotesi quella scontata,
Ecco, quindi, il perchè, se ci dovesse essere una macchinazione, non la vedrei contro l'immigrazione, ma contro i popoli autoctoni dei singoli stati. Oppure si vuole uno scontro razziale in Europa e che si estenda ( ma non credo ) nel resto del mondo? Non lo so, non ho cultura in merito. Quello che conta è la realtà dei fatti che fa pensare e preoccupare non poco. Restare vigili!

lunedì 22 aprile 2013

Che la farsa continui


Il seguente mio articolo, è pubblicato anche sul sito dell'Associazione Culturale Zenit.

Sabato 20 aprile 2013 è stato eletto il nuovo Capo dell Stato. Sarebbe stata una data pur se non storica, sicuramente da scrivere negli annali della Repubblica Italiana, ma lo sarà ancor di più in quanto ha visto la rielezione del Capo dello Stato uscente, Giorgio Napolitano.
La sua candidatura, dopo varie elezioni a vuoto di altri candidati - come Prodi e Rodotà - sono andate mancate anche a causa dello schieramento del centro-sinistra ( il PD ) che ha candidato Prodi ( scelta di per sè non condivisibile, visto il passato di tale personaggio ) ma che alla resa dei conti non gli ha permesso di avere il quorum sufficiente all'investitura. Franchi tiratori? Semplici sbandati? Non si sa.
Sta di fatto che Napolitano, salvo una sua volontà di non proseguire per tutti i sette anni, è e sarà il "nuovo" Presidente della Repubblica Italiana fino al 2020.

Ma un dubbio mi assale: siamo sicuri che l'elezione è stata fatta apposta per porre fine a queste votazioni infruttuose? Non potrebbe esserci l'ipotesi che il tutto è avvenuto perchè, vista la situazione di palese e assodata volontà di non formare il Governo a distanza di quasi due mesi dalle elezioni ( tema già discusso con il mio precedente articolo ), con la presenza di "Re Giorgio" finalmente si sbloccherà lo stallo ( chiamiamolo così ) a Montecitorio? E siamo sicuri che il tutto potrà  originare un Governo che, pur se non costituito da tecnici, ricalcherà la formula "Montiana" delle "lacrime e sangue"?  E, vista la condivisione di tutti gli schieramenti politici, nessuno si sentirà in colpa per la tosatura delle pecore  italiote? Non credo che possa verificarsi diversamente, tipo indire nuove elezioni. Non avrebbe senso. Infatti già  si fa largo il nome di Amato... In sostanza, possibilmente per i prossimi 5 anni, si avrà un Governo alla Monti solamente più "ufficile" del Professore - in quanto eletto dal popolo - e con briglie sciolte. Meglio di così!

Comunque è anche la dimostrazione di come la politica italiana, ormai ridotta a marionetta dei poteri forti, sia costituita da gente altamente mediocre che - chi per scopi meramente personali, chi per ignoranza in materia, chi per un suo fallimento umano - sta portando la gente a stufarsi di essa. C'è da augurarsi solo che le persone incomincino a guardarsi intorno e, con una migliore presa di consapevolezza, si tolgano dalla mente tante tare mentali imposte dal sistema  ( tra le quali i fardelli dell'antifascismo, anticomunismo, e anti-vari che hanno scassato le scatole, visto che creano divisioni
e la nascita di generazioni [ soprattutto nel versante degli "antifascisti" ] di debosciati e ignoranti ) e si uniscano in una visione migliore e illuminata del fare politica. Questa potrebbe essere una grande occasione.

Ricordiamo, per finire queso breve articolo, che Napolitano è ben amato in USA, in Israele e presso l'Unione Europea.
A buon intenditor, poche parole.

Comunque sia, W l'ITALIA!

venerdì 12 aprile 2013

L'Italia fra saggi, politicanti e depressione economica/morale


Il seguente mio articolo, è riportato anche sul sito dell'Associazione Culturale Zenit.

Domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013 sono stati i due giorni nei quali si sono svolte le elezioni politiche italiane. Oggi, venerdì 12 aprile 2013, per l'esattezza 1 mese e 15 giorni dopo tale evento, ancora nulla si vede all'orizzonte. Tra accordi mancati fra le parti - PD, PDL e Movimento 5 Stelle ( i tre partiti che hanno preso la maggioranza dei voti ) - e litigi vari, la realtà è quella descritta nel rigo qui su. Infatti la classe politica ( è difficile chiamarla così, ma sforziamoci ) è impelagata in ( finti ) litigi e i nuovi politici, capitanati dall'ex comico Grillo, pur se tanti in buona fede, si perdono in cavolate da liceali e, credo io, diventeranno carne da cannone per il Movimento 5 Stelle che, per il sottoscritto, potrebbe avere altri scopi. Tra questi ( per sintetizzare ): generare caos.

Vista la situazione di stallo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ecco che il 30 marzo nomina "10 saggi" che avrebbero vagliato la situazione alla
ricerca di una via d'ucita. Sta di fatto che, al contrario di quanto dichiarato dal Presidente, la loro opera è andata oltre agli 8-10 giorni stabiliti e a sua volta mai c'è stata una loro conferenza stampa o dichiarazione mezzo comunicato stampa sullo stato dei lavori. Vi sembra normale? Comunque, alla data odierna, i 10 saggi hanno partorito. Cosa hanno proposto? 
Ecco: 1) Legge elettorale da cambiare; 2) Partiti: "Occorre prevedere negli statuti dei partiti norme specifiche per garantire la democrazia interna.."; 3) Giustizia e pene detentive: "Gli obiettivi riguardano principalmente il rispetto effettivo di tempi ragionevoli di durata dei processi..."; 4) Lavoro e modifica art. 19: qualche indicazione in merito al lavoro determinato e le rappresentatività sindacale; 5) Conflitto d'interesse: "la necessità di una legge sul conflitto di interessi costruita non sulle aspirazioni dell'una o dell'altra forza politica, ma su proposte che non possano essere identificate come mosse da spirito di parte.."; 6) Una sola camera con potere con potere di indirizzo politico; 7) In sostanza dicono sì al finanziamento pubblico ai partiti, però deve essere meglio gestito; 8) Il lavoro è un'emergenza ( ma va??? ); 9) Vola il rischi povertà ( ma va anche qui??? ); 10) Serve entro giugno 1 mld per la Cassa Integrazione in deroga. 
Tutto qui! Da domani l'Italia si risolleverà. Per finire, ma quanto ci saranno costati?

Saggi a parte, siamo sicuri che la situazione di stallo sia dovuta proprio alla mancanza di idee in comune fra le parti, tanto da non portarle ad un accordo che possa permettere al paese di avere un governo? Siamo certi che non possa esserci dell'altro? Sono dell'idea che dietro a tale empasse possa esserci la voglia di non andare alla "guida" ( dopo spiego le virgolette ) della nazione in quanto essa, ormai da anni, naviga in cattive acque. Manca l'ufficialità, ma essa è fallita e, dovendo ubbidire a testa bassa ai diktat europei, chi andrà alla sua guida, soprattutto da quando "Re Giorgio" ha incoronato Mario Monti come Presidente del Consiglio, sfacciatamente dovrà seguire la ricetta della Troika consegnata allo Stato italiano a giugno del 2011 ( ecco il perchè delle virgolette messe fra la parola "guida" ). A parte, poi, che anche il "Britannia Boy", Mario Draghi, nel mese di febbraio ammise candidamente - a prescindere di chi avrebbe vinto le elezioni - che "l'Italia ha il pilota automatico inserito". E' vero e mi dispiace dirlo, ma è così. Cosa dovrebbe mai governare un governo in una nazione commissariata dalla Troika ( F.M.I., B.C.E. e U.E. )? Niente, ma solo attuare leggi che vadano nel percorso stabilito e che, "grazie" al pareggio di bilancio imposto dalla UE, attui tagli a più non posso e scateni tempeste di tasse sui cittadini sudditi. E il tutto per 20 anni! In sostanza, vista la situazione creatasi alle urne che, per via dell'attuale legge elettorale, non ha decretato un vincitore assoluto, quale occasione migliore per lavarsene le mani? Anche perchè, diciamo francamente, questi "politici", avranno poi mai tutta questa voglia di inamicarsi il popolo ialiano con leggi "lacrime e sangue"?

Certo, se una di queste tre fazioni politiche avesse avuto la maggioranza assoluta, come si sarebbe comportata? La sfera di cristallo non ce l'ho, ma una volta che si è ha la maggioranza dei voti, si deve fare quello che si è chiamati di attuare. Ma...ce le siamo scordate le eventuali allenze di governo che i politicanti dicevano di mettere in pratica dopo le elezioni? Ci siamo scordati quanti avrebbero tirato per la giacca il Presidente del Consiglio uscente, Mario Monti? Insomma, avrebbero messo la loro faccia, ma in comune con qualcun'altro.

Ma nel frattempo, cosa sta succedendo alla nostra nazione? Diciamo che non sta succedendo nulla di diverso a quando il Governo Monti era alla guida prima delle elezioni. Anzi, il suo mandato doveva terminare il 15 marzo se non erro, ma siccome che il nuovo governo è assente, lui e i suoi ministri sono tutt'ora in carica, quindi nulla di nuovo nel versante politico.
E in quello economico? Idem. Nulla. Licenziamenti, aumento delle ore di Cassa Integrazione ( straordinaria o in deroga, ormai non ci si fa più caso ), fallimenti di piccole o medie imprese e suicidi ( di cui, timidamente, la stampa ricomincia a parlarne ), sono il suono di sottofondo di questo inizio 2013. Lo stesso, da come si evince, di tutto 2012. La nazione è ferma e molte aziende, a parte chi con la crisi ci sguazza, non investono, perchè, giustamente, non hanno una sicurezza nelle scelte che vorrebbero prendere. Non credo che con un governo che attuasse tagli e tasse, ci sarebbe più sicurezza, ma almeno si avrebbe avuto una visione più chiara del quadro d'insieme e chissà, se ubbidendo alla UE, si avrebbe avuto in cambio qualcosa? Non credo, ma sono idee più che legittime quando si è consapevoli di stare in un paese senza sovranità e che deve seguire/eseguire i richiami e le imposizioni di strutture sovrannazionali.

Andiamo avanti, con una nazione morta che al suo interno ha una popolazione deceduta anch'essa. Non si vedono ( ormai da tempo ) scintille di ribellioni, rabbia e orgoglio. Niente! Capita di assistere, soprattutto di fronte a Montecitorio, a qualche sit-in di lavoratori di qualche ditta che sta per chiudere, ma poi...il deserto.
Il nulla attanaglia le menti della gente da svariati anni e credo pure che questa situazione che si sta vivendo, possa contribuire a ciò. E per chi ha le leve del ( VERO ) comando, questa è una grande cosa. Non solo depressione economica, ma anche morale. Goccia dopo goccia, si abitua il popolino a non alzare la testa,
al massimo è permesso qualche starnuto sui forum o sui social network. Ma poi basta, tutti a nanna. E scannatevi per una partita di calcio, per una "nomination"
sbagliata in un qualche reality show, per un piatto premiato in uno dei tanti programmi deprimenti del digitale terrestre, per uno smartphone che costa caro ma che ha le stesse prestazioni del modello precedente, ma oltre NON andate. Mi raccomando. E se ci andate, ecco lo spread risalire, i dati Istat ( comunque limati ) sull'aumento della disoccupazione, la crisi che non accenna a diminuire. Insomma, via con la depressione morale che annienta la vitalià umana e la sue fantasie di vita.

P.S.
Qualcosa nel versante poltico è cambiato; sono i Presidenti di Camera e Senato. Nel Senato è stato eletto l'ex Procuratore anti-mafia, Grasso; nella Camera la dipendente O.N.U. sui rifugiati, Laura Boldrini. Di quest'ultima ne riparleremo in un altro articolo, perchè richiederebbe troppe righe. Ma incominciate, se ancora non lo avete fatto, a tenerla d'occhio.

giovedì 4 aprile 2013

FEMEN: Modelle alla riscossa!



Il seguente mio articolo, è pubblicato anche sul sito dell'Associazione Culturale Zenit.


Questi primi mesi del 2013 potrebbero essere ricordati come l’inizio del tentativo del gruppo di modelle “rivoluzionarie” ucraine, chiamate FEMEN, di far breccia fra la popolazione femminile del bel paese.

Tutto, soprattutto a livello mas-mediatico e con tanto di seni al vento, è incominciato il 13 gennaio quando quattro ragazze, due francesi e due ucraine, si sono messe a “manifestare” in p.za S. Pietro durante l’Angelus di Papa Benedetto XVI. La loro protesta era a favore dei diritti gay.

Successivamente, il 24 febbraio, durante le due giornate delle elezioni politiche, ecco che tre stacanoviste – due ucraine e una francese - della rivolta a tette all’aria, ricompaiono come per incanto di fronte al seggio dove sarebbe dovuto andare a votare l’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Tra queste tre, non poteva mancare la leader  Shevchenko già protagonista di altre manifestazioni in giro per mezzo mondo, tra cui il taglio di una croce a Kiev, che rappresentava le vittime dello stalinismo in Ucraina, come atto di “solidarietà” al gruppo musicale femminile russo ( anch’esso estremamente ribelle al Sistema come le FEMEN ), chiamato “Pussy Riot”. E per questo gesto di alta ribellione, si è beccata, così come riportato da Wikipedia, un mandato di arresto. Ma la rivoluzione non può fermarsi e di conseguenza la Shevchenko si è rifugiata a Parigi.

Per finire – almeno per la data di pubblicazione di questo articolo – l’ultima loro sparata in terra italica è del 12 marzo, nuovamente in p.zza S. Pietro, durante ii Conclave per l’elezione del futuro Papa Francesco. Sui corpi da modelle delle due ucraine ( nuovamente loro!! ), la frase “Pope no more” e in mano un candelotto rosso per dimostrare … non si sa cosa.

Da notare, soprattutto nelle manifestazioni del 13 gennaio in p.za S. Pietro e del 24 febbraio presso il seggio elettorale a cui fa capo Silvio Berlusconi, che le modelle sono quasi sempre le stesse. Da qui la domanda più ovvia: chi le paga? Come è possibile che, se fossero comuni mortali, si trovano sempre in giro per il mondo e sono quasi sempre le stesse? Cosa fanno in vita loro? Domande ovvie e legittime.

Qui sotto – giusto per rimanere agli avvenimenti sopra descritti – la foto di una manifestante ( non se se francese o ucraina ) che si è trovata in entrambe le manifestazioni:



Insomma, va bene l’impegno, però…c’è un però.

Ma chi sarebbero queste FEMEN?

Stando a quanto riportato da Wikipedia, questo movimento è nato in Ucraina nel 2008 contro il turismo sessuale e le discriminazione verso le donne in quel paese. Con tale causa, si voleva ridare una nuova immagine all’Ucraina verso l’estero,  "incrementare le capacità intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina" e "… smuovere le donne in Ucraina, rendendole socialmente attive; organizzare entro il 2017 una rivoluzione femminista." Nulla da eccepire. In fin dei conti, come dicono anche loro, l’Ucraina era ( ed è ) definita come il “Bordello d’Europa”. Non certamente bella come immagine; sia per la nazione in sé che, in maggior modo, per le donne.

La fondatrice è una tale Anna Hustol - un’economista  nata nel 1984 con un background nell'ambito del teatro che usa per far guadagnare attenzione mediatica alla sua causa – che ormai dal 2008 dedica tempo e risorse a questa causa. Si legge che vive tra Kiev e Parigi, città nella quale gestisce un “centro” di allenamento per allenare e organizzare al meglio le ragazze francesi che vorrebbero diventare anch’esse delle ribelli. Tanto è vero che “Il 18 Settembre 2012 è stato aperto un centro FEMEN nel diciottesimo arrondissement di Parigi e il giorno seguente l'associazione è stata ufficialmente riconosciuta in Francia.”

I finanziamenti avvengono tramite donazioni mezzo il loro shop-online e da gente comune. Così è quanto viene dichiarato. Poi…

Ma siamo sicuri che sia tutto così?

Il sottoscritto ha qualche dubbio. E non da ora. Basta osservare la loro presenza in ogni dove, il tipo di protesta che mettono in piedi e i fisici da modelle e già le idee possono incominciare a schiarirsi.

Primo: come fanno a stare da ogni parte? Quanti soldi hanno? A quanto ammontano i ricavi delle donazioni? Certo, se la gente si lascia circuire ben bene, le donazioni – con o senza l’acquisto di gadget – possono essere sostanziose, non metto in dubbio. Ma bastano per i continui viaggi in mezza Europa dove bisogna far fronte ai biglietti aerei, al vitto e all’alloggio? E per il “campo” di addestramento in Francia? E’ possibile che un movimento del genere, pur se incomincia a fare proselitismo, raccolga ingenti somme di denaro che possono soddisfare ogni necessità economica?

Secondo: come mai le loro proteste riguardano sempre ciò che va per la maggiore tra il pensiero dominante? Tra questi temi ricordiamo soprattutto i diritti gay ( matrimonio e adozioni ) e, furbescamente per far maggiore breccia fra le persone, i diritti delle donne. In questi ultimi diritti, però, non si capisce cosa intendono, visto che è un concetto naturalmente giusto, ma anche vago e libero ad  interpretazioni varie.

Perché, visto che sono dalla parte delle “cose giuste”, non si battono anche per altre cause? Tipo la crisi economica? Il problema dell’Euro? Le guerre umanitarie? In fin dei conti, anche questi sono problemi. E anche questi, seguendo la logica “femeniana”, possono portare ad acuire i problemi fra le persone. Donne e gay inclusi, ovviamente.
Facendo così potrebbero toccare tasti da NON toccare? Potrebbero risvegliare un minimo di coscienza in mezzo alla gente?
Non è dato sapersi, sta di fatto che le cose sembrano andare ( sotto un’altra ottica ) così come ho descritto. E loro assomigliano sempre più ad un prodotto, se non costruito a tavolino, sicuramente assorbito gradualmente dal Sistema, da usare là dove serve per gli scopi a lui propri. Tra questi potrebbero esserci dalla semplice distrazione delle masse, all’instillazione tra la gente di concetti nuovi e non ancora condivisi ma che dovranno essere digeriti per un cambio ( cioè uno sfaldamento ) della società futura.

Terzo ( anche se meno importante ): che fisici!!! Va bene che le donne dell’est Europa hanno una conformazione fisica diversa, tanto è vero che molte modelle sono di quell’area geografica, ma è possibile che siano tutte esteticamente apprezzabili? Ok, ammetto pure che se vuoi dedicare del tempo a questa attività, per forza di cose…( detto in parole povere ) ti metti a dieta e vai in palestra. Boh…

I dubbi ci sono. Sono semplici ragionamenti, ma ecco che nel corso di questo anno, “Daryna Chyzh, una giornalista del canale “1+1” che è riuscita a intrufolarsi all’interno del movimento in occasione dell’azione anti-islamica tenutasi a Parigi – la giovane giornalista ha partecipato alle loro azioni in topless dopo settimane di addestramento in cui tra le altre cose le è stato insegnato come mostrare il suo seno davanti a una telecamera – ha svelato in diretta televisiva, nel programma d’inchiesta “Groshi”, qualche interessante retroscena. Ogni attivista percepirebbe 1000 euro al mese, i dipendenti della sede di Kiev, da dove si coordinano le varie iniziative, riceverebbero stipendi pari a 2500 euro mensili…” Il tutto lo si può leggere nell’articolo "FEMEN, troppe ombre dietro il movimento", tratto dal sito “Corriere Nazionale”.

Altre info sul “dietro le quinte” delle FEMEN ricordiamo:

Mille euro al giorno per mostrare le tette” ( fonte: Libero quotidiano del 15/03/2013 );

Riconosciute alcune FEMEN come escort” ( fonte: www.nocristianofobia.org del 05/02/2013 );

Le FEMEN a Roma. A voi scegliere da che parte stare”  ( fonte: L’Intellettuale dissidente del 14/01/2013 );

Inchiesta della tv ucraina: le FEMEN si spogliano per soldi” ( fonte: www.ukrainaviaggi.it  del febbraio/marzo 2013 ).

Come stanno le cose?

Ironia della sorte, tra le varie inchieste che ci sono state e che potrete leggere nei link qui sopra, vi è una FEMEN che di professione fa la prostituta ( Escort, per chi vuole stare al passo coi tempi ). Non è un cortocircuito di logicità per chi si batte per i diritti delle donne e contro lo sfruttamento del loro corpo?

Per finire e per riprendere l’argomento con il quale ho iniziato questo articolo, i mass-media italiani, anche e soprattutto ( penso io ) per distrarre l’attenzione della gente sulla situazione di fallimento conclamato dell’Italia, da inizio anno, di tanto in tanto, propongono articoli su queste FEMEN.
Ultimamente il sito web del canale Mediaset “Tg Com 24”, ha dedicato un articolo su di una ragazza italiana, non so se sia la portavoce dell’embrione che formerà ( se mai ce la faranno ) le FEMEN italiane, che parla del loro impegno come FEMEN.
Precedentemente è stato il “Corriere della Sera” a dedicare spazio alle future FEMEN nostrane con l’articolo “Voidiventare una FEMEN italiana? Metti la tua foto in topless su Facebook”.

Vedremo quello che faranno, non sta a me giudicarle. Libere di fare ciò che vogliono. Dispiace solo che tante ragazze, pur se virtualmente tramite Facebook, si lascino trascinare da un progetto – quello delle FEMEN originali – che con i diritti delle donne non c’entra nulla. E’ solo un pretesto, quello di usare tali problemi, per ottenere altro.
Se tanto si devono battere, perché eventualmente non prendere spunto, con modi e mezzi diversi, per formare una sorta di movimento simile tutto italiano e, possibilmente, genuino?


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